Africa e vaccini: quante fake news
Tra gli stati più generosi si contano gli Stati Uniti e quelli europei. Gli Usa hanno garantito un miliardo di dosi, l’Unione Europea si è impegnata per un miliardo di euro di contributi. Perché allora si continua a ripetere che i "paesi ricchi" hanno comprato tutto lasciando soli i "paesi poveri", Africa in testa?
Siamo sommersi da informazioni false, fuorvianti, incomplete, create per alterare i fatti, per confondere, ingannare, orientare l’atteggiamento nei confronti di persone, situazioni, argomenti. Certe sono facilmente riconoscibili, eppure sono tanti a prenderle per buone. Nella disponibilità a credere a una notizia falsa, anche vistosamente tale, contano molto pregiudizi e preconcetti, magari in parte alimentati da fake news precedenti.
Partire dai fatti, riportarli correttamente per rendere giustizia, per riabilitare le vittime di fake news è un’impresa che può apparire disperata, e di fatto lo è, soprattutto nel caso dell’Occidente, dei paesi che lo compongono e che sono il bersaglio di gran lunga preferito dai creatori e diffusori di notizie false. In questo caso le fake news mirano tutte, immancabilmente a delegittimare, denunciare, svilire, accusare. Quasi non esiste al mondo ingiustizia, sofferenza, danno, disgrazia la cui origine non venga attribuita a qualcosa di male che l’Occidente ha fatto negli ultimi cinque secoli: a partire dalla scoperta dell’America e dalla creazione delle prime postazioni commerciali europee lungo le coste dell’Africa.
La pandemia Covid-19 non fa eccezione. Da quando sono disponibili i vaccini, è stato creato il Covax, un programma internazionale che raccoglie contributi finanziari e dosi di vaccini offerti dai paesi ricchi e li distribuisce a quelli a basso e medio reddito. Tra gli stati più generosi si contano gli Stati Uniti e quelli europei. Gli Usa hanno garantito un miliardo di dosi, l’Unione Europea si è impegnata per un miliardo di euro di contributi.
A distanza di un anno, ecco però che i massa media italiani si riempiono di notizie che suscitano scandalo e riempiono di indignazione: i paesi ricchi hanno acquistato tutti vaccini, l’Africa è stata lasciata sola, i vaccini promessi non sono stati consegnati, quei pochi arrivati erano quasi scaduti, e poi sono arrivati senza preavviso, così non c’è stato il tempo di usarli e si devono distruggere; offesa, l’Africa respinge altri “doni”, rifiuta i vaccini in scadenza e, vittima ancora una volta dell’egoismo dei ricchi, da questo momento farà da sé, produrrà da sola questi e altri vaccini.
Sotto il titolo “L’Africa si ribella: falò con milioni di dosi scadute”, il quotidiano La Verità, ad esempio, dà così la sua versione dei fatti: “Schiaffo al programma Covax e ai filantropi vip. Un brutto colpo per il programma Covax e per chi sperava di guadagnare visibilità regalando dosi inutilizzabili”. Il quotidiano Avvenire” invece il 15 gennaio ha dato voce ai funzionari dei ministeri della sanità africani che reclamano dosi con scadenza superiore a due mesi e mezzo, un preavviso di almeno un mese per le consegne e, insieme ai vaccini, vogliono anche frigoriferi e siringhe. La Repubblica il 27 novembre rimarcava le promesse mancate riportando i dati di Airfinity, una impresa informatica britannica che fornisce dati e analisi sulla pandemia: gli Stati Uniti finora hanno donato solo il 25% delle dosi promesse, l’Ue soltanto il 19 per cento; i Paesi ricchi hanno 1,2 miliardi di dosi nei frigoriferi, ancora da utilizzare, mentre nel continente povero solo il 6 % della popolazione è vaccinata.
Ci sono altri articoli a decine, dai contenuti simili, anche limitando la ricerca ai mass media principali. Quali sono le fake news? Partendo dal primo titolo, non è vero che l’Africa si ribella, che dà schiaffi al Covax e tanto meno li dà ai vip filantropi, dal momento che la maggior parte dei fondi e dei vaccini sono donati da governi e quindi da comuni cittadini, semplici contribuenti. Bruciare milioni di dosi scadute non è un atto di ribellione, ma di resa: i sistemi sanitari africani sono gravemente, e colpevolmente, carenti, inadeguati, il personale sanitario è del tutto insufficiente, anche in tempi normali (il Mali ad esempio ha 13 medici ogni 100mila abitanti, la Repubblica democratica del Congo ne ha sette…); vasti territori sono inaccessibili per mancanza di infrastrutture e perché infestati da gruppi armati che li rendono troppo insicuri; in aggiunta, una parte della popolazione esita a vaccinarsi perché diffida delle iniziative governative ritenendo, non a torto, i leader politici corrotti e male intenzionati o semplicemente perché non percepisce il Covid-19 come una seria minaccia, data la bassissima mortalità finora registrata nel continente.
La fake news è far credere che in Africa vengano recapitate senza preavviso dosi peraltro inutilizzabili a totale discrezione dei donatori: in Africa e lì soltanto, dal momento che non si ha notizia di lamentele, richieste del genere e casi di dosi mandate al macero nei paesi poveri di altri continenti. La fake news è omettere di osservare che se il 63 per cento dei quasi 500 milioni di vaccini ricevuti non sono stati usati e stanno scadendo, c’è da rallegrarsi che i paesi donatori abbiano rallentato le consegne: se no, quanti altri milioni di dosi sarebbero andate sprecate. La fake news è che i paesi africani siano talmente poveri da non potersi neanche dotare di siringhe e frigoriferi mentre la maggior parte dei 54 stati del continente hanno risorse naturali e umane enormi che, se fossero state ben amministrate nei 70 anni intercorsi dalla fine della colonizzazione europea, li avrebbero resi prosperi e indipendenti da aiuti umanitari e di cooperazione allo sviluppo. La Nigeria, ad esempio, estrae petrolio dagli anni 60 del secolo scorso, è il primo paese produttore del continente eppure ha solo 38 medici ogni 100mila abitanti e inoltre delinquenza comune, conflitti tribali e jihad hanno raggiunto ovunque livelli insostenibili. Ha appena distrutto più di un milione di dosi scadute e ne fa vanto. Il direttore esecutivo dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria di base, Faisal Shuaib, incredibilmente ha dichiarato: “siamo riusciti a ritirare e distruggere 1.066.214 dosi di AstraZeneka. Abbiamo mantenuto fede alla promessa di essere trasparenti fatta ai nigeriani. La distruzione eseguita oggi fa sì che i nigeriani possano avere fiducia nel nostro programma di vaccinazioni”.
Non meraviglia che, male informati, gli italiani non si risentano del fatto che tanto del loro denaro vada sprecato. Il 78% degli italiani anzi si dichiarano d’accordo che i paesi ricchi debbano aiutare quelli con meno risorse e in particolare si facciano carico di immunizzare i paesi africani. È quanto emerge da una indagine condotta da Ipsos per Amref Health Italia i cui risultati sono stati presentati e discussi il 26 gennaio durante un incontro al quale ha partecipato il viceministro degli esteri Marina Sereni e in cui si è parlato di equità vaccinale, salute globale e percezione dell’Africa.