Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santi Simone e Giuda a cura di Ermes Dovico
Tentata distrazione di massa

Altro che “omofobia”, Spano paga le sue scelte politiche

Ascolta la versione audio dell'articolo

Francesco Spano cerca di accreditarsi, con l’aiuto dei media mainstream, come vittima di “omofobia”, che però non c’entra nulla. Le sue dimissioni – giunte dopo le anticipazioni di Report – sono legate alle sue scelte politiche.

Editoriali 26_10_2024
Francesco Spano (ImagoEconomica)

Nuova puntata della vicenda Spano, dopo le sue dimissioni dal ruolo di capo di gabinetto di Alessandro Giuli, ministro della Cultura, a motivo delle anticipazioni, diffuse sui media, della prossima puntata di Report che avrebbe scoperto che Marco Carnabuci, il compagno di Spano a lui unito civilmente, avrebbe avuto un incarico di lavoro presso il Maxxi quando lo stesso Spano ne era direttore. Dopo averle prese, ora il dimissionario capo di gabinetto cerca di darle e si rifugia nel solito cliché dell’attacco omofobo, dato che lo Spano è omosessuale dichiarato e pure unito civilmente.

In una prima intervista, alla Stampa, afferma che «quello che è diventato insopportabile è la continua macchiettizzazione della mia persona e della mia vita privata. […] Il tema dell’omofobia è gigantesco nel nostro Paese, ma ancor peggiore è il ricorso al discredito personale e del privato di una persona per fini strumentali, di potere, di audience, di quello che vuole».

In un’altra intervista, a Repubblica, la musica non cambia: si è dimesso, lui dice, non tanto per il fatto legato al Maxxi, bensì perché «c’è stato un attacco alla mia vita privata e alle mie scelte». Alla domanda del giornalista se Spano si senta «vittima di un attacco omofobo della destra», il Nostro risponde positivamente e così continua: «Posso capire le critiche alle mie scelte di vita, non pretendo che tutti la pensino come me o vivano nel mio stesso modo. Ma non mi aspettavo un attacco alla mia vita privata e alle mie scelte».

Dunque, in sintesi, Spano si è dimesso non tanto per le indiscrezioni trapelate sul presunto conflitto di interessi che lo avrebbe visto implicato ai tempi della direzione del Maxxi, bensì per “omofobia”. È la stessa tesi sostenuta, tra gli altri, da Ivan Scalfarotto sul Giornale e dagli ospiti di Lilly Gruber ad Otto e Mezzo dove in cinque si sono scagliati sul capace Jacopo Coghe di Pro Vita & Famiglia, dando una eccellente prova di cosa sia l’intolleranza ideologica.

Al netto di possibili e isolate invettive poco rispettose verso la persona di Spano a carico di qualche personaggio un poco fumantino (vedi lo sconosciutissimo Fabrizio Busnengo, nientepopodimeno che ex coordinatore di Fratelli d’Italia del IX municipio di Roma), la cosiddetta omofobia non c’entra nulla, tant’è vero che i nemici numeri uno di Spano sono stati Le iene, al tempo dello scandalo Unar, e Report, programmi entrambi di ispirazione chiaramente sinistrorsa.

Dunque, tirare in ballo l’omofobia non è pertinente e l’omosessualità di Spano è aspetto meramente accidentale. La questione invece è di altro tipo ed è duplice. Da una parte abbiamo la vicenda legata al Maxxi: in futuro si verificheranno le fondatezze delle accuse e si vedrà se la magistratura dovrà pronunciarsi. Su un secondo versante – ed è quello che a noi più preme mettere in luce – Spano non poteva e non doveva assumere l’incarico di capo di gabinetto di un ministero afferente ad una coalizione di destra per motivi squisitamente politici. In primis perché il dimissionario capo di gabinetto è sempre stato uomo di sinistra, come ha ben spiegato Andrea Zambrano da queste stesse colonne solo una decina di giorni fa. In secondo luogo perché, tra le scelte operative fatte da costui nella sua militanza politica, ha appoggiato apertamente l’agenda Lgbt. E se una parte politica e una fettina di società non condividono questo orientamento pro-Lgbt non possono essere tacciati di “omofobia”. Gridare all’“omofobo” allora è solo pretestuoso, un trucchetto per distrarre l’attenzione, per farsi passare da vittima.

Spano poi calca su questo ruolo aggiungendo di essere cattolico: «La mia coscienza politica si inserisce nella tradizione del cattolicesimo democratico», riferisce alla Stampa. E poi su Repubblica: «Io sono per educazione, anche per educazione cattolica, una persona tollerante nei riguardi di chiunque». Al di là del fatto che, se Spano si dice cattolico, dovrebbe tentare di abbandonare il proprio orientamento omosessuale perché così insegna la Chiesa, ciò che rileva in questo contesto è la tattica di dirsi cattolico in primis per strizzare l’occhio a quei cattolici non molto pro-family perché più pro-gay; e, in secondo luogo, per presentarsi in tutta la sua mitezza e bontà. In breve: sono gay e cattolico, perché tanto accanimento contro di me?

Insomma, è lo stesso Spano che strategicamente ha voluto convertire una vicenda squisitamente politica in una squisitamente personale. E invece non sono le sue scelte personali ad aver sollevato il polverone che lo ha portato alle dimissioni, bensì le sue scelte politiche, il suo posizionamento partitico e quindi anche le decisioni altrettanto politiche in dissonanza con l’orientamento dell’attuale governo. Si tratta di coerenza politica. Tutto qui. Niente di personale, Spano.



le dimissioni del capo di gabinetto

Meloni ha aspettato che la bomba Spano le scoppiasse tra le mani

24_10_2024 Andrea Zambrano

Le dimissioni del capo di gabinetto di Giuli arrivano per troppe cause non chiarite: da un favoritismo al "compagno" alle offese omofobe. Ma non per l'unico motivo per cui non doveva essere nominato: lo scandalo Unar-gay. Meloni dice di «non aver seguito la vicenda», ma poteva disinnescare la bomba un mese fa, quando uscì il nostro primo articolo e la sua nomina non era stata ancora fatta. 

giuli sapeva?

Quando Spano all'Unar sponsorizzava gli insulti a Salvini

16_10_2024 Andrea Zambrano

Mentre Pro vita lancia un mail bombing indirizzato alla Meloni per revocare la nomina di Spano, emerge un episodio che mostra la sua attività quando era all'Unar: il patrocinio al Festival cosentino Salvini è nu tamarru, creato ad hoc per insultare il leader leghista. 

è capo di gabinetto

Giuli bluffa: ma quale tecnico? Spano è un fondatore del Pd

15_10_2024 Andrea Zambrano

Giuli nomina Spano suo capo di gabinetto e Pro Vita insorge: «Indecenza politica, tradita la coerenza tra maggioranza ed elettori». Il ministro lo spaccia per tecnico, in realtà oltre ad essere un attivista gay è stato nel 2007 tra i fondatori del Pd e ha una lunga storia di militanza politica nei Dem, grazie ai quali ha ottenuto tutti gli incarichi.

la petizione

Pro Vita chiede a Giuli la revoca di Spano, il ministro è già in trincea

12_10_2024 Andrea Zambrano

Dopo i nostri articoli su Spano vice capo di gabinetto di Giuli, Pro Vita e Famiglia lancia la petizione: «Inaccettabile, annulli la nomina». Ma il ministro tira dritto e caccia il capo di gabinetto Giglioli spalancando così le porte all'ex direttore Unar dello scandalo prostituzione gay.

il nuovo corso di giuli

In corsa per un posto al Ministero l'uomo dello scandalo gay-Unar

24_09_2024 Andrea Zambrano

Secondo il Messaggero (non smentito) il neo ministro della Cultura Giuli ha pronto un incarico di rilievo per l'attuale segretario del Maxxi di Roma, Spano. Ma è lo stesso che il Centrodestra portò alle dimissioni, indignato dopo lo scandalo dei fondi Unar al sottobosco delle associazioni dedite alla prostituzione gay.