Arrestato Gao, scultore cinese dissidente che sbeffeggiava Mao
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Lo scultore cinese Gao Zhen, il più anziano del duo artistico dei “fratelli Gao”, da New York era tornato nella sua terra natia due mesi fa con la moglie e il figlio. Arrestato perché le sue sculture sbeffeggiano Mao.
Lo scultore cinese Gao Zhen, il più anziano del duo artistico dei “fratelli Gao”, da New York era tornato nella sua terra natia due mesi fa con la moglie e il figlio per visitare la famiglia d’origine. Avevano programmato di ripartire per New York il 3 settembre, ma non sono mai rientrati. La polizia lo aveva arrestato ed ora si trova in un centro di detenzione, con l’accusa di aver “danneggiato la reputazione e l’onore” di Mao con le sue statue satiriche.
La polizia cinese ha fatto irruzione nella residenza di Gao Zhen a Sanhe, nel nordest della Cina, la mattina del 26 agosto, portandolo via ammanettato, interrogando a lungo sua moglie e sequestrando molto materiale: sculture, disegni, hard disk con le sue opere. Già nel 2023 la polizia aveva tentato un’incursione nell’abitazione dello scultore, senza tuttavia trovarlo. Per un motivo che non è ancora conosciuto, Gao è comunque rientrato in patria, pur se consapevole del rischio che correva. La notizia del suo arresto, segreta in Cina, è trapelata solo il 31 agosto con un post sulla pagina Facebook dei fratelli Gao.
Lo scrittore cinese in esilio nel Regno Unito Ma Jian ha avuto la notizia dal fratello minore dello scultore arrestato, Gao Qing, rimasto a New York. Ha allora scritto una lettera aperta, firmata da altri artisti, per chiederne il rilascio. Nel documento vengono citate le sculture che possono aver portato all’arresto di Gao: “Miss Mao” in cui il fondatore della Repubblica Popolare viene rappresentato sotto forma di una caricatura pop di donna prosperosa e dal naso lungo (“madre mostruosa e mentitrice”) e anche “Mao inginocchiato si pente” dove lo stesso leader viene rappresentato fedelmente, ma in ginocchio e con l’espressione contrita.
L’accusa è di aver “danneggiato la reputazione o l'onore di eroi e martiri”. Una normativa relativamente recente, introdotta nel 2018. Tutte le sculture e i disegni sequestrati nello studio di Gao, hanno più di dieci anni, sono precedenti a quella legge. Ma attualmente lo scultore è detenuto a Sanhe.
«Oggi, il dipartimento di polizia di Sanhe sembra aver visto nei lavori di Gao Zhen una prova del crimine, ripetendo la persecuzione degli artisti nella Rivoluzione Culturale», scrive Ma Jian nella sua lettera aperta.
Gao Zhen, nato nel 1956, aveva dieci anni allo scoppio della Rivoluzione Culturale. Il fratello Qiang ne aveva quattro. Fu un evento che segnò profondamente la famiglia: il padre, un operaio venne arrestato nel 1968 e venne portato in un luogo «che non era un carcere, non era un commissariato, era qualcos’altro», come disse in un’intervista del 2009 Gao Zhen. «Tuttora non sappiamo se si sia suicidato, come le autorità ci hanno detto, o sia stato ucciso mentre era agli arresti», avrebbero scritto più tardi i fratelli Gao.
I fratelli Gao hanno iniziato la loro carriera di artisti nel 1985 e soprattutto dopo il massacro di piazza Tienanmen nel 1989. Fra fotografie, dipinti, sculture e performance dal vivo, la loro avrebbe potuto essere la tipica carriera di artisti contemporanei. Ma non in Cina, dove sono entrati in una lista nera governativa già nel 1989 che ridusse la loro libertà di movimento. Oltre alle sculture volutamente grottesche, come “Miss Mao”, appunto, oppure un piccolo Mao che resta in equilibrio (con l'asta) su un'enorme testa di Lenin, molte sono drammatiche, rappresentando fucilazioni e arresti arbitrari con crudo iperrealismo. Un’opera, “L’esecuzione di Cristo” raffigura anche una scena in cui Gesù viene fucilato da un plotone d’esecuzione delle Guardie Rosse (tutte con il volto di Mao).
Nonostante la loro arte fosse evidentemente dissidente e un’accusa all’ortodossia comunista, i fratelli Gao riuscirono a sfuggire sempre all’arresto, allestendo mostre segrete delle loro opere ed eludendo sempre la sorveglianza. Solo nel 2022 erano emigrati negli Stati Uniti dove erano già noti e rinomati al pubblico di appassionati di arte contemporanea. Forse proprio l’illusione di poter sempre sfuggire alla repressione cinese ha indotto Gao Zhen a rientrare in patria.
Il regime di Xi Jinping sta di nuovo rilanciando il culto della personalità di Mao e non ammette revisioni della storia ufficiale. L'arte pop e canzonatoria dei fratelli Gao, mal tollerata nella Cina post-comunista, non sfugge alla repressione di un regime che sta rapidamente tornando all'ortodossia comunista.