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Covid-19

Africa. Se l’emergenza coronavirus si innesta su crisi già esistenti

Corno d’Africa, Grandi Laghi, Africa orientale. L’Unhcr si prepara a gestire l’emergenza Covid-19 per salvare milioni di profughi in condizioni già critiche

Migrazioni 13_04_2020

L’Unhcr, Alto commissariato Onu per i rifugiati, il 7 aprile ha avviato una raccolta di fondi straordinaria per interventi di emergenza in risposta al Covid-19. Un’area particolarmente critica è la regione dei Grandi Laghi, del Corno d’Africa e dell’Africa orientale che ospita grandi concentrazioni di rifugiati e sfollati. Condizioni di sovraffollamento e di scarsa igiene, problemi di accesso all’acqua, mezzi di sussistenza incerti, insicurezza alimentare rendono i profughi particolarmente vulnerabili al virus, sia nei campi che nelle aree urbane. La misure di sicurezza adottate dagli 11 paesi della regione hanno ripercussioni negative sulla loro vita perché rallentano e possono provocare sospensioni degli approvvigionamenti di generi di prima necessità proprio mentre molti profughi perdono il lavoro e restano privi di mezzi di sussistenza. L’emergenza causata dall’epidemia si aggiunge a condizioni già critiche perché il 60 per cento dei profughi hanno subito una riduzione delle razioni alimentari dovuta alla mancanza di fondi. L’Unhcr fa appello ai governi dei paesi della regione affinché includano i profughi in tutti i loro programmi di assistenza sociale nell’attesa di riuscire a fornire almeno alle persone più vulnerabili una somma di denaro una tantum per aiutarli a far fronte ai bisogni di base. Problema non secondario è il fatto che le scuole sono state chiuse e questo lascia circa un milione di studenti profughi senza istruzione. L’Unhcr è in contatto con governi e organizzazioni non governative per vedere se è possibile attivare dei programmi di educazione on line almeno in alcuni paesi. Unica nota positiva è che finora tra i profughi non si sono verificati casi di contagio.