Usiamo il genere neutro?
Da oggi iniziamo a pubblicare alcune risposte della Accademia della Crusca in merito alla grammatica gender. Il primo quesito riguarda il possibile uso del genere neutro nella lingua italiana.
Da oggi iniziamo a pubblicare alcune risposte della Accademia della Crusca in merito alla grammatica gender. Il primo quesito riguarda il possibile uso del genere neutro nella lingua italiana per indicare chi non si identifica nè nel sesso maschile nè in quello femminile.
Il sito dell’Accademia così risponde: “Chi, tra coloro che ci hanno scritto, propone di far ricorso al neutro per rispettare le esigenze delle persone che si definiscono non binarie, citando il latino, non tiene presente da un lato che l’italiano, diversamente dal latino, non dispone di elementi morfologici che possano contrassegnare un genere diverso dal maschile e dal femminile, dall’altro che in latino (e in greco) il neutro non si riferisce se non eccezionalmente a esseri umani (accade con alcuni diminutivi di nomi propri) e neppure agli dei”. Dunque niente genere grammaticale neutro in italiano sia perché non esiste nella nostra lingua e non si può inventare dall’oggi al domani, sia perché il neutro in latino e greco non indica mai le persone, ma in genere le cose.
Questo è tanto vero che “in inglese il rifiuto dei pronomi he (maschile) e she (femminile) da parte delle persone non binarie non ha comportato l’adozione del pronome neutro it, presente in quella lingua ma evidentemente inutilizzabile con riferimento ad esseri umani, bensì l’uso del ‘singular they’, cioè del pronome plurale ambigenere they (e delle forme them, their, theirs e themself/themselves), come pronome singolare non marcato”.
Dunque bocciato il genere neutro per chi volesse inventarsi una propria grammatica arcobaleno.