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SANTA MARIA IN SABATO

Ai piedi di quella croce

Dalla croce Gesù affida alle cure materne di Maria non solo Giovanni, il discepolo prediletto, ma l’umanità intera, che tutta predilige. La Chiesa, che a Pentecoste riceverà il sigillo dello Spirito, nasce in quel momento.

Editoriali 23_03_2013
San Giacomo - Levanto, bassorilievo

Oggi è il sabato che ci introduce alla settimana santa, il cuore degli eventi cristiani. Come dunque non richiamare Maria e quella sua presenza così importante ai  piedi della croce? Solo dall’evangelista Giovanni, testimone diretto perché presente anch’egli vicino al patibolo, apprendiamo una cosa di grande rilievo e cioè che tra le ultime parole di Gesù, alcune sono proprio rivolte alla Madre e coinvolgono anche lui, il discepolo prediletto: «Gesù allora, vedendo la Madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla Madre: "Donna ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: "Ecco la tua Madre!”».

Sulla base di una riflessione teologica e spirituale che ha occupato due millenni, noi oggi sappiamo che quelle parole apparentemente semplici non erano soltanto un atto di amore filiale di Gesù nei confronti della Madre che stava per lasciare e un atto di fiducia nel discepolo prediletto al quale egli la affidava. Esse infatti, in realtà, contenevano un significato assai più profondo e straordinario dal momento che proprio da esse nasceva, seppure nel nascondimento della morte, quella Chiesa che poi alla Pentecoste riceverà il sigillo pubblico e ufficiale dello Spirito.

Scoprire tutto questo non sarà un cammino breve. Inizialmente, infatti, l’aspetto che più colpì la comunità cristiana fu proprio quello più appariscente, cioè lo strazio di Maria, come quello di Madre che vede il Figlio innocente condannato a morte. Ma ugualmente veniva sottolineata la grande prova alla quale la fede di lei, in questo caso oltre che madre anche perfetta discepola del Figlio stesso, veniva sottoposta. Ed è proprio riflettendo su questo aspetto che sia presso il popolo cristiano sia nella liturgia andrà sviluppandosi il culto e poi la festa  della “Addolorata”. Così come, lo abbiamo già detto quando abbiamo presentato questa rubrica intitolata a “Santa Maria in sabato”, questa dedicazione di un giorno speciale alla Madre ha come causa più probabile proprio la riflessione sulla sua fede incrollabile nella missione del Figlio. Fede che non aveva abbandonato Maria neanche in quel sabato così difficile che stava tra il venerdì della morte e la domenica di risurrezione.

Addolorata, dunque, e molto; ma anche indomita nella sua fede, come sempre del resto, sicura e abbandonata alla volontà di Dio nel cui disegno era entrata fin dall’inizio, senza dubbi o discussioni. E per tutto questo esemplare, anche per noi oggi, proprio come ricorderemo anche durante le funzioni della settimana santa.

Ma non è tutto, perché poco a poco si intravederà altro. Si capirà cioè che in quelle parole c’è molto di più. C’è il fatto di affidare per il futuro alle cure materne di Maria non solo Giovanni ma in lui, quale rappresentante, l’umanità intera. Di affidare cioè a quella donna straordinaria che con il suo sì aveva permesso al piano di Dio di iniziare il suo corso, quel corpo mistico di Cristo che proprio da quella morte in croce stava nascendo. Quella Chiesa che nei secoli a venire avrebbe permesso ad ogni credente di incontrare Gesù Salvatore vivo e operante come duemila anni fa in Palestina.

Non è stato tuttavia un cammino facile, e neanche del tutto concluso, questo del ruolo svolto da Maria nella redenzione. Tuttora se ne discute, divisi tra il timore di sottrarre qualcosa a Gesù, e la convinzione che più si scava nella grandezza della Madre e più, in realtà, il Figlio ne risulta esaltato. E questo perché, se Maria non è nulla da sola, è invece assai come “serva” del Signore e “prototipo” di una umanità pienamente redenta.
Per questo una tappa assai importante di tale cammino, da ricordare e meditare nel corso della settimana santa che ci attende, è stata certamente la decisione coraggiosa presa da Paolo VI, superando in un colpo solo ogni incertezza residua, di proclamare ufficialmente nel dicembre 1964, Maria “Madre della Chiesa”.