Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
scandalo

Alla sagra dell'incoerenza Cupich premia l'abortista Durbin

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Il senatore dem, sostenitore delle politiche pro-aborto, riceverà un premio dal cardinale di Chicago per meriti immigrazionisti. Il porporato si appella a un'«etica coerente della vita» difficile da intravedere sotto la tipica schizofrenia del cattolico adulto. 

Editoriali 25_09_2025
STEFANO CAROFEI - IMAGOECONOMICA

Mettiamola subito sulla provocazione: perché mai non si dovrebbe uccidere un immigrato sopravvissuto ad un naufragio, se risulta lecito uccidere un bambino sopravvissuto ad un aborto? La domanda andrebbe rivolta al signor Dick Durbin, senatore democratico americano, roman catholic di quelli adulti, noto sostenitore dell’aborto e accanito oppositore della legislazione che protegge i bambini scampati dall’uccisione nel grembo materno. Ed andrebbe posta anche all’arcivescovo della diocesi di Chicago, il cardinale Blase Cupich, che ha avuto la brillante idea di premiare, il prossimo 3 novembre, il senatore dem per il suo indefesso lavoro pro-immigrazionismo, come paladino della dignità umana.

Non è difficile rendersi conto che Durbin e l’amico arcivescovo che lo premia sfoggiano la loro appartenenza ad una pericolosa sottospecie del cattolico adulto: il cattolico adulto schizofrenico. O bipolare, come preferite. Quella sottospecie che di fronte alla domanda provocatoria di cui sopra, si stupisce (o si innervosisce) che essa venga anche solo semplicemente formulata.
La giustificazione della incredibile decisione è presto detta: Durbin non viene premiato per il suo sostegno all’aborto, ma per la sua difesa dell’immigrazione, le cui tinte ideologiche risultano piuttosto evidenti. Concetto così tortuosamente espresso dal cardinale: «Al cuore dell'etica coerente della vita c'è il riconoscimento che l'insegnamento cattolico sulla vita e la dignità non può essere ridotto a una singola questione, anche se importante come l'aborto».

Il cattolico adulto schizofrenico riesce a pronunciare frasi come quella appena riportata senza arrossire, pensando al contrario di dire qualcosa di estremamente intelligente e maturo. Non gli passa affatto per la testa che la più pertinente e acuta critica della sua scelta sia racchiusa proprio nella sua affermazione. Perché è proprio il premio che verrà conferito a Durbin a seppellire “l’etica coerente della vita”, ritenendo che una sola questione, quella dell’immigrazione, sia in grado di esprimere una tale coerenza sulla dignità dell’uomo, da dover essere premiata pubblicamente.
A dire il vero, Cupich ha anche provato a mugolare che la sua decisione sarebbe in linea con quella della Santa Sede, che invita i vescovi a dialogare con i politici cattolici nell’ambito delle loro competenze. Peccato che Durbin non sia stato invitato a bere un caffè con l’arcivescovo, in un contesto di amabile confronto, ma a ricevere un riconoscimento pubblico.

Ci sarebbe di che sorridere, se non fosse una tragedia, sul fatto che l’evento di beneficenza, all’interno del quale Durbin riceverà il riconoscimento, è stato battezzato Keep Home AliveLight in the Darkness. Evidentemente, per il cardinale Cupich, che i bambini nel grembo materno non abbiano lo stesso diritto a mantenere viva la speranza di un immigrato clandestino non è aspetto che stride con la promozione della dignità umana. Che si debba offrire una luce nelle tenebre ad un immigrato, ma la si possa negare ad un bambino nel grembo materno non è posizione dissonante con “l’etica coerente della vita”. Il cattolico adulto schizofrenico, appunto.

La decisione della diocesi di Chicago rivela anche il vero volto della tanto raccomandata unità nell’episcopato, che può essere lecitamente brandita solo per far tacere il dissenso scomodo, mentre può essere tranquillamente calpestata per far avanzare le diverse agende ideologiche anticristiane all’interno della Chiesa cattolica. E così Cupich ha ritenuto che l’unità dell’episcopato americano avrebbe brillato di singolare chiarore conferendo un riconoscimento a quel senatore che nella propria diocesi di origine, a. D. 2004, precisamente per le sue posizioni abortiste, era stato ammonito dal proprio vescovo di non accostarsi a ricevere la Santa Comunione. Una promozione dell’unità che però mons. Thomas Paprocki sembra non aver compreso né gradito, dal momento che ha dichiarato di essere nientemeno che scioccato dalla decisione del confratello nell’episcopato. E con lui, molti cattolici. Quelli poco adulti e soprattutto non schizofrenici.

Difficile non pensare che la scelta del cardinale Cupich sia un tentativo di testare il polso del nuovo Papa sulla questione, tanto importante soprattutto nella Chiesa statunitense, del rapporto tra il Vangelo della vita e la politica, questione correlata a quella dei principi non negoziabili, ossia all’ordine dei valori all’interno del bene comune. Principi non negoziabili che costituiscono il farmaco per guarire la schizofrenia del cattolico adulto; perché se non si blinda la difesa della vita innocente e indifesa di un bambino nel grembo della propria madre, qualsiasi altro discorso sulla dignità umana risulta infondato e farisaico. Ragione per cui, il senatore dem non dovrebbe neppure prendere la parola in un contesto cattolico (a dire il vero, nemmeno civile). Altro che premio.

Intanto, in attesa che Leone XIV prenda posizioni forti (e si auspica al più presto e, soprattutto, nella giusta direzione), potrebbe sfruttare il fattore età: Cupich, classe 1949, da oltre un anno ha dovuto presentare le dimissioni per il compimento del 75° anno di età. Meglio sarebbe accettarle. Magari il prossimo 3 novembre.



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