A tavola in chiesa per l'Epifania. Un fedele dice no
“Non mettete avanti i poveri. Anche Giuda metteva avanti i poveri per impossessarsi del profumo di Maddalena”. A Viterbo per l'Epifania la chiesa diventerà un ristorante. E un lettore non ci sta: “Una collocazione assolutamente impropria, inopportuna, offensiva e dannosa sotto tutti i punti di vista”.
-IL DOSSIER #SALVIAMOLECHIESE
Con l'arrivo dell'Epifania, saranno molte le chiese che si dedicherann, con la scusa dei popoli, a cene e pranzi nelle chiese. Ecco quanto ci scrive un lettore di Viterbo, Giulio Giampietro che illustra quanto accadrà nella sua chiesa.
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“Avviso Sacro” di enti cattolici. “6 gennaio, Pranzo di Solidarietà”. Quale solidarietà sia, con chi e perché, non so, tuttavia il pranzo sarà servito e consumato all’interno della Chiesa di San Valentino e Ilario, e per questo motivo l’avviso si definisce sacro.
Una collocazione assolutamente impropria, inopportuna, offensiva e dannosa sotto tutti i punti di vista. Supponiamo pure che destinatari del pranzo saranno i poveri. Benissimo, lodevole. A Viterbo in una ex-chiesa funziona egregiamente (e merita sostegno) una mensa Caritas che tutti i giorni offre ai poveri non solo pasti ma anche calore umano. Vogliamo dire che una volta ogni tanto commensali più numerosi e addobbi più festaioli siano più gratificanti? Ne dubito, ma concediamo. Ma perché dentro una Chiesa? Mancano forse sale e edifici non cultuali per questo? Magari magari, perché non il Palazzo Papale? Forse perché si preferisce affittarlo con lucro per eventi a pagamento?
Solamente una necessità estrema e un immane pericolo, come un terremoto o una guerra di sterminio, possono giustificare l’uso della chiesa come rifugio estremo dei pericolanti. Non è proprio codesto il caso.
La chiesa si suol definire edificio sacro, non a caso. Il popolo cristiano, che nei secoli ha voluto e ha costruito le chiese, con l’apporto e il sacrificio di tutti, anche dei ricchi, ma soprattutto dei poveri, ha sempre inteso che là si renda visibile e tangibile la presenza di Dio tra noi, e che l’orizzontalità della vita umana sia afferrata e scagliata nella verticalità della vita con Dio. Abbassare la chiesa a usi profani, anche non malvagi, è un tradimento del popolo cristiano, e prima di tutto è un tradimento dei poveri, che nella chiesa hanno diritto di entrare come signori ricevuti dal Signore, e non come ospiti occasionali di un parroco o di un vescovo in cerca di applausi mondani.
Non mettete avanti i poveri. Anche Giuda metteva avanti i poveri per impossessarsi del profumo di Maddalena. Voleva guadagnarci trecento denari, e poi vendette il suo Signore per appena un decimo.
Tra i poveri che saranno convitati in San Valentino, ci saranno probabilmente anche dei musulmani. Che stima credete che possano avere di noi cristiani, se vedono che siamo noi i primi a non rispettare e a degradare i nostri luoghi di culto? Non potranno che rafforzarsi nel disprezzo per noi pagani e idolatri. Quando si è sentito mai che un pranzo venga servito in una moschea? Per i musulmani, un luogo dichiarato moschea, rimane tale sempre e contro le pretese di chiunque. Essi hanno un senso geloso ed esclusivo del sacro, e fanno i confronti coi nostri costumi, e quanto! si rafforzano nei loro convincimenti, trovandoci imbelli e pronti alla resa.
Si sa che in tutta l’Arabia Saudita (stato da non prendere assolutamente come esempio della fede musulmana, ma col quale non si possono non fare i conti) non esiste alcuna chiesa cattolica, che sarebbe considerata un sacrilegio sul sacro suolo arabo. Se mai intraprendessimo uno sforzo missionario e diplomatico, e cercassimo di ottenere dal sovrano almeno una o alcune chiese per servire Dio e qualche cristiano, che cosa diremmo? Che vogliamo aprire delle chiese in cui tenere pranzi e concerti?
Il 6 gennaio è una solennità liturgica, si chiama Epifania di Nostro Signore. L’avviso “sacro” non lo dice, ma tra le allegre tavolate dovremo vedere circolare anche le vecchiette befane con scopa e sacco di gadgets? Così la caricatura sarebbe completa.
IL DOSSIER #SALVIAMOLECHIESE