Alfie ha ricevuto l'unzione degli infermi
Un sacerdote italiano, don Gabriele, che vive a Londra, colpito dagli appelli della famiglia di Alfie al vescovo e alla Chiesa e dal fatto che il bambino non ha mai ricevuto l'unzione degli infermi è partito questa mattina per venire a Liverpool ad amministrare il sacramento.
Un sacerdote italiano, don Gabriele, che vive a Londra, colpito dagli appelli della famiglia di Alfie al vescovo e alla Chiesa e dal fatto che il bambino non ha mai ricevuto l'unzione degli infermi, è partito questa mattina per venire a Liverpool ad amministrare il sacramento.
Il sacerdote in questi mesi ha seguito la vicenda del piccolo pregando per lui e cercando di sensibilizzare i fedeli e la Chiesa sulla limitazione del diritto alla vita dei bambini malati: «Mi ha portato qui la preoccupazione di vedere che non aveva ancora ricevuto questo sacramento, per questo ho proposto di farlo. Ho letto dal vostro giornale che un sacerdote di Liverpool a cui vi siete rivolti vi ha risposto "it is not my job" e sono venuto. Tutte le circostanze sono poi state favorevoli a portarmi qui. Se la Chiesa vuole essere madre deve avvicinarsi ai deboli, ai malati e agli ultimi».
Thomas ha accolto don Gabriele con gioia mentre è in attesa della sentenza della Corte d'Appello di Londra dove si è discusso della libertà dei genitori di decidere in quale ospedale curare Alfie.
Don Gabriele ha spiegato a Thomas che questo sacramento è il segno della presenza reale di Cristo e che può fare miracoli. Ma che tutto è in funzione della salvezza eterna, il paradiso». Thomas dice: «È vero, so che è più potente di una benedizione. Non potevo portare Alfie in Chiesa ma abbiamo portato la Chiesa ad Alfie».
Don Gabriele ci spiega che quando Thomas si avvicina ad Alfie «lui si muove, reagisce», che «lo riempie di baci: lo ama proprio». A noi spiega che «è preoccuoante che si stia violando il quinto comandamento in un modo così superficiale. È invece bello vedere un padre con principi chiari, capace di riconoscere il bene dal male, senza le complicazioni che spesso nei sacerdoti introduciamo, facendoci influenzare dalla mentalità fluida».
Il sacerdote si domanda come facciano i giudici «a dire che è nel miglior interesse del bambino morire piuttosto che avere le convulsioni (che per i medici dell'Alder Hey potrebbero avvenire come effetto del volo sull'aeroambulanza). Si comincia a ragionare così quando la vita non è più sacra».