340 Chiese autorizzate, condanne severe per attentati contro i Cristiani. L’Egitto protegge i cristiani
La commissione ministeriale regolarizza 120 chiese. Un tribunale militare condanna 46 terroristi per attentati a chiese copte commessi nel 2016 e 2017
Una buona notizia arriva dall’Egitto. Il comitato presidenziale incaricato di verificare lo status dei luoghi di culto cristiani non autorizzati ha deciso di legalizzare 120 chiese. Sale così a 340 il numero delle chiese che hanno ottenuto status legale. Si tratta di edifici che da abitazioni private nel tempo sono stati trasformati in chiese dove si celebrano messe e altre cerimonie religiose. Per la loro regolarizzazione, previa verifica che corrispondano a determinati parametri, nel 2016 è entrata in vigore una legge, fortemente voluta dal presidente della repubblica Abdel Fatah al Sisi. L’Egitto è uno dei paesi in cui la minoranza cristiana è perseguitata da gruppi e movimenti islamisti, incluso l’Isis, lo Stato Islamico, autori di attentati a chiese e altri luoghi di culto e aggressioni a cittadini di fede cristiana. L’11 ottobre un tribunale militare ha condannato 17 persone alla pena capitale, 19 all’ergastolo e 10 a pene detentive da 10 a 15 anni per aver partecipato all’esecuzione di una serie di attentati dinamitardi a chiese rivendicati dall’Isis. Gli attacchi si sono verificati nel 2016 e nel 2017 al Cairo, ad Alessandria e Tanta, hanno colpito i cristiani copti e hanno provocato la morte di 74 persone. Amnesty International ha deplorato le sentenze capitali sostenendo che non serviranno a evitare future violenze tanto più che i verdetti sono stati emessi in processi militari ingiusti. “L’Egitto – ha dichiarato Najia Bounaim, direttore di Amnesty International per il Nord Africa – detiene un impressionante primato di civili giudicati in tribunali in cui i verdetti di colpevolezza spesso sono emessi sulla base di confessioni estorte con tortura”.