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l'aggiornamento di pfizer

Vaccino, un bugiardino che prova a dire la verità

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Gravidanza, effetti avversi, mio-pericarditi, soggetti fragili, protezione e persino la capacità di guidare veicoli: tra condizionali e precauzioni, l'aggiornamento del vaccino Comirnaty ammette che su tanti aspetti non ci sono dati disponibili. 

Attualità 13_12_2023

Comirnaty Omicron XBB.1.5 è la nuova versione dell’ormai celebre vaccino per il Covid della Pfizer, che è a disposizione da qualche settimana degli utenti. Passata la fase della vaccinazione coercitiva della triste stagione ministeriale di Roberto Speranza, l’attuale Governo lo propone senza imporlo, senza più il corredo di Hub vaccinali, passaporti verdi e limitazioni alla libertà correlate all’effettuazione o meno delle dosi.

Anche se molte virostar continuano imperterrite non solo a promuovere il prodotto a mRNA e a invocarne l’obbligo, la sopravvenuta normalità sanitaria dell’era Schillaci induce a riflettere pacatamente sull’uso del vaccino per il Covid e a valutarne efficacia e sicurezza al di là dei dogmatismi granitici che erano in voga all’apparire di questi prodotti, che venivano definiti con assoluta certezza sicuri al 100% e salvificamente efficaci. I dati successivi invece hanno suscitato molte discussioni, e ormai anche gli enti di vigilanza e autorizzazione come l’Ema ammettono che il vaccino non ha interrotto la trasmissione e la diffusione del virus, ma che al più si è rivelato una protezione individuale. Inoltre, fioriscono gli studi - anche di scienziati autorevoli come l’oncologo britannico Angus Dalgleish -, che dimostrano la correlazione tra dosi di vaccino effettuate e patologie tumorali.

Ma più di ogni altra cosa, per riflettere consapevolmente sui vaccini anti Covid, basterebbe andare a leggersi lo RCP degli stessi, ovvero il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto, che è il foglietto illustrativo che obbligatoriamente deve accompagnare un prodotto farmaceutico. Se si va a vedere quello del Comirnaty Omicron che è l’aggiornamento del celebre vaccino Pfizer che è stato inoculato in centinaia di milioni di dosi a partire dalla data fatidica del 27 dicembre 2020, si possono riscontrare diversi elementi su cui riflettere.

Innanzitutto, il vaccino è proposto al di sopra dei 12 anni. Tuttavia viene precisato che sono disponibili formulazioni pediatriche per i bambini di prima infanzia di età pari o superiore a 6 mesi e i bambini di età inferiore a 12 anni. Cosa dice però l’RCP? «La sicurezza e l’efficacia del vaccino nella prima infanzia, in bambini di età inferiore a 6 mesi, non sono state ancora stabilite». Restiamo in fiduciosa attesa di essere ragguagliati sull’una e sull’altra.

Per quanto riguarda le possibili reazioni immediate al vaccino, la Pfizer raccomanda che non sia somministrato il vaccino a soggetti che abbiano manifestato reazioni anafilattiche dopo una precedente dose di Comirnaty.

Veniamo poi alla questione ormai largamente trattata e documentata, ma sempre oggetto di ostinati negazionismi, delle miocarditi e pericarditi. Cosa dice il colosso di Big Pharma? «Dopo la vaccinazione con Comirnaty è presente un aumento del rischio di sviluppare miocardite e pericardite. (…) Sono state osservate più spesso dopo la seconda dose di vaccino e nei maschi più giovani. I dati disponibili indicano che la maggior parte dei casi si risolve. Alcuni casi hanno richiesto il supporto in terapia intensiva e sono stati osservati casi fatali. Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di miocardite e pericardite. Le persone vaccinate (inclusi genitori o coloro che prestano assistenza) devono essere istruite a rivolgersi immediatamente al medico qualora dopo la vaccinazione sviluppino sintomi indicativi di miocardite o pericardite, quali dolore toracico (acuto e persistente), respiro affannoso o palpitazioni».

Scorrendo il testo dello RCP, troviamo altre indicazioni importanti fornite dall’azienda produttrice: «L’efficacia e la sicurezza del vaccino non sono state valutate nei soggetti immunocompromessi, compresi quelli in terapia immunosoppressiva». Si tratta dei celebri “soggetti fragili” che erano stati ampiamente utilizzati, anche toccando corde emotive e psicologiche, per la propaganda del vaccino nei primi due anni di campagna. «L’efficacia di Comirnaty Omicron XBB.1.5 potrebbe essere inferiore nei soggetti immunocompromessi», dice Pfizer.

E la durata della protezione, questione molto dibattuta, dopo che all’inizio della campagna del 2020-2021 si diceva che con due dosi saremmo stati a posto per anni? «La durata della protezione offerta dal vaccino non è nota; sono tuttora in corso studi clinici volti a stabilirla». E va bene: anche qui vediamo come procede la sperimentazione nell’uomo. E per quanto riguarda l’efficacia? Pfizer è chiara: «Come per tutti i vaccini, la vaccinazione con Comirnaty Omicron XBB.1.5 potrebbe non proteggere tutti coloro che lo ricevono». Ma come? Mario Draghi ebbe a pontificare che se ci vaccinavamo eravamo tutti protetti mentre gli altri sarebbero morti.

Ci sono ulteriori aspetti del vaccino Covid che restano tutti da chiarire, e che riguardano la fertilità, la gravidanza e l’allattamento. «I dati relativi all’uso di Comirnaty Omicron XBB.1.5 in donne in gravidanza – scrive Pfizer -non sono ancora disponibili». Restiamo sempre in fiduciosa attesa. Comunque l’uso in gravidanza e in allattamento è autorizzato.

E le conseguenze sulla fertilità di cui molti ricercatori hanno parlato? «Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva» dice l’azienda produttrice, che aggiunge che «la sicurezza della dose di richiamo di Comirnaty in soggetti di età pari o superiore a 12 anni è stata estrapolata dai dati di sicurezza ricavati da studi sulla dose di richiamo di Comirnaty in soggetti di età pari o superiore a 18 anni».

Infine, una questione che ha suscitato - a partire da tragici fatti di cronaca - un certo interesse, che Pfizer prende in considerazione, a differenza di molti operatori dell’informazione o della sanità: gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. L’azienda afferma che il suo prodotto «non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Tuttavia, alcuni degli effetti menzionati possono influenzare temporaneamente la capacità di guidare veicoli o usare macchinari».

Se dunque ci sono ancora molti aspetti dubbi sull’efficacia e soprattutto sulla sicurezza di questi prodotti, un sano principio di precauzione dovrebbe indurre una più precisa segnalazione delle reazioni avverse sospette, garantendo, come riconosce la stessa Pfizer, «un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale».

C’è da augurarsi che ciò avvenga secondo scienza e coscienza.