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SFIDA NATALITà

Assegno, le richieste delle famiglie e i nodi Fisco e Isee

Oggi il primo faccia a faccia tra l'Associazione Famiglie Numerose e il ministro Roccella in vista dell'Osservatorio sull'Assegno Unico, nel quale partecipano come Forumfamiglie. Dopo aver incassato la correzione per le penalizzazioni sulle famiglie numerose, le richieste sono la revisione dell'Isee, l'aumento dell'assegno promesso in campagna elettorale, l'incremento per i figli maggiorenni e l'integrazione con una riforma fiscale con al centro la famiglia. Parla Moroni (ANFN). 

Famiglia 17_11_2022

Rivedere il meccanismo Isee, perché «oggi la prima casa pesa troppo sulle famiglie», ed equiparare lo squilibrio sui figli maggiorenni. Ma soprattutto integrare l’Assegno Unico con la revisione fiscale. Sono queste le tre richieste principali che l’Associazione Famiglie numerose presenterà il 29 novembre prossimo nel corso della seconda seduta dell’Osservatorio permanente sull’Assegno Unico convocato a Roma dal ministro della Famiglia e della Natalità.

A rappresentare le associazioni famigliari ci sarà il Forumfamiglie con due rappresentanti e la loro presenza, unita a quella dei rappresentanti di Inps, Mef, Istat e Ministero del lavoro rappresenta una svolta nell’ambito delle politiche famigliari del Paese. L’Osservatorio, si è costituito da poco durante l’ultimo mese del dicastero di Elena Bonetti e si è riunito per la prima volta ad agosto, ma sarà con la sua seconda riunione che potrà lavorare nella piena operatività di un governo appena insediatosi e fortemente motivato nel dare un impulso alle politiche famigliari e di rilancio della natalità.

Operazione in salita, ma con l’introduzione del quoziente famigliare nella revisione del futuro Superbonus 90, c’è la prova che il governo intende fare sul serio nel mettere al centro la famiglia.

Dunque, si riparte dall’Assegno Unico, che fa parte del cosiddetto welfare famigliare e che sipuò considerare come una svolta positiva del Governo Draghi (pur con correzioni di squilibri da fare), ma si guarda al sistema fiscale, vera partita calda da cui dipenderà anche il funzionamento pieno dello stesso Assegno.

Ne è convinto anche Paolo Moroni, uno dei due rappresentanti, che nell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose segue l’aspetto politico e fiscale e che in questa chiacchierata con la Bussola anticipa le richieste che estenderà al ministro oggi stesso nel corso del primo colloquio informale con l'ANFN da quando il governo è insediato.

«Roccella ha già dichiarato che per molte famiglie numerose l’assegno costituisce una perdita, mi fa piacere che ci sia la volontà di correggere le disuguaglianze – spiega –. Poi, certo, bisogna concentrarsi sulle misure correttive e di miglioramento. Prima fra tutte l’incremento per le famiglie numerose con figli maggiorenni ancora a carico, la cui riduzione dell’assegno non è giustificata, anzi semmai andrebbe potenziata ed estesa oltre i 21 anni perché a quell’età non hanno ancora terminato il percorso di studi e sono ancora pienamente a carico dei genitori».

Buona parte dell’intervento delle Famiglie, però, verterà sulla riforma dell’Isee. «È la vera sfida da affrontare. Chiederemo che non pesi la casa, c’è un dibattito che portiamo avanti da molto tempo. L’Isee è un indicatore della situazione patrimoniale e reddituale equivalente, il mutuo pesa meno, è vero, ma pesa con franchigie di abbattimento che sono troppo basse. Ma il problema c’è anche sulle seconde case. È chiaro che se un immobile rende è un reddito, ma abbassare l’indicatore per un immobile che potrei vendere ma che preferisco tenere per lasciarlo ai figli non va nella direzione del cosiddetto favor familiae».

Moroni ha confidato di aspettarsi un confronto costruttivo con il rappresentante in Osservatorio del ministero del Lavoro, da cui dipende la revisione dell’Isee. «Chiederemo al Mef conto dell’aumento dell’assegno (era una delle principali misure inserite nel programma di governo della coalizione che ha vinto le elezioni del 25 settembre ndr)». Su questo c’è da registrare che un aumento ci sarà comunque, anche se simbolico, per effetto dell’adeguamento Istat dovuto all’inflazione mentre l’estensione della platea Isee che beneficerà del contributo pieno passerà dal limite di 15.000 euro Isee a 16.200 euro Isee, indipendentemente da quello che si riuscirà a fare per la revisione del meccanismo.

«La sfida della riforma fiscale è centrale e collegata. Ci sono due pilastri che non hanno consentito all’Assegno di decollare pienamente: l’Isee e l’aver tolto le detrazioni fiscali. La legge delega era scritta bene, il problema era la sua applicazione che è stata, diciamo, col braccino corto perché la delega diceva che tra le risorse da destinare all’Assegno Unico c’era il superamento delle detrazioni fiscali, ma nell’ambito di una più ampia riforma fiscale. Ecco, è mancata la riforma fiscale, perché quella che hanno fatto l’anno scorso è una revisione degli scaglioni delle aliquote. Diciamo che l’Assegno unico non può supportare il peso delle famiglie – in special modo quelle numerose – se manca l’equità fiscale».

Dunque, si apre il dibattito. Quoziente famigliare o Fattore Famiglia? «Sono cose diverse, il fattore famiglia stabilisce una no tax area per ogni componente secondo una percentuale e sarebbe l’ideale, ma anche il quoziente famigliare andrebbe bene. Purché si faccia presto e si parta con il 2023».

Basterà per il rilancio della natalità? Su questo bisogna stamparsi sulla fronte un memento grande come una casa: l'Italia destina alle politiche famigliari risorse pari all'1% del suo Pil e il suo tasso di sostituzione è un misero 1,2; la Francia il 2,2% e il suo tasso di sostituzione è dell'all'1,8 (fonte Ocse). Senza un raddoppio di risorse si potrà fare poco.