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Bidenomics: non un successo, ma una falsa rappresentazione della realtà

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Come mai i Democratici hanno clamorosamente perso le elezioni, anche se l'economia "andava benissimo"? Perché non andava affatto bene. Rifacendo i conti, come ha fatto l'economista Eugene Ludwig, il panorama cambia, in peggio.

Economia 20_02_2025
Senza-tetto a Los Angeles

Non pochi economisti si chiedono perché il presidente uscente Joe Biden fosse così impopolare, sui temi economici, nonostante l’economia stesse andando molto bene. La Bidenomics era considerata vincente praticamente da tutti. L’idea che non vi fosse un granché da festeggiare in termini di occupazione, potere d’acquisto e inflazione, salari e prospettive di miglioramento, era liquidata come propaganda della destra trumpiana e della sua “post-verità”. Un economista ha sintetizzato sul quotidiano Politico quelli che sono i veri numeri, al di là delle statistiche ufficiali. E improvvisamente tutto torna.

In pratica la Bidenomics ha successo solo se usiamo metodologie superate per misurare i dati macroeconomici. Eugene Ludwig è presidente del Ludwig Institute for Shared Economic Prosperity ed ex Controllore della valuta degli Stati Uniti. È autore di The Vanishing American Dream. E su Politico ha pubblicato la sintesi delle sue ultime ricerche. «Molti democratici erano perplessi per l'apparente disconnessione tra la “realtà economica” riflessa nelle varie statistiche governative e la percezione dell'economia da parte del pubblico – scrive Ludwig - Molti a Washington si sono irritati per il fatto che il pubblico non si rendesse conto di quanto fosse forte l'economia».

In effetti le statistiche ufficiali «… hanno suggerito più volte a molti a Washington che la disoccupazione è bassa, che i salari stanno crescendo per la classe media e che, in misura maggiore o minore, la crescita economica sta risollevando le sorti di tutti anno dopo anno. Ma viaggiando per il paese, ho visto qualcosa di molto diverso. Città che sembravano sempre più squallide. Regioni che sembravano abbandonate. Guidando ogni giorno verso l'ufficio a Washington, ho notato un accampamento di senzatetto sistemato proprio fuori dalla Federal Reserve».

Rifacendo i conti, con un metodo più vicino alla realtà della società americana attuale, il team di ricercatori di Ludwig ha scoperto dati sorprendenti. A partire dall’inflazione, misurata attraverso il Consumer Price Index che però include un paniere di ben 80mila beni molto irrealistico ormai: «Se i prezzi delle uova, dei premi assicurativi e degli affitti dei monolocali aumentano a un ritmo più veloce di quelli dei beni di lusso e delle seconde case, l'indice dei prezzi al consumo sottovaluta l'impatto dell'inflazione sulla maggior parte degli americani». Escludendo dal paniere i beni di lusso, il tasso di inflazione “reale” è praticamente il doppio di quello ufficiale. Nel 2023, il tasso di inflazione dichiarato era del 4,1%, quello misurato da Ludwig e dal suo team con il nuovo paniere era del 9,4%.

La differenza fra statistica e realtà è abissale anche per quanto riguarda l’occupazione. Anche in questo caso perché le agenzie che compilano le statistiche governative usano una metodologia non realistica: includono fra gli occupati anche i senzatetto con lavoretti part time. Se si escludono questi ultimi e anche i lavoratori che guadagnano meno di 25mila dollari all’anno, il tasso di disoccupazione sale al 23,7%, quasi sei volte tanto il tasso di disoccupazione ufficiale che è fermo al 4,2%.

Lo stesso scollamento delle statistiche sulla realtà viene riscontrato anche per la misurazione del reddito medio americano. «L'indicatore governativo prevalente, noto colloquialmente come “guadagni settimanali”, tiene traccia dei salari a tempo pieno escludendo sia i disoccupati che coloro che svolgono un lavoro part-time (tipicamente meno retribuito). Oggi, di conseguenza, coloro che tengono traccia sono portati a credere che il salario medio negli Stati Uniti si attesti a circa 61.900 dollari. Ma se si tiene traccia di tutti i lavoratori, cioè se si includono i lavoratori part-time e i disoccupati in cerca di lavoro, i risultati sono notevolmente diversi. La nostra ricerca rivela che il salario medio è in realtà poco più di 52.300 dollari all'anno». In pratica viene commesso l’errore speculare e contrario di quello del calcolo del tasso di disoccupazione: i lavoratori part-time sono inclusi nelle statistiche degli occupati, ma i loro redditi (più bassi della media) sono esclusi dal calcolo del reddito medio.

Questo è uno dei motivi per cui i Democratici hanno perso nelle scorse elezioni, pur senza capirne il motivo. Lo stesso per cui i sondaggi pronosticano sempre vittorie democratiche o pareggi, mentre i repubblicani (come questa volta) alla fine vincono con ampi margini che nessuno aveva previsto. Sbagliato il metodo, ma anche la volontà dei media di divulgare dati che piacciono alla sinistra: l’idea che la Bidenomics fosse un successo era sostenuta per motivi ideologici ed elettorali da quello che possiamo ben chiamare il “circuito burocratico-mediatico”, con i media che si fanno meri portavoce di informazioni ufficiali, come durante il Covid-19, senza neppure porsi il dubbio che vi siano errori.