Anche a Natale il "burn-out" episcopale miete vittime
Il vescovo di Nevers chiede un periodo di «riposo» e «rinnovamento» di sei mesi. Per prevenire il burn-out che sembra un male sempre più diffuso tra i presuli.
Non è una rinuncia totale o anticipata (come quelle, recenti, viste a Lugano, a Rennes o a Newcastle) ma si colloca sulla stessa linea la richiesta del vescovo di Nevers di "staccare" per circa sei mesi dal governo della diocesi.
Lo ha reso noto con una breve lettera mons. Thierry Brac de la Perrière. Il presule, 61 anni, dal 2011 è alla guida della diocesi di Nevers (città in cui visse Santa Bernadette Soubirous e che tuttora ne custodisce le spoglie mortali). Nel testo diffuso il 28 dicembre, mons. de la Perrière confida di aver «chiesto al Santo Padre un tempo di riposo sabbatico e di rinnovamento di circa sei mesi».
«Questa decisione si è resa necessaria per riprendere fiato nella missione ricevuta dal Signore». Il vescovo non menziona esplicitamente cause particolari, ma sottolinea che si tratta solo di uno stacco «temporaneo» e le parole ricorrenti sono «discernimento» e «rinnovamento».
«È per prevenire una forma di burn-out», dice Famille Chretienne, nel commentare il breve testo. Nelle prossime settimane, come ha annunciato mons. de la Perrière, sarà nominato un amministratore apostolico.