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DEMOCRAZIA IN ECLISSI

“Bella ciao” inno italiano per legge? Ciao, ciao libertà

«La Repubblica riconosce la canzone "Bella ciao" quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita», questo il disegno di legge proposto dalla sinistra in cui si chiede che diventi il secondo inno nazionale. A dire che tutti dobbiamo sentirci partigiani rossi, progressisti. Guai a non cantarla, vuole dire che sei fascista. Dovremmo quindi intonarla per esorcizzare il varo del Ddl Zan: quando il fazzoletto rosso sarà usato come un bavaglio. 

Editoriali 09_06_2021

La canzone «Bella ciao», inno da sempre della sinistra, dovrà diventare il secondo inno nazionale. E questo per legge. Si tratta di una iniziativa di alcuni parlamentari (soprattutto Pd, ma anche Iv, M5S e Leu) che hanno ben pensato di presentare alla Camera una Proposta di legge denominata «Riconoscimento della canzone Bella ciao e disposizioni sulla sua esecuzione nelle cerimonie ufficiali per la festa del 25 aprile».

Il Pdl consta di un solo articolo con due commi. Il primo comma recita: «La Repubblica riconosce la canzone Bella ciao quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo». Ciò a dire che per legge tutti dobbiamo sentirci di sinistra, partigiani rossi, progressisti nell’anima. Guai a non cantarla il 25 aprile, vuole dire che sei fascista.

Il secondo comma invece recita: «La canzone Bella ciao è eseguita, dopo l’inno nazionale, in occasione delle cerimonie ufficiali per i festeggiamenti del 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo». I commentatori più attenti hanno fatto presente che cantata il 25 aprile nulla vieterà, anche se non previsto per legge, di cantarla anche in altre occasioni ufficiali nelle caserme, nelle scuole e negli stadi quando giocherà la nazionale.

La proposta, che sembra pensata da Stalin, brilla per mancanza di pudore. Da una parte sembra che tutti in casa abbiano appesa in soggiorno una bandiera con falce e martello e su altro fronte imporre per legge una canzone che rappresenta solo una parte, e anche minima, del sentito popolare esprime molto bene cosa sia l’ideologia rossa. Non la pensano così gli estensori della proposta che, con incredibile mancanza di realismo (tipico della sinistra), si spingono a dire nella relazione della proposta di legge: «Possiamo pertanto affermare con certezza [sic] che Bella ciao non è espressione di una singola parte politica, ma che, al contrario, tutte le forze politiche democratiche possono ugualmente riconoscersi negli ideali universali ai quali si ispira la canzone». È infatti noto che la suoneria del cellulare di Salvini è Bella ciao e che la Meloni la intona sotto la doccia.

I proponenti del testo di legge, affermando che Bella ciao è canzone che tutti rappresenta, vogliono in realtà l’oligopolio su valori come libertà, identità nazionale e uguaglianza. In breve solo lo spirito levantino, incarnato alla perfezione dalla canzonetta di cui sopra, è valido custode di alcuni princìpi democratici. Ergo chi si rifiutasse di cantarla vorrebbe dire che è illiberale, antidemocratico e intollerante. Il solito scippo da parte della sinistra di valori che invece sono di tutti.

Però, per altro verso, ci sentiamo comunque di appoggiare la proposta. Infatti il testo della canzone, come è risaputo, ad un certo punto così recita: «Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor». Un verso quanto mai attuale e che quindi, doverosamente, dovrebbe essere intonato da tutti. Quanti invasori sono entrati in città, anzi nelle nostre case: quelli che per legge hanno deciso che milioni di bambini morissero nel ventre delle loro madri, quelli che, sempre per legge, hanno legalizzato gli omicidi in corsia, quelli che hanno ucciso la famiglia con il divorzio e la legge sulle Unioni civili, quelli che hanno ridotto a merce i bambini potendoli produrre in provetta e poi vi sono gli invasori arruolati nelle fila del pensiero unico, del politicamente corretto, degli inclusivi a forza, dei tolleranti a suon di minacce, dei venditori di stereotipi, degli spacciatori di lockdown, dei ladri di speranza. E, infine, se Bella ciao è ritenuta da molti come l’inno popolare alla libertà dovremmo allora tutti cantarla a squarciagola per esorcizzare il varo del Ddl Zan: quando il fazzoletto rosso dei partigiani viene usato come un bavaglio. Perché, se passasse, allora ciao, ciao alla libertà.