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PROCURATRICE LICENZIATA

Venezuela, la rivoluzione divora se stessa

La procuratrice Luisa Ortega Diaz indaga sulla regolarità del voto? Si licenzia la procuratrice. E’ sempre più uno scontro fra istituzioni quello in corso in Venezuela. E in questo caso è la rivoluzione che divora se stessa, considerando che la procuratrice in questione era una fedelissima di Chavez e del suo successore Maduro fino a quest’anno.

Esteri 06_08_2017
Luisa Ortega Diaz

La procuratrice indaga sulla regolarità del voto? Si licenzia la procuratrice. E’ sempre più uno scontro fra istituzioni quello in corso in Venezuela. E in questo caso è la rivoluzione che divora se stessa, considerando che la procuratrice in questione era una fedelissima di Chavez e del suo successore Maduro fino a quest’anno. Il presidente bolivariano ha indetto elezioni palesemente irregolari, sia nella sostanza che nella forma, per riscrivere la Costituzione a immagine e somiglianza del regime che vorrebbe. Chi si mette di traverso, in questo caso, la procuratrice generale Luisa Ortega Diaz, deve essere tolto di mezzo. E in questo modo, però, il paese sta diventando il paria delle Americhe: ieri è stata la volta del Mercosur, che ha espulso il Venezuela.

La decisione di licenziare Luisa Ortega Diaz è stato il primo atto del primo giorno di lavoro della nuova Assemblea Costituente. Una sorta di atto di auto-difesa, considerando che la procuratrice stava iniziando ad indagare proprio sulla legalità dell’elezione dell’Assemblea stessa. “Denuncio questo atto arbitrario di fronte alla comunità nazionale e internazionale”, ha dichiarato la Ortega, il giorno del licenziamento, riferendosi all’assedio che il suo ufficio stava subendo ad opera della Guardia Nazionale Bolivariana. Uomini in armi hanno circondato la sede della procura bloccandone gli accessi, per impedirle di entrare. Intervistata dalla stampa internazionale, proprio sulla scena dell’abuso di potere, la Ortega ne ha approfittato per levarsi qualche altra soddisfazione. Ha dichiarato che le autorità stanno cercando di coprire gli scandali della corruzione, così come le violazioni dei diritti umani. Alla fine ha detto che, d’ora in avanti, “lavorerà per la libertà del Venezuela, perché adesso l’abbiamo persa”. “Non riconosco questa decisione – dice a proposito del suo licenziamento – è solo un piccolo esempio di quel che sta capitando a tutti coloro che osano opporsi a un regime totalitario”. Nelle sue dichiarazioni, parla anche esplicitamente di “colpo di Stato contro la Costituzione” di Maduro. 

I chavisti, non solo quelli venezuelani, ma anche i loro supporters all’estero, diranno che è tutta una messinscena e che la Ortega è solo un personaggio che vuole attirare l’attenzione su di sé. Di fatto è questa la posizione ufficiale del governo, non da oggi, ma da almeno cinque mesi. Pedro Carreno, deputato del Partito Socialista, espressione del presidente, chiede una perizia psichiatrica per la dissidente. La famiglia della procuratrice subisce pressioni e minacce, a detta della stessa. Ma la Ortega non è una figura semplice da trattare per chi è fedele al presidente. Era assolutamente organica e allineata al chavismo fino al marzo scorso. Fu lei a condannare a 13 anni di carcere il leader dell’opposizione Leopoldo Lopez, nel 2014, dopo un processo molto contestato in quanto politicamente motivato. Fino a quest’anno non ha mai dato segni di dissenso ed è arrivata ai vertici. In marzo ha sorpreso tutti, annunciando che l’Assemblea Nazionale (il parlamento) era stata illegalmente privata dei suoi poteri e di fatto esautorata dalla Corte Suprema. In aprile reclamò il diritto di protesta per l’opposizione e, in un caso di uccisione, quello del manifestante Juan Pablo Pernalete, ha contraddetto la versione ufficiale del governo dichiarando che la sua morte è stata procurata dalla polizia, che lo ha colpito in pieno con un fumogeno. Adesso stava procedendo a un’inchiesta indipendente sul voto della Costituente, anche a seguito di un’ammissione della stessa compagnia britannica che ha tecnicamente gestito il voto: secondo i tecnici, il dato sull’affluenza è stato sovrastimato di almeno 1 milione di elettori.

L’indagine non ci sarà mai. E la procuratrice è già sotto pressione da quando ha mostrato di non essere più fedele. Accusata apertamente di “tradimento” (il ché dimostra che non era affatto una figura indipendente) è anche sotto inchiesta dalla Corte Suprema, altro organo che si è dimostrato politicamente fedele a Maduro. Le accuse sono quelle di: “minaccia all’etica pubblica e alla morale amministrativa”, specie dopo che la Ortega aveva accusato la Corte Suprema di aver esautorato il parlamento.

Questo nuovo episodio di abuso di potere giunge contemporaneamente alla decisione del Mercosur, l’organizzazione economica dell’America latina, di espellere il Venezuela. D’ora in avanti sarà dunque ancora più isolato, economicamente e politicamente. E andrà peggiorando la crisi economica, che ormai è fuori controllo. Con un’inflazione che tocca l’800% (e le previsioni per la fine dell’anno: 1600%), la popolazione deve rivolgersi alla borsa nera. O scappa: il confine con la Colombia è preso d’assalto dai venezuelani. In molti casi sono persone che si riforniscono di tutto il necessario nel paese vicino, ma sempre più venezuelani escono dal loro paese per non tornare più.