Altri cristiani vittime del jihad in Nigeria
Nel nord est sono morti saltando su una mina due insegnanti cristiani e nella fascia centrale otto cristiani sono stati uccisi dai Fulani

Nel nord est della Nigeria i cristiani sono perseguitati da Boko Haram e dall’Iswap, due gruppi jihadisti affiliati rispettivamente ad al Qaeda e all’Isis. Nella fascia centrale del paese sono gli attacchi dei Fulani, pastori transumanti di fede musulmana, a minacciarne la vita. Due insegnanti cristiani, Blessing Luka e Gideon Bitterleaf, sono morti il 12 maggio quando l’auto su cui viaggiavano ha colpito un ordigno esplosivo ed è saltata in aria. Stavano percorrendo la superstrada che collega Damboa a Maiduguri, la capitale dello stato del Borno. Un tempo arteria vitale, adesso, spiega l’associazione International Christian Concern che riporta la notizia dell’attentato, “è diventata una rotta del terrore intrisa di sangue. Boko Haram e la sua fazione rivale, l’Iswap, hanno trasformato questa strada di 87 chilometri in una trappola mortale, utilizzando mine antiuomo, imboscate e rapimenti per terrorizzare i civili e scoraggiare le operazioni umanitarie. “Blessing e Gideon hanno servito con amore e coraggio in una delle regioni più pericolose del paese – è il commento di un Pastore che conosceva due insegnanti – le nostre comunità cristiane sono sfinite a forza di seppellire i propri cari”. Nella fascia centrale due giorni dopo, il 14 maggio, dei Fulani hanno attaccato alcuni villaggi in gran parte abitati da cristiani nello stato del Plateau. Hanno ucciso otto cristiani, tra cui alcuni bambini, e hanno distrutto più di 740 acri di terreni agricoli. Testimoni hanno raccontato che i Fulani hanno fatto irruzione nel villaggio di Wereng di notte e hanno aperto il fuoco sulle famiglie che stavano dormendo. Prima di andarsene hanno incendiato delle abitazioni e hanno saccheggiato delle scorte di cibo. Nel villaggio di Kpachudu hanno invaso i terreni coltivati, hanno liberato il bestiame perché li calpestasse, vi pascolasse e distruggesse i raccolti. Oltre 300 ettari di terreni agricoli sono stati devastati, coltivati a mais, cavoli, patate e peperoncini piccanti, tutti quasi maturi per il raccolto. Con questi attacchi i Fulani mirano a cacciare i cristiani e occuparne le terre. “Distruggono tutto deliberatamente, rubano il nostro bestiame – ha raccontato un agricoltore intervistato da International Christian Concern – e quando li denunci loro tornano di notte e ci uccidono”. “Succede di continuo e nessuno viene mai arrestato” è la denuncia di un altro agricoltore” e un altro ancora ha detto: “i militari si schierano con loro. Veniamo arrestati quando muore una mucca, ma nessuno viene ritenuto responsabile quando bruciano le nostre case e distruggono il nostro cibo”. In effetti ci sono prove che le forze dell’ordine siano complici dei Fulani oppure li lasciano fare senza intervenire.