20 anni fa: Habermas e Ratzinger in dialogo a Monaco
Nel febbraio 2004, il filosofo Jürgen Habermas e il cardinale Joseph Ratzinger dialogarono in una conferenza pubblica per sostenere la collaborazione tra fede e ragione. Un segno del clima intellettuale effervescente di quegli anni.
Sono passati 20 anni dalla famosa conferenza congiunta a Monaco di Baviera del cardinale Joseph Ratzinger [a destra, in una foto del 2001 di M. Ferrari] e del filosofo Jürgen Habermas [a sinistra, in una foto di W. Huke del 2008]. Per la precisione 20 anni e mezzo, dato che l’evento si era tenuto nel febbraio del 2004. L’incontro pubblico era stato organizzato dall’Accademia Cattolica in Baviera, fondata dal cardinale Joseph Wendel alle soglie del Vaticano II con lo scopo di praticare «un’alta cultura di dialogo fondata sui classici principi socratici di oggettività, tolleranza, franchezza e rispetto reciproco».
L’attività dell’Accademia continuò per decenni e lo stesso Ratzinger, durante il periodo in cui fu arcivescovo di Monaco (1977-1982), ne sviluppò le attività. Nessuna di queste, però, ebbe il richiamo dell’incontro organizzato nel 2004 tra il filosofo francofortese Habermas, intellettuale liberale e post-metafisico tra i più famosi, e il cardinale Ratzinger, secondo il quale ragione e fede non erano in contrasto, come aveva confermato pochi anni prima l’enciclica Fides et ratio (1998).
La conferenza pubblica avrebbe parlato di tutto questo ma anche, di conseguenza, della secolarizzazione e dei cosiddetti “presupposti” dello Stato liberale, in base al famigerato teorema del giurista Ernst-Wolfgang Böckenförde secondo il quale lo Stato liberale moderno vive di presupposti che, quando si indeboliscono o vengono a mancare, esso non sa più ripristinare. Dopo che per molti decenni il teorema suddetto – che è degli anni Sessanta – venne deriso dagli epigoni della Scuola di Francoforte e dal neo-illuminismo liberale, in quella occasione Habermas lo assunse e lo confermò. Sul piano pratico, quindi, Habermas propose un ascolto e una collaborazione reciproca tra ragione e fede. Lo stesso fu proposto da Ratzinger, secondo il quale la ragione deve correggere la fede quando questa, come nel caso del terrorismo islamico, diventa irrazionale; e la fede deve correggere la ragione quando questa, come nel caso della bomba nucleare o della selezione degli esseri umani, diventa irrazionale.
Ricordando questo evento dopo 20 anni, non si possono non rimpiangere, per certi versi, quei tempi, così effervescenti dal punto di vista intellettuale e quando il dialogo tra credenti e non credenti si muoveva a livelli oggi impensabili. Bisogna però anche ricordare che alla conferenza di Monaco ognuno dei due relatori fece delle concessioni all’altro per favorire un incontro operativo. Dal punto di vista cattolico, il rapporto tra la fede e la ragione non è di reciprocità paritetica o di circolarità, come ambedue sostennero in modo convergente, ma di primato della fede sulla ragione, con tutte le conseguenze che questo comporta. Ciò non per negare alla ragione la propria giusta autonomia, ma per fondarla, dato che la verità della fede le impedisce di diventare gnosi e di avvitarsi nel nulla della propria assolutezza.
Stefano Fontana