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VACANZE LETTERARIE / 5

Bassano del Grappa, tra cultura e memoria della Grande Guerra

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La Scuola di Cultura Cattolica, il Ponte degli Alpini, il passaggio di Hemingway durante la Prima Guerra Mondiale, il museo dedicato allo stesso scrittore e premio Nobel. Alla scoperta delle attrattive di Bassano del Grappa.

Cultura 21_08_2023
Ponte Vecchio o Ponte degli Alpini (foto Mtt, licenza CC)

Le città del silenzio, per definizione dannunziana, sono quelle che un tempo splendevano, mentre oggi vivono di ricordi e nel ricordo degli uomini. Bassano del Grappa non è tra queste. Ricca di storia e di cultura, la città è ancor viva e risonante di eventi oggi. In autunno, come ogni anno, sarà teatro del Premio Internazionale Cultura Cattolica conferito per il 2023 a monsignor Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, già Custode di Terra Santa per dodici anni, che sarà creato cardinale il prossimo 30 settembre.

Sorta nell’ottobre del 1981, la Scuola di Cultura Cattolica di Bassano del Grappa è uno dei frutti vivi dell’opera educativa di don Didimo Mantiero e discute i temi fondamentali della vita e della cultura contemporanea alla luce del magistero della Chiesa. Il Premio internazionale della Scuola di Cultura Cattolica nasce poco più tardi con l’obiettivo di indicare al pubblico delle personalità che, nel loro specifico ambito di competenza, abbiano saputo «fare della fede cultura», come diceva san Giovanni Paolo II.

Dall’opera di don Didimo era nato vent’anni prima (1962) il Comune dei Giovani, ancor oggi assai vivo nella città, incentrato sui cardini della formazione, della preghiera e della responsabilità. Ogni particolare dell’esistenza, dalla vita quotidiana alla cultura, dalla politica allo sport, dalla scuola e dal lavoro al tempo libero, viene così vissuto alla luce dell’incontro fatto e dell’esperienza vissuta.

Bassano del Grappa è ricca anche di una grande storia passata, risalente addirittura all’epoca romana. Le chiese medioevali, il castello duecentesco degli Ezzelini, la torre civica trecentesca, le ville e i palazzi rinascimentali e settecenteschi ricordano il prestigioso passato.

Tra i vari monumenti uno su tutti è forse divenuto simbolo della storia e della bellezza della città: il Ponte degli Alpini. Costruito per la prima volta nel 1209, fu distrutto da una piena nel 1567. Il nuovo ponte progettato da Andrea Palladio venne travolto da un’altra piena, nel 1748, e ricostruito. Due secoli più tardi non più le acque impetuose del Brenta, ma le armi umane lo distrussero: furono i partigiani, nel febbraio 1945, a farlo saltare per difendersi dal nemico. La realizzazione attuale (1947) riprende il primo progetto del Palladio che era stato bocciato dal Consiglio cittadino nel Cinquecento.

Poco a nord del Ponte degli Alpini, sulla riva est del fiume, si trova Ca’ Erizzo, suntuosa villa quattrocentesca, durante la Prima Guerra Mondiale residenza della sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa americana. Tra i volontari autisti si trovava anche Ernest Hemingway che fa iniziare il racconto The passing of Pickles McCarty proprio da Ca’ Erizzo.

Il visitatore che si rechi a Bassano non può tralasciare la passeggiata che in pochi minuti lo porta dal centro della città alle rive del Brenta lungo il quale si trova la magnifica villa. «Alloggiavamo in una splendida villa antica alle rive del fiume Brenta. Rispetto al resto degli acquartieramenti, la sezione Uno era ospitata in ambienti decisamente suntuosi. […] Con giardini, piante e terreno coltivabile, [la villa] era un ambiente idilliaco sia per gli autisti che per i meccanici e le autoambulanze. […] Un ampio salone di marmo, con balaustra ricurva, portava di sopra verso tutto lo spazio di cui avevamo bisogno; un salone affrescato e dal soffitto alto». A tratteggiare questa descrizione di una parte di Ca’ Erizzo è Henry Serrano Villard (1900-1996), conducente di ambulanze durante la Grande Guerra in Italia, che diventa amico di Hemingway durante la degenza all’ospedale di Milano.

Lo stesso Villard testimonia che «il panorama descritto all’inizio di Addio alle armi, anche se ambientato nella valle dell’Isonzo, è in realtà quello che noi autisti […], Hemingway compreso, vedevamo dai balconi di Ca’ Erizzo». Il premio Nobel Hemingway apre il suo celebre romanzo con la descrizione del letto del Brenta pieno di «sassi e ciottoli, asciutti e bianchi sotto il sole», dell’acqua «limpida e guizzante e azzurra nei canali», delle Prealpi «brune e spoglie» sfondo di una pianura «ricca di messi e frutteti». La vista era da un «un villaggio dove di là dal fiume e dalla pianura si vedevano i monti».

Oggi a Ca’ Erizzo ha sede il Museo Hemingway, in cinque grandi locali, una testimonianza unica sulla partecipazione degli Stati Uniti e del romanziere alla Grande Guerra.

Acquartierati nella villa nel 1918 erano anche «I poeti di Harvard», così chiamati perché alcuni di loro avevano pubblicato una raccolta di versi dopo aver terminato gli studi nella celebre università. Trovarono nella guerra e in Bassano una grande fonte di ispirazione, avvalendosi dell’ambulanza come luogo privilegiato di osservazione della realtà. Così con Hemingway e Villard, passarono per Ca’ Erizzo John Dos Passos, Sidney Fairbanks, Dudley Poore e John Howard Lawson.

Nella sua autobiografia (1966) John Dos Passos ricorda Ca’ Erizzo: «Al nostro gruppo di amici venne assegnata una bella stanza che Fairbanks battezzò “l’angolo dei poeti”, con un balcone affacciato su uno splendido ponte coperto, e sulle torri e i bastioni della antica città murata».



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