Alle origini del Giubileo
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Risale al 1300, sotto Bonifacio VIII, l’istituzione del primo Giubileo cristiano, con la concessione dell’indulgenza plenaria a quanti si fossero recati alle basiliche di San Pietro e San Paolo. Fu poi Paolo II a fissare il Giubileo ogni 25 anni.
Nel popolo ebraico il suono del corno d’ariete, lo yobel, sanciva l’inizio del Giubileo, anno in cui la terra rimaneva a riposo e gli schiavi venivano liberati. L’occorrenza si verificava ogni cinquant’anni. Nel libro del Levitico leggiamo:
«Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel Paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo, esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest'anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo».
Nella storia della Chiesa furono indetti anni santi già nel 1122, quando papa Callisto II († 1124) stabilì un anno giubilare per il 1126 in onore dell’apostolo san Giacomo il Maggiore. Per ottenere il perdono dei peccati e in particolare delle relative pene temporali era necessario recarsi in pellegrinaggio a Santiago di Compostela, confessarsi e comunicarsi. Da allora furono celebrati gli anni santi giacobei quando la festa del santo, che ricorre il 25 luglio, cade di domenica. La cadenza regolare di sei, cinque, sei, undici anni fa sì che ci siano quattordici anni santi giacobei ogni secolo.
Nel 1216 fu concesso poi il Perdono d’Assisi da papa Onorio III con l’indulgenza plenaria per chi, confessato e comunicato, avesse visitato la Porziuncola il 2 agosto, «dai primi vespri compresa la notte, sino ai vespri del giorno seguente» (indulgenza poi modificata ed estesa ad altre chiese nei secoli successivi). Nel 1294 papa Celestino V concesse il perdono di tutti i peccati, sia per la colpa che per la pena, a chi si fosse recato in pellegrinaggio alla basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila dai vespri del 28 agosto a quelli del 29. Da allora l’evento si ripete ogni anno ed è noto come Perdonanza Celestiniana nelle stesse date, così come ogni anno da più di ottocento anni si celebra il Perdono d’Assisi.
Col perdono di papa Celestino V siamo quasi alla vigilia del primo Giubileo cristiano (secondo la tradizione) che fu sancito da papa Bonifacio VIII il 22 febbraio 1300 con l’emanazione della bolla Antiquorum habet fida relatio che concedeva l’indulgenza plenaria a chi si fosse recato in pellegrinaggio alle basiliche di San Pietro e di San Paolo almeno una volta al giorno per trenta giorni (consecutivi o meno), se residente a Roma, o per quindici giorni, se abitante all’esterno della città. Condizioni per la remissione dei peccati erano, come sempre, il pentimento e la confessione.
In realtà, l’affluenza di pellegrini a Roma era già iniziata da diversi mesi, alla fine del 1299. Folle di fedeli si recavano sulla tomba di san Pietro, convinte che la visita avrebbe permesso loro di lucrare il perdono per l’approssimarsi dell’anno centenario. Il numero dei credenti crebbe ancora di più all’avvicinarsi del Natale. Il papa ricercò se ci fossero basi storiche per accreditare quella credenza popolare. Non trovò nulla. Decise comunque di emanare una bolla con la quale decretava l’anno santo ogni cent’anni. L’indulgenza poteva essere lucrata dal Natale 1299 fino alla vigilia di Natale del 1300. Venivano perdonati tutti i peccati ed era cancellata ogni pena.
Nei mesi successivi la folla dei fedeli crebbe in maniera impressionante. Da ogni parte d’Europa giungevano credenti. Non si era mai visto un afflusso tale. Le cronache dell’epoca riportano dati forse esagerati e iperbolici: ogni giorno entravano e uscivano trentamila pellegrini dalla città; alla vigilia di Natale a Roma erano presenti due milioni di pellegrini. Non è possibile attestare la veridicità di questi dati, ma comunque essi documentano la meraviglia delle persone dinanzi al fenomeno che si stava verificando nella città santa. Certamente l’evento fu tale che furono presi provvedimenti eccezionali per favorire la circolazione, ad esempio l’apertura di un’altra porta per accedere in città.
Cosa accadde dopo il primo Giubileo? Venne mantenuta la cadenza dei cent’anni voluta da papa Bonifacio VIII? Durante la cattività avignonese papa Clemente VI accondiscese alle richieste provenienti da più parti che il Giubileo venisse celebrato ogni cinquant’anni. Si ebbe così il secondo Giubileo nel 1350. Papa Urbano VI fissò la cadenza del Giubileo ogni 33 anni. Alla sua morte (1389) il papa successore Bonifacio IX indisse il Giubileo per il 1390. Successivamente vennero celebrati i Giubilei del 1400, 1425, 1450. Saltò la data prevista del 1433. Una bolla del 1470 di papa Paolo II fissò il Giubileo ogni 25 anni. Da allora i Giubilei vennero celebrati ogni 25 anni, nella forma ordinaria. Il papa può, però, indire anche un Giubileo straordinario quando lo ritenga opportuno.
Tanti artisti e letterati si recarono a Roma per il Giubileo, lo raccontarono e lo descrissero nelle loro opere. Ne parleremo a partire dalla prossima puntata.