Vincent vince la battaglia: il boia si ferma
“Una magnifica vittoria per Vincent Lambert!”: così esordisce il comunicato stampa dei sostenitori di Vincent e dei suoi genitori. Il Tribunale Amministrativo di Châlons-en-Champagne ha ordinato “una perizia medica preliminare, che tenga conto delle specificità di pazienti come Vincent Lambert”. Smentito il medico che voleva privarlo di idratazione e nutrizione. Unica nota negativa: non potrà cambiare ospedale.
“Una magnifica vittoria per Vincent Lambert!”: così esordisce il comunicato stampa dei sostenitori di Vincent e dei suoi genitori. Il Tribunale Amministrativo di Châlons-en-Champagne ha ordinato “una perizia medica preliminare, che tenga conto delle specificità di pazienti come Vincent Lambert”. La perizia sarà affidata ad un collegio di esperti, composto da tre medici specialisti in neurologia e in medicina fisica e riabilitazione, designati dal Presidente del Tribunale, che avranno a loro disposizione un mese di tempo per la propria indagine.
Il giudice ha chiesto ai medici di descrivere la condizione attuale di Vincent e di confrontarla con quella del 2014, richiesta dal Consiglio di Stato, precisando se la situazione è evoluta, ed in quale direzione, se in senso migliorativo o peggiorativo. E’ stato inoltre richiesto al collegio di esprimersi relativamente alla capacità di deglutizione di Vincent e di comunicare se vi siano possibilità di miglioramento anche in questo ambito, ovviamente in seguito ad un programma morato di rieducazione.
La prima importante notizia è che Vincent può continuare ad essere alimentato e idratato. E di questi tempi, dove a bambini di tre anni viene impedito di respirare, non è poco.
Inoltre è piuttosto chiaro che questo pronunciamento del Tribunale Amministrativo mostra in modo palese che le posizioni sostenute dal dottor Vincent Sanchez, il quale – lo ricordiamo – il 9 aprile scorso ha chiesto che venissero interrotte la nutrizione e l’idratazione di Vincent, non sono sufficienti. Sicuramente ha pesato su questo rinvio la lettera dei ventiquattro primari e specialisti in stati vegetativi e di coscienza minimale, che il 12 aprile scorso hanno scritto al loro collega dell’ospedale di Reims, esprimendo la loro contrarietà per la richiesta fatta. Non minore “pressione” ha esercitato anche l’appello di settantuno medici apparso su Le Figaro, il 18 aprile, due giorni prima della seduta del Tribunale Amministrativo.
Appare evidente la giusta apertura del tribunale ad ulteriori ed approfonditi pareri medici ed anche al coinvolgimento dei familiari. Infatti il giudice ha anche disposto che un esame clinico potrà essere effettuato in presenza dei genitori e del fratello David e di una zia, se da loro espressamente richiesto; analoga possibilità viene concessa anche alla moglie Rachel e al nipote François, che sono invece favorevoli a lasciar morire Vincent.
Si è certamente aperto uno spiraglio, che lascia intravedere un po’ di speranza, rispetto alle ultime pesanti chiusure del Consiglio di Stato (24 giugno 2014) e della Corte Europea dei Diritti dell’uomo (5 marzo 2015).
C’è però una nota negativa nella decisione del Tribunale Amministrativo di rifiutare il trasferimento di Vincent ad altro ospedale o centro di cura, richiesta ripetutamente fatta dai genitori.
Dunque, tutto rinviato per Vincent. La madre Viviane, alla vigilia della riunione del tribunale, ha rilasciato una breve intervista a France 3, nella quale ha manifestato tutta la sua amarezza nei confronti della giustizia francese, nella quale, ha detto, “non credo più”. Ma ha anche ribadito che “difenderò come un leone mio figlio, fino alla fine”.
Abbiamo davanti poco più di un mese, per continuare a pregare e a sostenere questa madre piena di fede e di fortezza. Un mese prezioso agli occhi di Dio, che si degna di lasciare in questo mondo tanatofobo, eppure così desideroso di dare la morte, esempi monumentali di amore alla vita e di venerazione per quel mistero di amore che Dio vuole realizzare in ogni uomo, in qualsiasi condizione si trovi.