Vaccini ai bambini senza il 'sì' dei genitori: la Svizzera ci prova
Mentre sulle riviste scientifiche crescono le voci contrarie alle vaccinazioni anti-Covid sui bambini, dalla Svizzera arriva la proposta di consentire la vaccinazione ai maggiori di 10 anni senza il consenso dei genitori. Così il Covid diventa un pretesto per colpire la famiglia.
Sulle vaccinazioni ai bambini, che dovrebbe costituire la fase finale della campagna vaccinale contro il Covid-19, sembra che si stia finalmente aprendo una possibilità di dibattito. Mentre alcune aziende di Big Pharma stanno procedendo con test che dovrebbero portare ad ulteriori abbassamenti dell’età in cui somministrare il loro prodotto, arrivando fino alla vaccinazione dei neonati, un obiettivo neanche troppo celato da parte delle aziende stesse, in molti cominciano a porsi delle domande, e dei dubbi.
Su Lancet - una rivista scientifica non certo critica verso le politiche vaccinali - si è potuto leggere negli scorsi giorni un articolo dal titolo eloquente: Immunità di gregge al Covid attraverso la vaccinazione: i bambini devono stare nel gregge?” L’articolo arriva alle conclusioni, con tanto di valutazioni del rapporto costi-benefici, che gli agnellini potrebbero anche evitare l’intruppamento nel gregge. Al di là delle metafore, secondo gli Autori dell’articolo al fine sia di una protezione individuale, sia al fine del raggiungimento di una forma di immunizzazione collettiva, non è necessario che i bambini sotto i 12 anni siano sottoposti alla vaccinazione, in assenza di benefici pratici e in presenza invece di rischi di effetti collaterali pericolosi.
Al Lancet fa eco l’altra principale rivista di studi medico-scientifici britannica, il British Medical Journal, che scrive che “la gravità del Covid sotto i 12 anni è simile a quella dell’influenza e poiché le risorse sanitarie sono limitate, vaccinare i bambini non sembra una priorità”.
Inoltre, gli effetti collaterali anche gravi riscontrati nelle persone di giovane età, dovrebbero indurre a fermare la corsa alla vaccinazione nei soggetti di età pediatrica, per i quali non esistono studi di efficacia e sicurezza.
Secondo gli epidemiologi britannici, l’Immunità di gregge da vaccino potrebbe “accontentarsi” del raggiungere il 70% della popolazione generale. Lasciamo dunque stare i bambini: i rischi dei possibili effetti collaterali, a breve ma soprattutto a medio e lungo termine superano di gran lunga i benefici del vaccino.
Eppure, nonostante queste evidenze scientifiche, nonostante le indicazioni arrivate nei giorni scorsi da Germania e Svezia di cui abbiamo già parlato, in altri Paesi prosegue la marcia inarrestabile delle proposte vacciniste, che non vogliono nemmeno prendere in considerazione l’opportunità di criteri precauzionali, e così i “consigli” vanno dal surreale all’inquietante. Fabrizio Pregliasco ha per un attimo abbandonato il suo ruolo di sessuologo dell’epidemia per rassicurare gli adolescenti che “anche chi si fa le canne può vaccinarsi tranquillamente”.
Ma la proposta più inquietante è quella che viene dalla Svizzera. La Direttrice della Sanità Pubblica Federale Anne Lévy si è posta l’obiettivo di vaccinare i bambini dai 12 ai 16 anni a partire da luglio, e quelli sotto i 12 anni dalla fine dell'anno. E dall’Ufficio Federale è partita la proposta-choc: "A partire dai 10 anni i bambini devono poter farsi vaccinare anche senza il consenso dei genitori".
Si ritiene cioè che dai dieci anni in su bambini e ragazzi possano decidere da soli, “con cognizione di causa”, di farsi vaccinare, esprimendo il loro “consenso informato”.
L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha inviato alle autorità cantonali e al personale sanitario una Circolare nella quale si precisa che dai 10 anni i bambini capaci di discernimento possono decidere da soli se sottoporsi o meno al vaccino anti-Covid.
In buona sostanza, anche in un Paese di tradizione non statalista come la Confederazione Elvetica, lo Stato decide di revocare ai genitori la loro responsabilità educativa, nonché la possibilità di prendersi cura della salute e del bene dei propri figli, revocata di autorità per essere consegnata ai figli stessi.
E come decideranno questi bambini? Quale sarà la loro cognizione di causa? Sarà quella che verrà manipolata dai media, ricattata dalla possibilità o meno di poter uscire a giocare, di andare in vacanza, di fare sport. Saranno le campagne mediatiche tambureggianti sui media e sui social, nonché il passaparola nei gruppi dei pari che influenzeranno le loro decisioni su una materia delicatissima come la loro immunizzazione farmacologica. E i genitori dovranno stare a guardare, impotenti. Uno scenario che- ancora una volta- ci ricorda le peggiori narrazioni distopiche. Una nuova finestra di Overton aperta con pretesti sanitari inconsistenti (la mortalità da Covid sotto ai 20 anni di età è dello 0,0002 %) per raggiungere obiettivi di dissoluzione della famiglia e avere bambini perfettamente controllabili dalle agenzie di consenso.