Berlusconi il sabotatore, tira la corda ma non la spezzerà
La dietrologia impazza nelle ultime ore. Domande senza risposta sulle uscite di Silvio Berlusconi sulla guerra russo-ucraina, sui ministri e sugli screzi con la Meloni, tutte dette "confidenzialmente", ma trapelate puntualmente alla stampa. Vuole impedire davvero che si formi un governo di centrodestra? Molto probabilmente no.
La dietrologia impazza nelle ultime ore. Le uscite di Silvio Berlusconi sulla guerra russo-ucraina, che arrivano dopo le improvvide anticipazioni sulla formazione del governo e la composizione della lista dei ministri, vengono interpretate nei modi più disparati. C’è chi le attribuisce alla leggerezza di un uomo politico in declino che non accetta di non essere più centrale nella vita del Paese. Qualcuno invece vi legge un disegno di destabilizzazione che mira a non far nascere il governo Meloni e a porre le premesse per un nuovo esecutivo di solidarietà nazionale allargato a tutte le forze politiche. Infine, alcuni esponenti dell’establishment ritengono che tutto rientri più banalmente nella negoziazione sulle poltrone da ministro, per le quali evidentemente non è ancora stata trovata la quadra.
Nelle prossime ore si capirà meglio perché il fondatore di Forza Italia abbia deciso di comportarsi in questo modo. Dopo aver per mesi detto che era deluso da Putin e che non riusciva più a mettersi in contatto con lui perché il presidente russo non gli rispondeva, ora sostiene di aver ricucito con lui e parla addirittura di vodka e altri omaggi ricevuti da Mosca nelle ultime settimane. L’audio delle parole pronunciate da Berlusconi nell’incontro con i suoi parlamentari, nel quale addossa a Zelensky le responsabilità della guerra russo-ucraina, ha suscitato sdegno nelle opposizioni ma sta producendo l’effetto di indebolire il centrodestra e di esporre l’Italia a una ulteriore perdita di credibilità sulla scena internazionale. Nel merito il leader di Forza Italia cita episodi del 2014 e ricostruisce nei dettagli gli accordi russo-ucraini che il presidente ucraino avrebbe disatteso, ma viene da chiedersi perché stia tirando fuori queste cose proprio ora, alla vigilia della formazione del governo. E poi appare poco credibile la raccomandazione che il Cavaliere fa ai suoi di mantenere il riserbo su quelle sue affermazioni. Si sa che i politici parlano con i giornalisti e che è praticamente impossibile che frasi così sensazionali non finiscano nel tritacarne mediatico. L’obiettivo del Cavaliere era proprio quello di fare in modo che quella sua rivelazione uscisse e occupasse le cronache di ieri.
Tutto questo, però, oltre che ringalluzzire le moribonde opposizioni, semina veleno tra gli alleati di centrodestra e allontana la prospettiva di una serena formazione del governo Meloni. Se l’obiettivo di Berlusconi fosse quello di rovesciare il tavolo della trattativa e di impedire alla leader di Fratelli d'Italia di governare, le possibilità che questo suo disegno riesca sono davvero minime. Occorre infatti considerare l’impossibilità, anche numerica, di dar vita ad altri esecutivi diversi da quello che si profila all’orizzonte. Senza Fratelli d’Italia sarebbe impossibile formare un governo. Impensabile che Lega, Pd, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Terzo polo e cespugli vari possano accordarsi e mettere da parte le frizioni degli ultimi mesi. E poi si tratterebbe di un’insalata russa indigesta perfino per il Quirinale. L’unico sbocco, se l’attuale impasse dovesse aggravarsi, sarebbero nuove elezioni politiche, dalle quali con ogni probabilità uscirebbero rafforzati solo la Meloni, in forte crescita, e Conte, che gli ultimi sondaggi danno in sorpasso sul Pd. Converrebbe a Berlusconi passare per lo sfasciacarrozze e tornare dagli italiani a chiedere il voto fra qualche mese? Tutti lo giudicherebbero inaffidabile e probabilmente perfino i suoi fedelissimi gli volterebbero le spalle.
Ecco perché questi suoi gesti da rottamatore non convincono fino in fondo. Potrebbero esserci condizionamenti internazionali, pressioni da parte dei russi o semplicemente il tentativo di non diventare definitivamente marginale sulla scena politica. Dunque Berlusconi starebbe più che altro tirando la corda ma non sarebbe intenzionato a spezzarla perché a rimetterci sarebbe solo lui, vista anche la ritrovata sintonia tra Meloni e Salvini. E poi i parlamentari di Forza Italia, in uno scenario da cupio dissolvi, pur di non rischiare di non essere rieletti, passerebbero subito dalla parte della Meloni e abbandonerebbero Silvio, questo si dice nei corridoi dei palazzi romani.
Tutto quindi potrebbe rientrare nelle prossime ore con un accordo diverso sui nomi dei ministri. Certo è che la navigazione del nascente governo Meloni non si preannuncia propriamente una passeggiata di salute, soprattutto se i senatori di Forza Italia dovessero continuare ad alzare il prezzo su ogni votazione a Palazzo Madama, costringendo la maggioranza a cercare sempre sponde tra le opposizioni.
Riflessione finale: chi l’avrebbe mai detto che Silvio Berlusconi, che ha fondato il centrodestra trent’anni fa e lo ha rilanciato col famoso Predellino, sarebbe diventato il candidato più accreditato per distruggerlo?