Vincent, appello di medici mentre infuria la battaglia legale
Il sito che sta sostenendo Vincent Lambert ed i suoi genitori ha reso note le prossime azioni legali che saranno intraprese dopo la decisione di interrompere l’alimentazione e l’idratazione. Intanto 24 medici specialisti di stati vegetativi difendono il giovane tetraplegico.
Il sito che sta sostenendo Vincent Lambert ed i suoi genitori ha reso noto un comunicato per informare delle prossime azioni legali che saranno intraprese dopo che lo scorso 9 aprile il medico del CHU di Reims che ha in carico Vincent, il dott. Sanchez, ha deciso di voler interrompere l’alimentazione e l’idratazione.
Questa la parte più importante: “Gli avvocati dei genitori di Vincent Lambert domani depositeranno un ricorso chiamato «référé-liberté» presso il Tribunale Amministrativo di Chalons en Champagne. Questo ricorso è sospensivo e fa valere alcuni aspetti medici lasciati da parte intenzionalmente dal dott. Sanchez del CHU di Reims. Gli avvocati, che non cessano di ricordare che Vincent non è oggetto di un accanimento irragionevole, hanno denunciato numerose incoerenze”. Il ricorso «référé-liberté» è una procedura d’urgenza che permette di rivolgersi al giudice amministrativo per ottenere la salvaguardia di una libertà fondamentale, gravemente violata dalla pubblica amministrazione.
Dunque la battaglia legale continua. La speranza è che il Tribunale Amministrativo di Chalons en Champagne, che per due volte aveva annullato l’interruzione di idratazione e alimentazione e che nell’ottobre 2015 aveva respinto la richiesta di un nipote di Vincent di ingiungere ai medici dell’ospedale di Reims di interrompere i trattamenti che permettono a Vincent di vivere, possa mantenere un atteggiamento coerente.
Intanto, sabato scorso, Viviane, la madre di Vincent, ha rilasciato un’intervista telefonica a reinformation.tv, per aggiornare sulle condizioni di Vincent. La donna era stata in ospedale il giorno precedente e con lei c’era un altro figlio, che ha un particolare rapporto con Vincent e la nipotina. Vincent, secondo la madre, era “ben presente”. Vincent è capace di comunicare, compatibilmente con i gravi danni cerebrali avuti dopo l’incidente di dieci anni fa. Ma chi gli sta vicino con affetto e perseveranza è in grado di percepire quando sta bene, quando è sereno e quando invece è agitato o sofferente. Per esempio, Vincent a volte manifesta di essere a disagio e di sentire dolore corrugando la fronte e alzando la gamba sinistra.
Viviane lamenta che da quando il dott. Sanchez ha preso la decisione di porre fine all’alimentazione e all’idratazione di Vincent, è la comunicazione con i medici ed il personale sanitario - e non con Vincent – ad essere diventata impossibile. Il personale di assistenza non cambia più da tempo la posizione di Vincent, il quale da giorni si trova continuamente adagiato sulla schiena; è anche per questo motivo che le sue manifestazioni di insofferenza stanno aumentando.
I genitori sono determinati ad andare fino alla fine, a fare tutto quello che si può fare, perché il diritto alla vita di Vincent sia rispettato. Viviane tiene in particolare a far sapere che Vincent non è in fin di vita e che i medici devono accettare questa realtà. Così come intende sottolineare che è una falsità affermare che Vincent non è in grado di comunicare, o che soffre molto e in continuazione.
In effetti, i medici dovrebbero spiegare come possono sostenere contemporaneamente che Vincent soffra e che non sia in grado di comunicare. Delle due l’una: se manda segnali di sofferenza, come quelli descritti dalla madre, allora significa che egli vuole e riesce a comunicare qualcosa. Oppure, se si decide – arbitrariamente - che Vincent non è in grado di comunicare, bisognerebbe almeno smettere di sostenere che soffra molto, e che è per suo interesse che la sua vita debba terminare.
La situazione reale sembra invece essere quella comune a tutti gli uomini, e in grado di smentire entrambe le menzogne che vengono diffuse: Vincent a volte soffre e lo manifesta (e chi non soffrirebbe a stare per giorni sdraiato sempre e solo sulla schiena?); a volte invece sta bene e fa capire di essere sereno.
Intanto il 12 aprile scorso, Famille Chretienne ha reso noto che ventiquattro medici, per la gran parte primari e specialisti di pazienti in stato vegetativo e in stato di coscienza minimale, hanno scritto al dott. Sanchez: “Vincent Lambert respira in modo autonomo, la sua condizione generale è stabile, possiede delle capacità relazionali e di deglutizione incontestabili. Non rientra perciò nel quadro di un accanimento terapeutico”. E continuano: “ Prospettare per lui l’interruzione dell’alimentazione enterale, che provocherebbe la sua morte, ci sembra, da un punto di vista medico ed etico, in contraddizione con le raccomandazioni della circolare del 3 maggio 2002, che raccomandava alle specifiche unità di includere nel proprio progetto di servizio nel contempo «un progetto di assistenza e un progetto di vita» e di «valorizzare quanto più possibile le capacità relazionali della persona in termini di comunicazione e interazione con l’ambiente»”. I medici consigliano al dott. Sanchez di permettere il trasferimento di Vincent in un altro centro specializzato, dove Vincent possa beneficiare di “una rieducazione all’alimentazione orale, prendendo il tempo necessario e avvalendosi di quei collaboratori familiari, in presenza dei quali manifesta delle reali relazioni”. I medici concludono che “in coscienza non possiamo restare in silenzio”. Nemmeno noi.