Allarme per nuovi casi di Ebola scoperti lontano dall’epicentro dell’epidemia
Ebola ha raggiunto una terza provincia della Repubblica democratica del Congo e un’area difficile da raggiungere perché quasi del tutto controllata da gruppi armati
Nella notte tra il 16 e il 17 agosto sono stati individuati due casi di Ebola nella provincia del Sud Kivu. Finora l’epidemia dal Nord Kivu, dove è iniziata, si era estesa solo all’Ituri. Si apre così un nuovo fronte nella lotta all’epidemia. A rivelarsi positive al virus sono stati una donna di 26 anni e uno dei suoi figli che provenivano da Beni, la città più colpita dall’epidemia. La donna è deceduta. Un altro caso è stato registrato il 19 agosto a Walikale, nel Nord Kivu, ma in una zona lontana dall’epicentro dell’epidemia che inoltre è quasi interamente controllata da gruppi armati. Il vaccino sperimentale della Merck, già iniettato in circa 200.000 persone, è efficace al 97,5% e può proteggere una persona per un anno. È l’unico vaccino finora approvato dal comitato etico della Repubblica democratica del Congo. Si sta discutendo da alcune settimane se utilizzare anche un altro vaccino prodotto dalla Johnson&Johnson che però richiede due somministrazioni a distanza di circa due mesi, cosa che può risultare difficile considerando la situazione instabile della regione. Inoltre, per quanto l’Oms e le organizzazioni non governative ritengano utile l’utilizzo di un secondo vaccino, si teme che la cosa desti sospetto e venga rifiutata dalla popolazione che già pone molti problemi per il suo atteggiamento diffidente e poco collaborativo. Una buona notizia è che forse presto Ebola potrebbe essere “prevenibile e curabile”. Il 12 agosto una equipe di scienziati ha annunciato che la somministrazione di due nuovi farmaci su ammalati congolesi aumenta notevolmente il tasso di sopravvivenza. Si ritiene che potrebbe raggiungere il 90%, mentre adesso è del 50% circa, ma a condizione che il trattamento inizi presto. Il problema è proprio l’individuazione rapida dei casi. Molti ammalati vengono individuati troppo tardi sia per curarli sia per identificare tutte le persone entrate in contatto con loro, isolarle e vaccinarle.