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RISORGIMENTO DA RISCRIVERE

Baima Bollone e i padri della patria occulta

Napoleone, Cavour, Mazzini, Garibaldi e i Savoia fra massoni, fantasmi e maghetti. Ecco l'altra faccia dell'Unità d'Italia che pochi vogliono ricordare.

Cultura 25_02_2011
Giuseppe Garibaldi massone
 
I protagonisti del Risorgimento? Una bella congerie di spiritisti, occultisti e massoni. Ovvio poi che a 150 anni di distanza la “questione cattolica” non sia ancora appianata. I Padri della patria, infatti, dai più remoti agli ultimi in ordine di tempo, coltivavano idee sul mondo agli antipodi di quelle predicate della Chiesa e diffuse nel popolo. A documentare questo volto insolito della storia nazionale, una vera e propria altra faccia della medaglia, è Pierluigi Baima Bollone nel libro, Esoterismo e personaggi dell’Unità d’Italia. Da Napoleone a Vittorio Emanuele III (Priuli e Verlucca editore, Borgaro Torinese [Torino]).

73 anni, medico chirurgo, Baima Bollone è professore emerito di Medicina legale nell’Università di Torino. Membro della Conferenza Comitati Etici della Regione Piemonte, è autore di un famoso Manuale di Medicina legale (giunto alla quinta edizione) adottato in vari atenei italiani e di 163 pubblicazioni e relazioni scientifiche. Ai più è noto però per i preziosi studi sulla Sindone, legati soprattutto all’identificazione delle tracce di sangue sul sacro lino. Pubblicista, è autore di 26 saggi, spesso tradotti anche all’estero, più altri pubblicati direttamente in Paesi stranieri, su temi diversi, fra cui o Il mistero della Sindone (2006), Il romanzo della criminologia (2007), Cesare Lombroso e la scoperta dell’Uomo delinquente (2009) e Sindone. Storia e scienza (2010).

Parte infatti dalla sua lena di ricercatore instancabile e dalla sua certosina attenzione per il dettaglio medico-scientifico l’indagine sull’aspetto occulto del Risorgimento. Curiosando e girovagand nel mondo dei collezionisti ma anche dei rigattieri (nel libro ve n’è ampia documentazione fotografica), Baima Bollone si è infatti costantemente imbattuto in reperti, cimeli e segni che parlano una linngua diversa da quella un po’ oleografica affidata ai libri di scuola. Peraltro sfondando porte aperte, dice l’autore di Esoterismo e personaggi dell’Unità d’Italia, poiché da un lato nell’Ottocento l’occultismo era una moda assai diffusa tra i ceti sociali più elevati, dall’altro perché tutte le notizie che egli ha raccolto e ordinato nel libro sono da tempo facilmente rinvenibili nelle biografie dei personaggi presi in esame. Solo che nessuno le aveva mai messe prima in riga, secondo un criterio ragionato.

Tutto prende le mosse da Napoleone Bonaparte. L’argomento del libro, infatti, non è tanto il Risorgimento, secondo il concetto cronologicamente un po’ riduttivo che si è usi dare al termine, bensì l’Unità d’Italia. E, afferma l’autore, è innegabile che l’Unità d’Italia inizi fuori dall’Italia con un non italiano, appunto il futuro “imperatore dei francesi”, che con la battaglia di Marengo, combattuta in provincia di Alessandria nel giungo 1800, innescò il processo che porterà all’unificazione politica della Penisola e che poi nel 1805 proclamò il primo regno d’Italia (durato fino alla disfatta finale del “grande còrso” nel 1814), peraltro nato dalle ceneri della prima Repubblica Italiana proclamata a Lione nel 1802. E proprio Napoleone dà il la al volto occulto della storia unitaria dello Stivale, facendosi, scrive Baima Bollone, iniziare alla massoneria probabilmente «durante la campagna d’Egitto a Menfi nel 1798», lui che a Il Cairo forse cofondò pure «la loggia Iside del rito di Memphis-Misraïm».

Da lì in poi l’Italia è quindi tutta un gran fiorire di sètte e di camarille vere o presunte, vale a dire seriamente animate da intenti sovversivi così come semplicemente speranzose di farlo ma senza pane per i denti o denti per il pane. Massoni regolari e massoncelli di frangia, spiritisti di varie obbedienze e mesmeristi assortiti, sincretisti e teosofi, Illuminati di Baviera (ecco un caso esemplare di “vorrei ma non posso”) e precursori del Divino Otelma, semplici giocolieri o Houdini da strapazzo annebbiano infatti lo scenario. Soprattutto perché non si riesce mai capire dove finiscano gli iniziati davvero votati a brutte intenzioni (pochi, ma pericolosi) e incomincino invece i venditori di aspirapolveri (un numero stragrande calcò la Penisola).

Ricolma di ninnoli e di simboli vuoi neopagani, vuoi paraclassici, vuoi orientaleggianti, l’Italia descritta da Baima Bollone si fa così una insalata russa da pre-New Age che fu il gran passatempo degli snob, ma che al contempo influenzò e non poco le élite che fecero il Risorgimento. Alla meglio si mescolarono fede cattolica ed esotismi, devozione ed esoterismi in un clima spirituale non migliore per l’Italia in costruzione. Da notare, e in questo Baima Bollone guida il lettore da vero maestro, pure le nozze alchemiche fra occultismi e positivismi scientisti che vi si celebrarono apertamente, di primo acchito una contraddizione in termini e in realtà una coppia di fatto costante dell’intera Modernità. Come se per far la guerra al Dio dei cattolici (d’Italia si sta infatti parlando) andasse bene tutto, dall’adorazione tecnocratica della locomotiva a vapore ai fantasmi richiamati dai tavolini traballanti.

Così, mentre il cantore patrio Giosue Carducci intonava l’Inno a Satana invocando il principe degl’inferi per vendicar la “ragione filosofica” vilipesa dalla religione dei Papi, un Cesare Lombroso determinava meccanicisticamente la patologia spirituale dei criminali solanto rimirandone il grugno e una medium controversa come Eusapia Palladino incantava lui e molti altri.

E il conte di Cavour, un altro “straniero” (parlava più francese che italico), ebbe l’idea di ritagliarsi un Vangelo fai-da-te detestando la Chiesa e favorendo la massoneria a cui però non aderì, troppo religiosa, come invece fece volentieri Costantino Nigra. «Certo è - scrive Baima Bollone - che poco dopo la morte si diffonde la notizia che lo scomunicato Cavour ha chiesto di confessarsi, di ricevere l’eucarestia dei moribondi e soprattutto ha voluto rendere pubblico di essere morto da cattolico come sempre era vissuto. Qualora ciò corrispondesse a realtà, con questa dichiarazione terminale Cavour avrebbe sconfessato e rinnegato tutta la sua attività politica».

Dibattuto fra protestantesimi e deismo fu Giuseppe Mazzini, a cui garbava molto lo spiritismo e che forse forse pensava esistessero persino gli extraterrestri: con fermezza, comunque, credeva nelle reincarnazione e ammirava la teosofia di Helena Petrovna Blavatsky (a cui, per la cronaca, dobbiamo molto di quel che crediamo di sapere sui continenti sprofondati negli oceani e che pure ammaestrò il Mahatma Gandhi). La quale madama Blavatsky ricambiava di cuore, sinceramente  ammaliata qua era da Mazzini e Giuseppe Garibaldi [nelal foto, in panni massonici]. L’“eroe dei due mondi”, del resto, era massone del rito “egiziano” tra i più incalliti anticristiani e tra i più indomiti anticlericali. Un dì Garibaldi si comperò pure una “cintura elettrica”, l’ultimo ritrovato nella tecnica per conferir rinnovato vigore ai lombi stanchi e far sorridere le signore, in realtà una bufala cosmica in cui cascarono al tempo frotte di creduloni cultori della religione pseudoscientifica del materialismo.

E siccome tutte le preghiere finiscono in gloria, la patria storia occulta porta diritti ai socialismi e ai fascismi che nell’età postunitaria compirono il Risorgimento anche in fatto di esoterismi. Il massone Arturo Reghini, non sconosciuto a certa “destra”, «nel 1924 pone i “santi” Mazzini e Garibaldi alla testa ideale “di ‘un partito imperialista e laico, pagano e Ghibellino’ capace di contrapporsi alla Chiesa romana cristiana, madre di tutti gli internazionalismi liberal-democratici e socialisti”».

I Savoia? Vittorio Emanuele II fu un gran superstizioso e la regina Margherita «è brillante e curiosa, aperta alle esperienze culturali e portata all’occultismo. Desidera “sapere bene” che cosa vi sia nell’Aldilà».

C’è come il sospetto che qualcuno abbia voluto approfittarsi del Risorgimento. Secondo il medico Baima Bollone in diversi casi si è di fronte a personalità disturbate, persino multiple, insomma patologiche. Era proprio così che fatta l'Italia dovevano essere fatti gli italiani?