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REGNO UNITO

Caso Lineker-Bbc, la libertà in Occidente è una farsa

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Un feroce tweet contro il governo sul tema dell'immigrazione irregolare, ha creato uno scontro tra un presentatore sportivo e la Bbc sulla libertà di parola, con la vittoria del primo. Ma mentre giornali e tv si concentravano su questo caso, la libertà di parola e di pensiero veniva tolta veramente a chi si batte per salvare le vite dei bambini e aiutare le madri in difficoltà...

Editoriali 14_03_2023 English
Gary Lineker

Se c’è un esempio che dimostra quanto siano falsi il richiamo alla libertà e l’opposizione alla censura che tanto vengono sbandierati in Occidente è quanto accaduto in questi giorni nel Regno Unito intorno alla diatriba Lineker-Bbc. Gary Lineker, ex campione di calcio, da metà degli anni ’90 è commentatore e presentatore sportivo tra i più amati: da moltissimi anni conduce la trasmissione Match of the Day, una sorta di Domenica Sportiva che va in onda il sabato sera sulla tv di stato Bbc. E ovviamente, a coronamento di questa lunga carriera, è il presentatore più pagato della tv britannica, circa 1 milione e 300mila sterline l’anno.

Lineker non è solo un personaggio della tv con un passato da campione sportivo, è diventato anche un campione dei social media, su cui interviene e dà opinioni su tutto, soprattutto su questioni sociali e politiche. Su Twitter, il suo social preferito, ha ormai più di sei milioni di followers e le polemiche di questi giorni li avranno senz’altro aumentati. Così Lineker è diventato anche l’influencer voce della sinistra liberal e progressista.

E veniamo quindi ai nostri giorni: come si sa, la settimana scorsa il governo britannico ha annunciato il progetto di legge che, allo scopo di fermare gli arrivi di immigrati irregolari attraverso il Canale della Manica, prevede l’espulsione immediata dei clandestini e l’impossibilità per loro di fare richiesta di asilo. Decisione ovviamente avversata dall’opposizione e da alcune organizzazioni non governative, e Lineker non poteva non scendere in campo: dapprima un tweet molto indignato riferito al ministro dell’Interno Suella Braverman; poi, in risposta a un follower, la risposta che ha mandato in tilt la Bbc: «…è una politica immensamente crudele contro le persone più vulnerabili con un linguaggio paragonabile a quello usato nella Germania degli anni ‘30”.

È passato molto tempo ma il paragone con il nazismo è un tema sempre molto sensibile, e la direzione della Bbc, in nome dell’imparzialità, ha immediatamente sospeso Lineker «in attesa di trovare un accordo sulla gestione della presenza nei social media». Neanche a dirlo, è scoppiata una rivolta contro la direzione della Bbc, accusata di censura, di attentato alla libertà di parola, e i primi sono stati i suoi colleghi di Match of the Day e Bbc Sport: sabato sera la trasmissione è andata in onda in forma ridotta, senza conduttori, solo poche immagini senza commento delle partite del turno di campionato. E, ovviamente, la Bbc è tornata sui suoi passi riammettendo immediatamente Lineker senza il richiesto accordo sull’uso dei social e senza che il tweet fosse ritirato. Adesso sono alcuni deputati conservatori a protestare per questo cedimento della Bbc e per le conseguenze che questo comporta, non ultimo il grande ulteriore potere guadagnato da Lineker nel fare il “portavoce” dell’opposizione liberal al governo. Ma sono reazioni che non avranno alcun seguito.

Il caso si presta molto bene alla riflessione sia sul ruolo dei social media nell’indirizzare la politica sia sul limite alla libertà di espressione che, in virtù del proprio ruolo, può essere applicata a un lavoratore fuori dall’ambito del lavoro.

Temi certamente interessanti, ma qui ci interessa un’altra riflessione. Perché proprio negli stessi giorni in cui veniva annunciata la misura contro l’immigrazione irregolare, la Camera dei Comuni approvava in via definitiva la legge sull’ordine pubblico (Public Order Bill, POB) che, tra l’altro, crea le zone-cuscinetto intorno alle cliniche per aborti in cui è vietato perfino pregare da soli in silenzio o parlare consensualmente (ovvero senza fermare le persone per dare volantini o comunque contro la loro volontà). Abbiamo già parlato dei fermi di polizia che sono stati effettuati proprio per l’applicazione di queste misure che, finora, erano a discrezione delle autorità comunali. L’ultimo il 6 marzo, il giorno prima dell’approvazione della legge: Isabel Vaughan-Spruce, che già era stata arrestata e poi assolta in tribunale solo poche settimane prima per lo stesso motivo, ha dovuto passare diverse ore in commissariato per aver sostato in silenzio davanti a una clinica per aborti a Birmingham: essendo già conosciuta, le persone “percepivano” la sua presenza come una protesta e per questo andava sanzionata.

In pratica, nel Regno Unito è stata varata una legge che introduce lo psico-reato: permette alla polizia di arrestare persone sulla base di quello che altri percepiscono sia il loro pensiero; una legge che esplicitamente considera la preghiera una forma di protesta da sanzionare. E, a parte qualche intervento di deputati alla Camera dei Comuni, nessuno ha avuto da ridire; figurarsi proteste pubbliche in favore della libertà di pensiero e di espressione e della libertà religiosa. Per Isabel e per tanti altri che dovranno pagare di persona il loro impegno per la verità e per la vita non c’è nessun Lineker che dica una parola.

Riassumendo: mentre su giornali, tv e siti andava in onda il grande dramma che vedeva alla fine il “buono” – il famoso conduttore sportivo – sconfiggere il cattivo – la Bbc – in modo da poter celebrare la vittoria della libertà, nel mondo reale la libertà veniva tolta a chi in modo del tutto pacifico desidera aiutare a salvare la vita dei bambini e aiutare le donne in difficoltà.  

Diciamo ancora di più: se per una strana coincidenza, Gary Lineker fosse stato consapevole della gravità del Public Order Bill e della guerra contro i pro-life e avesse paragonato questa legge a certi provvedimenti del nazismo, pensate forse che avrebbe ricevuto la stessa solidarietà? Certo che no, non sarebbe stato soltanto sospeso in attesa di chiarimenti, ma licenziato in tronco e abbandonato al pubblico ludibrio. E nessuno gli sarebbe venuto in soccorso.
Perché la libertà di parola c’è solo per quello che il Potere decide, esattamente come in qualsiasi regime totalitario.