Akash Bashir, il primo pakistano avviato agli onori degli altari
È morto perché ha fermato abbracciandolo un jihadista che tentava di entrare in una chiesa gremita di fedeli e farsi esplodere
Si è chiusa il 15 marzo in Pakistan la fase diocesana del processo per il riconoscimento del martirio di Akash Bashir, il giovane pakistano di 18 anni che il 15 marzo di nove anni fa è morto per salvare dei fedeli durante un attentato jihadista suicida alla Saint John Catholic Church e alla Christ Church di Youhanabad, un sobborgo di Lahore. Quella domenica di marzo entrambe le chiese erano gremite di fedeli. I terroristi, che appartenevano al gruppo jihadista Tehreek-e-Taliban Pakistan Jamaatul Ahrar, intendevano farsi esplodere all’interno, ma non sono riusciti a entrare perché il personale di sicurezza si è insospettito. Così hanno attivato all’esterno l’esplosivo che indossavano, provocando 17 morti e 70 feriti. Le vittime sarebbero state molte di più se fossero riusciti a entrare. Akash Bashir che stava a guardia di un ingresso della Saint John Catholic Church si è trovato davanti uno degli attentatori. Per fermarlo lo ha afferrato, abbracciandolo. “Morirò, ma non lascerò che tu entri” sono state le sue ultime parole prima che l’attentatore si facesse esplodere uccidendolo insieme ad alcuni fedeli che si trovavano a poca distanza. Nel primo anniversario della sua morte l’arcidiocesi di Lahore aveva avviato la procedura per chiederne la canonizzazione. Bashir è il primo cattolico pachistano avviato come servo di Dio verso l’onore degli altari. Il tribunale diocesano che nei due anni scorsi ha esaminato la sua breve vita ha stabilito che il gesto di grande coraggio da lui compiuto è stato reso possibile dalla vita che fino ad allora aveva condotto, spesa testimoniando le virtù cristiane. Adesso, come prescrive il diritto canonico, gli atti del processo di beatificazione verranno inviati a Roma dove l’indagine proseguirà presso il Dicastero per le cause dei santi. Akash Bashir era nato il 22 giugno 1994 a Risalpur, nella provincia pakistana di Nowshera Khyber Pakhtun Khwa. Abitava insieme ai genitori e ai fratelli in un piccolo appartamento. Frequentava il Don Bosco Technical Institute di Lahore e partecipava alle attività giovanili della parrocchia di Saint John.