Africa. Una regione in movimento
Nei primi sei mesi del 2019 Corno d’Africa e Africa orientale hanno registrato 11,6 milioni di profughi, mentre gli emigranti arrivati in Europa via mare è diminuito dell’80%
L’Alto Commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi si è più volte congratulato con i paesi africani e in particolare con quelli del Corno d’Africa e dell’Africa orientale portandoli a esempio di accoglienza nei confronti dei rifugiati. L’ultima occasione è stato l’annuale incontro a Ginevra del Comitato esecutivo dell’Unhcr. Aprendo i lavori il 7 ottobre, Grandi ha parlato del loro impegno, citando gli “enormi passi avanti compiuti” tra gli altri da Etiopia, Kenya, Gibuti e Uganda, per inserire i rifugiati nei loro sistemi sanitari e scolastici e nelle loro economie, con il sostegno, ovvero grazie ai finanziamenti di Banca Mondiale, aiuti bilaterali e investimenti privati, e naturalmente ai fondi dell’Unhcr. Inspiegabilmente il Commissario Onu non dice mai che quegli stessi paesi, se anche fossero davvero modelli esemplari di accoglienza nei confronti dei profughi che espatriano in cerca di aiuto, sono però anche grandi “produttori” di profughi, sia interni che rifugiati. Un rapporto presentato il 1° ottobre dall’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, intitolato “Una regione in movimento”, rivela che nei primi sei mesi del 2019 nella regione gli sfollati ammontavano a 8,1 milioni, i rifugiati e i richiedenti asilo a 3,5 milioni. Il rapporto definisce la regione “estremamente dinamica essendo che i suoi abitanti continuano a entrare e uscire da situazioni di vulnerabilità”. In Etiopia, Somalia e Sudan del Sud a mettere in fuga la popolazione è stato l’ intensificarsi della violenza interetnica mentre altri fattori di conflitto sono diminuiti. In Somalia, Kenya settentrionale, Etiopia sudorientale, Gibuti e Uganda settentrionale anche la siccità ha contribuito ad aumentare gli sfollati. Da segnalare, informa il rapporto, gli oltre 84.000 emigranti in Yemen, il 90% dei quali etiopi, il 10% somali. Nei primi sei mesi dell’anno il numero di emigranti provenienti dalla regione che hanno raggiunto via mare Grecia, Italia e Spagna è diminuito di quasi l’80% rispetto allo stesso periodo del 2018: da 3.011 a 365.