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Israele

Una parrocchia e un Vicariato episcopale per immigrati e rifugiati cristiani in Israele

Monsignor Pizzaballa ha disposto la creazione in Terra Santa di una parrocchia personale per assistere immigrati e rifugiati e di un vicariato per realizzare l’unità nella diversità che anima la Chiesa locale

Migrazioni 07_04_2018

Monsignor Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato di Gerusalemme dei latini, ha annunciato l’imminente creazione di una parrocchia personale in Israele dedicata agli immigrati e ai rifugiati nel paese. La parrocchia sarà inaugurata il 20 maggio 2018 in coincidenza con la solennità della Pentecoste. Inoltre Monsignor Pizzaballa ha disposto la trasformazione del Centro di coordinamento per la pastorale di migranti e rifugiati in “Vicariato episcopale”, di cui presto sarà nominato un responsabile. Le due iniziative si rivolgono ai circa 200.000 immigrati per lavoro, in prevalenza originari di Filippine, India e Sri Lanka, ai quali si aggiungono gli immigrati irregolari di religione cristiana, molti dei quali richiedenti asilo, provenienti in gran parte da Eritrea, Sudan del Sud e Somalia. Parrocchia e vicariato sono intesi a rafforzare presso gli immigrati la presenza pastorale, sacramentale e formativa. L’obiettivo è inoltre creare unità nella diversità che anima la Chiesa locale: “con la varietà di lingue e culture che vanno rispettate – spiega Monsignor Pizzaballa all’agenzia AsiaNews – si rende al contempo necessario avere un elemento di unità e di chiarezza fra questi gruppi diversi, per lavorare all’unità di tutta la Chiesa di Terra Santa”. L’obiettivo è tanto più urgente – spiega Monsignor Pizzaballa – perché, mentre molti immigrati e rifugiati hanno cercato nella Chiesa un luogo di accoglienza e di condivisione della fede, altri invece sono rimasti lontani da parrocchie e funzioni religiose. Una parte di questi, molti dei quali “da un punto di vista legale e canonico, oltre che sociale, vivono in situazioni di confine, se non in situazioni apertamente irregolari, sono finiti alla mercé della criminalità e coinvolti in situazioni a rischio” e sono stati attratti dalle varie sette evangeliche attive nel territorio.