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surrogati

Bambini su commissione per gli scapoli inglesi over 50

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In Gran Bretagna si noleggiano uteri anche a uomini single e in età matura. Sintomo di una cultura del "senza", che fa a meno di Dio, della natura umana, dell'amore, dei padri e delle madri, sostituiti da committenti che generano figli del proprio ego.

Vita e bioetica 01_10_2024
CARLO CARINO BY AI MID

Dal 2019 la legge inglese permette l’accesso alla pratica della maternità surrogata anche ai single, uomini compresi, senza limiti di età. Il The Mail on Sunday ha chiesto al governo di accedere ad alcuni dati riguardanti proprio i single maschi e l’utero in affitto. Il quotidiano inglese ha pubblicato una sintesi di questi dati: negli ultimi cinque anni, 293 sono stati gli uomini over 50 che hanno chiesto di diventare padri legali tramite l’utero in affitto, tra questi 95 erano single. Il record in fatto di età è stato battuto da uno scozzese di 73 anni.
Alcuni commentatori fanno notare che esiste un rischio concreto che alcuni pedofili possano ottenere un bambino da seviziare tramite un procedimento assolutamente legale come la pratica della maternità surrogata. Su altro fronte la genitorialità acquisita tramite l’utero in affitto e, in modo più ampio, tramite fecondazione artificiale eterologa non necessita di tutte quelle verifiche a cui sono sottoposti i genitori quando decidono di adottare un bambino che biologicamente non è loro.

Ma al di là di questi rilievi assolutamente condivisibili, il fenomeno dei maschi single over 50 che conquistano lo status di padri per mezzo di donne a nolo, magari non fornendo neppure il proprio seme, diventa paradigmatico di un certo sentire diffuso, di una certa sensibilità e quindi di una certa cultura. La cultura del “senza”. Il tempo presente scorre senza Dio, un’assenza imposta dalla suprema legge della libertà individuale. Cancellata la prima paternità, la paternità per eccellenza, la paternità degli uomini scade nel disordine e così un quasi pensionato si può ritrovare padre legittimo di un bambino senza figura materna.

Oggi si vive non solo senza Dio, ma anche senza natura umana (e questo ci fa concludere, tra l’altro, che l’ambientalismo non può essere vero amico della natura). Sta scritto in noi che il figlio deve essere frutto d’amore e di un amore carnale. Nei laboratori della fertilità è impossibile sintetizzare l’amore. Inoltre un bambino deve crescere nel ventre di sua madre, non di una locataria retribuita. E poi un bambino deve essere educato non da un padre-nonno. Da aggiungere che questi bambini cresceranno senza la madre e spesso senza il padre biologico. Lo stesso committente lo crescerà senza moglie, né compagna. Padri senza madri.

Un altro “senza” è il “tu”. Noi viviamo senza gli altri, chiusi in un solipsismo da buco nero, dove anche la luce non riesce a sfuggire dal suo centro di gravità. Gli altri non esistono per se stessi, ma per noi, ossia sono specchi di Narciso che riflettono la nostra immagine affinché possano regalarci il piacere del consenso, del like, della lode, dell’apprezzamento. Gli altri sono solo utili ad ingrassare il nostro ego. Stessa sorte toccherà a questi bambini di uomini soli e âgée. Non sono stati voluti per se stessi, bensì per soddisfare le voglie dei committenti. Sono strumentali al desiderio di paternità. C’è chi dopo i 50 prende il brevetto di pilota e chi prende il brevetto di padre.

Ciò ci porta a dire che questi figli nati da maternità surrogata sono essi stessi surrogati perché nascono con un altro “senza”: senza l’autenticità delle condizioni naturali. Surrogati perché mimano il figlio autentico nato dal letto condiviso di un padre e di una madre. La dignità di questi bambini viene allora compromessa e vilipesa proprio dalla scelta della mono-genitorialità senescente  e della surrogazione della maternità. Vengono squalificati nella loro condizione, sono bambini volutamente di serie B perché mancanti di molti diritti. Figli di molti “senza”.



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