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Belgio, spinta verso l'ordinazione di uomini sposati e donne

La situazione del clero in Belgio è disastrosa, i preti sono oggi appena un quarto di quanti ce ne erano 50 anni fa. La proposta uscita è quella di ordinare uomini sposati e donne. Ma intanto è stata sciolta la Fraternità dei Santi Apostoli, che di vocazioni ne aveva in abbondanza.

Ecclesia 26_11_2018

Dal Belgio di Danneels e De Kesel giungono notizie in prospettiva tragiche per la Chiesa cattolica. O per meglio dire, per ciò che ne resta. Nel 1960, il Belgio aveva 10.400 preti diocesani (cioè educati nei seminari delle diocesi e non negli ordini o alle congregazioni). Oggi sono solo 2.774. A questi si aggiungono 2.205 sacerdoti di un ordine o di una congregazione. Ma tra questi 5.000 sacerdoti, una buona parte è in pensione. La proporzione fra clero attivo e clero in pensione non è nota, e se alcuni, anche se in pensione, continuano a esercitare, comunque l'età media del clero di Bruxelles era di 73 anni nel 2017. Tra questi sacerdoti, molti (ma il loro numero non viene divulgato) vengono dall'estero per aiutare le parrocchie belghe. E la loro proporzione non dovrebbe diminuire nel futuro: alle porte dei seminari il numero delle vocazioni conosce una situazione critica. Nel 2016, c'erano solo 212 candidati belgi al sacerdozio. 127 di loro provenivano da una congregazione o da un ordine religioso, 85 erano diocesani; 42 non erano belgi. A settembre, la tendenza è stata confermata: solo due giovani hanno varcato la soglia dell'importante seminario di Namur.

In Belgio ci sono 163mila volontari ma in realtà questo importante impegno laico testimonia anche della difficoltà della scelta di diventare prete. Molti si impegnano, ma pochi fanno il passo decisivo verso quell’impegno radicale che consiste nel dare tutto, ha detto Tommy Scholtes, il gesuita portavoce della Conferenza episcopale belga. Suor Marie-Jean Noville, Coordinatrice del Centro nazionale per le vocazioni dice che la secolarizzazione del Paese, la relativizzazione dei valori, la crisi generale dell’impegno, la volontà di isolare la fede nella sfera privata non spingono più un giovane a porsi la domanda della vocazione. Il portavoce dei vescovi ha detto che la “fede profonda in un Dio che ci accompagna da vicino” è difficilmente comunicabile oggi. “Dunque non è una campagna di reclutamento o di comunicazione, e neanche una strategia qualunque” che permetteranno di riempire i seminari. 

“Le vocazioni numerose nascono nelle famiglie o nell’incontro con dei testimoni”, dice suor Marie-Jean. Ma è un circolo vizioso: se ci sono meno preti e religiosi, se ne incontrano di meno. A Bruxelles per esempio, con la prossima chiusura dell’Istituto di Studi Teologici la presenza di seminaristi nella capitale sparirà.

E allora, eccoci al dunque: sicuramente, dice la Coordinatrice del Centro Nazionale per le Vocazioni, in futuro si dovrà, come ha proposto mons. Kockerols, “riflettere sulla possibilità di ordinare uomini sposati. O delle donne”. 

Tanto c’è il Sinodo sull’Amazzonia pronto per il prossimo anno, no? E da lì la storia dei Viri Pobati, scopo esistenziale del cardinale Claudio Hummes, troverà il suo felice epilogo, magari con un altro Sinodo un po’ preconfezionato…Il gesuita Tommy Scholtes offre un dettaglio che agli occhi della Chiesa moderna e sempre più in uscita libera sembrerebbe contraddittorio: infatti ha notato che i luoghi che attirano di più le persone sono quelli che mettono confessione e adorazione nel cuore delle loro attività. “Il prete è quello che mostra il cammino verso il cielo, solo una tale posta in gioco d’eternità può giustificare che un giovane di vent’anni lasci tutto e offra la sua vita”.

A questo punto però la Chiesa belga, e soprattutto il suo cardinale di Malines-Bruxelles, De Kesel, dovrebbe spiegare per quale motivo è stata dissolta la Fraternità dei santi Apostoli, che di vocazioni ne aveva eccome, e che era molto amata dalla gente in mezzo alla quale viveva. Tanto che un gruppo di laici ben preparati avevano presentato un appello contro lo scioglimento alla Segnatura Apostolica, che però è stato bloccato d’autorità dal Pontefice, prima che potesse essere esaminato (e probabilmente accolto). E si fa la guerra ai candidati al sacerdozio che presentano sintomi di amore per la tradizione. Se non è un comportamento schizofrenico questo….