Volo Ryanair dirottato, Europa unita contro Minsk
Per arrestare un giornalista dissidente, la Bielorussia di Lukashenko dirotta un volo Ryanair diretto a Vilnius. Protesta da parte di tutti i Paesi dell'Ue e per una volta i partiti sono unanimi (Lega inclusa che nel 2020 aveva votato contro le sanzioni). Il giornalista Roman Protasevich è in carcere ed è già comparso in un video di "autocritica".
Un dirottamento aereo è un atto che solitamente associamo al terrorismo mediorientale. Mai penseremmo che sia uno Stato europeo a compierlo. Eppure quel che è avvenuto in Bielorussia, domenica, è tecnicamente un dirottamento aereo e ad ordinarlo è stato il governo di Minsk, per arrestare un giornalista dissidente che era a bordo.
Secondo le ricostruzioni dei passeggeri, il volo Ryanair da Atene a Vilnius stava per iniziare la sua discesa sull’aeroporto della capitale lituana quando, all’improvviso, ha compiuto una svolta a U e il pilota ha annunciato che, per non precisate “ragioni di sicurezza” sarebbe dovuto atterrare a Minsk, capitale della Bielorussia. Roman Protasevich, che si trovava fra i passeggeri assieme alla sua fidanzata Sofia Sapega, studentessa dell’Università Europea Umanistica di Vilnius, secondo testimoni oculari, sarebbe diventato improvvisamente nervoso e avrebbe iniziato a discutere animatamente con le hostess. Protasevich, 26 anni, è un giornalista bielorusso. Dopo le elezioni dell’agosto 2020, vinte in modo assai dubbio dal presidente (in carica dal 1994 ininterrottamente) Aleksandr Lukashenko, grandi manifestazioni di piazza sono iniziate a Minsk e nelle altre maggiori città del Paese. Protasevich è uno dei giornalisti protagonisti della protesta. Arrestato una prima volta nel 2012 (all’età di 17 anni) per aver scritto tesi anti-Lukashenko sul suo account di Vkontakte, nel 2017 aveva vinto la borsa di studio Vaclav Havel, a Praga, per il giornalismo indipendente. All’inizio della protesta del 2020, dirigeva il canale Telegram dell’opposizione Bgm. A causa della minaccia di arresto imminente, aveva dovuto abbandonare il Paese. Ma dall’estero ha continuato a dirigere il canale Telegram Nexta, usato dall’opposizione sia per far circolare notizie indipendenti sulle manifestazioni, sia per organizzare le proteste. Per questo il governo di Minsk lo ha accusato di “terrorismo” e rischia la pena capitale.
Tornando a Vilnius dopo una breve pausa in Grecia, Protasevich si sarebbe probabilmente aspettato di tutto meno che di essere arrestato a bordo di un volo Ryanair (compagnia irlandese) dopo essere decollato da un Paese membro della Nato e dell’Ue (la Grecia) e diretto a un altro Paese membro di entrambe le organizzazioni (la Lituania). E invece è quel che è successo. Una volta completato l’atterraggio imprevisto a Minsk, il pilota ha comunicato che per “ragioni legali”, i passeggeri dovevano scendere. Una volta sulla pista, i bagagli sono stati ispezionati dalla polizia, con un’unità cinofila per la ricerca di esplosivi. Protasevich ha ricevuto attenzioni particolari, perquisito sia lui che il suo bagaglio. Tutti i passeggeri sono poi stati condotti al terminal, a bordo di un bus. Il giornalista e la Sapega, una volta dentro il terminal, sono stati scortati dalla polizia alla stazione locale e di loro si sono perse le tracce. Poco dopo è stata data luce verde per la ripartenza. Tutti i passeggeri sono tornati a bordo, tranne il giornalista e la sua fidanzata e altri “quattro o cinque passeggeri” (secondo fonti governative irlandesi) che probabilmente, secondo Ryanair, erano agenti del Kgb bielorusso.
Solo successivamente, si è saputo che l’aereo ha dovuto cambiare rotta a seguito delle “richieste” bielorusse: due caccia e un elicottero della difesa aerea di Minsk gli si sono affiancati e lo hanno obbligato a cambiare rotta e atterrare all’aeroporto della capitale bielorussa. Caos sui motivi: all’aeroporto di Vilnius i colleghi di Minsk hanno inizialmente spiegato che l’atterraggio d’emergenza fosse motivato da una rissa a bordo, fra passeggeri e personale dell’aereo. Di quella rissa non si trova alcuna traccia nelle testimonianze. Successivamente, il governo bielorusso ha motivato l’azione parlando di un “allarme bomba”, poi rivelatosi falso. Lunedì le autorità di Minsk hanno ribadito la tesi dell’allarme bomba, aggiungendo che la minaccia provenisse da Hamas. L’organizzazione armata palestinese avrebbe lanciato un ultimatum per chiedere l’immediata cessazione delle ostilità di Israele. Tesi alquanto bizzarra, considerando che, quando è avvenuto il dirottamento, le ostilità a Gaza erano già finite da due giorni.
Ieri sera, Protasevich è ricomparso in video, dicendo di essere trattato bene (ma dall’espressione del volto e dal tono della voce non si direbbe proprio) e confessando pubblicamente tutte le accuse che gli sono state rivolte. Molto probabilmente si tratta di un’autocritica estorta con la forza. Anche Sofia Sapega, secondo fonti vicine alla sua famiglia, si troverebbe in carcere a Minsk. Per oggi è prevista una conferenza stampa di Lukashenko sul caso. Perché, come ci si poteva attendere, è un caso internazionale, non solo un affare interno.
L’Unione Europea ha reagito nel corso del Consiglio d’Europa tenutosi ieri a Bruxelles. I governi dell’Ue, oltre ad aver condannato l’atterraggio forzato del volo passeggeri Ryanair, hanno chiesto l’immediato rilascio di Protasevich e della Sapega, chiesto all’Icao (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile) di aprire un’indagine sul caso, chiesto di introdurre sanzioni individuali per una lista di personalità governative bielorusse, chiesto di adottare nuove sanzioni economiche (che si aggiungerebbero a quelle del 2004 e del 2020), sollecitato tutte le compagnie aeree dell’Ue ad evitare il sorvolo della Bielorussia e previsto un divieto di sorvolo dello spazio aereo del Paese europeo orientale.
Nella reazione contro la Bielorussia non c’è stata alcuna incrinatura. Usa e Ue hanno condannato all’unisono e così anche i partiti del Parlamento europeo. Anche la Lega, che l’anno scorso era stata l’unica formazione a non votare per le sanzioni alla Bielorussia, ieri si è unita al coro delle proteste. «Ciò che è avvenuto ieri è molto grave, un atto da condannare senza se e senza ma: che un volo di linea tra due capitali europee venga dirottato per l'arresto di un dissidente politico è inaccettabile, equiparabile per gravità a un atto terroristico – si legge nel comunicato a firma delle eurodeputate leghiste Anna Cinzia Bonfrisco e Susanna Ceccardi - Dalla comunità internazionale ci aspettiamo una presa di posizione ferma. L’Ue, troppo spesso debole e irrilevante in politica estera, non si limiti ai tweet indignati e preoccupati e non accetti provocazioni: faccia sentire la propria voce e pretenda chiarezza».
In Italia, il presidente della Commissione Esteri alla Camera, Piero Fassino, condanna un “atto di pirateria aerea”, «È la conferma di quanto il regime di Lukashenko rappresenti un pericolo per la Bielorussia e la sicurezza internazionale. Una ragione di più per intensificare ogni azione utile al superamento dell'attuale regime e alla indizione di elezioni, con osservatori internazionali, che consentano ai cittadini bielorussi di scegliere liberamente da chi essere governati».
La reazione più dura viene, comprensibilmente, dalla Lituania, dove l’aereo era diretto. Ingrida Šimonytė, premier lituana, usa parole di fuoco per descrivere il dirottamento: «Si tratta di un attacco senza precedenti contro la comunità internazionale: un aereo civile e i suoi passeggeri sono stati dirottati con la forza militare e un cittadino bielorusso è stato rapito, la cui vita e salute sono in pericolo. È ingiustificabile che normali viaggiatori internazionali siano stati tenuti in ostaggio dell'aggressione del regime (…) questo è un atto di terrorismo di Stato diretto contro la sicurezza dei cittadini dell'Unione Europea e di altri Paesi, della società civile bielorussa che cerca asilo dalle persecuzioni del regime, così come dell'aviazione civile internazionale. La Lituania esigerà una risposta chiara e senza compromessi dalla comunità internazionale». Dura anche la reazione del premier polacco Mateusz Morawiecki, che definisce quanto avvenuto, «Un atto criminale di terrorismo di Stato».
«Stiamo monitorando strettamente l'atterraggio forzato in Bielorussia di un aereo Ryanair in volo da Atene a Vilnius, e la notizia dell'arresto dell'oppositore Roman Protasevich - ha twittato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg - Questo è un incidente serio e pericoloso, che richiede un'inchiesta internazionale».
L’Onu, per bocca del segretario generale Antonio Guterres, si limita a definirsi «profondamente preoccupato», per un «incidente inquietante» e chiede l’avvio di un’inchiesta internazionale indipendente che, almeno formalmente, la Bielorussia avrebbe consentito sin da subito. L’unico appoggio che viene garantito a Minsk, per ora, è quello della Russia, suo tradizionale alleato. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca accusa l’Occidente di ipocrisia. Nel 2013, un volo presidenziale che riportava in patria l’allora presidente della Bolivia Evo Morales dopo la sua visita a Mosca, era stato fatto atterrare a Vienna, su richiesta degli Stati Uniti, perché si sospettava la presenza a bordo di Edward Snowden, ricercato in quanto fonte del "Datagate" e, nota la Zakharova, allora la cosa non fece scandalo. Come di consueto, la Russia ritorce le accuse all’Occidente, citando precedenti simili, più che giustificare le colpe del suo alleato.