Una "frenata" mal digerita dai progressisti
La mancanza del via libera ai preti sposati ha spiazzato tra i più accesi sostenitori del Sinodo amazzonico. Il cardinale Hummes non partecipa alla conferenza stampa e il cardinale Czerny rilancia il documento finale del Sinodo.
Il papa lo aveva annunciato pochi giorni fa ai vescovi americani ricevuti in udienza: nessuna svolta sui preti sposati. Così è stato. L'attesissima "Querida Amazonia" rappresenta un brusco stop alle pretese degli ambienti più progressisti della Chiesa e quasi una beffa alla luce delle indiscrezioni sul contenuto del documento che erano rimbalzate a partire dallo scorso mese.
A dare forza a queste previsioni ci si era messa anche la lettera ai vescovi del cardinale Claudio Hummes, relatore generale dell'Assemblea di ottobre e suo grande sponsor, diffusa dal vaticanista Aldo Maria Valli sul suo blog "Duc in Altum". La missiva, datata 13 gennaio, avanzava i "suggerimenti" con cui preparare i fedeli ai "nuovi cammini per la Chiesa" previsti dall'esortazione di imminente uscita. Ma lo scenario che sembrava prospettato da quelle indicazioni, alla fine, non ha trovato riscontro nel documento papale. E forse non è casuale la mancata partecipazione del porporato brasiliano alla conferenza stampa di presentazione di oggi, sintomo di un'amarezza non dissimulata per l'evidente 'passo indietro' rispetto al paragrafo 111 del documento finale del Sinodo.
L'esortazione apostolica è stata presentata in Sala Stampa della Santa Sede con una conferenza a cui hanno partecipo il direttore Matteo Bruni, i cardinali Lorenzo Baldisseri e Michael Czerny, suor Augusta de Oliveira e padre Adelson Araújo dos Santos. Curioso il modo in cui quest'ultimo, docente di Spiritualità alla Pontificia Università Gregoriana, ha presentato la forma scelta dal pontefice con i quattro "sogni" sull'Amazzonia: "quando si tratta di 'sogni' - ha detto il teologo - il Nuovo Dizionario di Spiritualità della Lev uscito nel 2003 spiega che solo l'autore del sogno può interpretarlo in modo adeguato e autentico. Pertanto, qualsiasi sforzo ermeneutico da parte nostra sarà sempre limitato e approssimativo rispetto a ciò che significano veramente per il suo autore, i sogni condivisi da lui". In realtà, a leggere l'esortazione e specialmente il capitolo sul "sogno ecclesiale" sembra piuttosto chiaro ed univoco l'indirizzo che Francesco ha voluto dare sui temi più discussi dal Sinodo di ottobre.
Lo stesso docente, successivamente, ha addebitato alla "mancata conoscenza dei testi, compreso il Catechismo" le insofferenze di alcuni gruppi cattolici brasiliani per l'attenzione dedicata dal Sinodo sui temi più sociali, ambientali e politici. Dopo di lui è intervenuta suor Augusta de Oliveira, vicaria generale delle Serve di Maria Riparatrici, che ha detto di parlare a nome di "migliaia di religiose che hanno donato e continuano a donare la vita nella regione amazzonica e in tutte le parti del mondo". La suora ci ha tenuto a mettere in evidenza gli aspetti più socialmente impegnati della "Querida Amazonia" che tratteggerebbero un ideale di una terra dove si combatte per i "diritti dei più poveri, degli indigeni, dei popoli del fiume, pescatori, delle donne, dei contadini".
Stessi toni, simili a quelli utilizzati nei briefing quotidiani nei giorni dell'Assemblea di ottobre, hanno caratterizzato anche gli interventi del climatologo Carlos Nobre e di monsignor David Martínez de Aguirre Guinea, Segretario Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica che ha inviato un contributo video. Il Cardinal Michael Czerny, Segretario Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica, ha voluto 'ancorare' il Documento finale dei padri sinodali all'esortazione di papa Francesco. Questa connessione rivendicata da Czerny potrebbe essere letta anche come un tentativo di dare maggiore legittimazione al Documento finale, preso in considerazione da Francesco ma non incluso nella "Querida Amazonia", come ha dovuto ammettere anche il sottosegretario della Sezione migranti e rifugiati. Czerny, tirando in ballo l'"autorità magisteriale formale" dell'esortazione apostolica, ha cercato di fare appello all'"autorità morale" del Documento di ottobre al punto da affermare che "ignorarla è una mancanza di obbedienza alla legittima autorità del Santo Padre, mentre trovare difficili alcuni punti non sarebbe considerata una mancanza di fede".
Su questo punto, però, il neocardinale - che successivamente ha anche sostenuto che "le proposte particolari rimangono sul tavolo" - è sembrato l'unico a dare questa interpretazione in conferenza stampa. Il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha infatti puntualizzato subito dopo che il Documento dei padri sinodali "ha una certa autorità morale, ma non è magisteriale". Lo stesso porporato italiano, ad una domanda di un giornalista che chiamava in ballo l'articolo 18 della costituzione apostolica “Episcopalis communio” sul processo sinodale ("Se approvato espressamente dal Romano Pontefice, il documento finale partecipa del magistero ordinario del successore di Pietro"), ha sottolineato nella "Querida Amazonia" non ci sia alcuna approvazione espressa del papa ed ha ricordato anche l'importanza del fatto che non ci sia alcuna citazione tratta dal Documento finale di ottobre.
Su questo testo è stato netto anche il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, che ha ribadito come non sia da considerare magistero. "Il Sinodo - ha detto Bruni - non era un confronto sul celibato. La posizione del papa era nota e all'esigenza pastorale ha dato una risposta con tre parole contenute nel punto 90: preghiera, generosità e formazione". Anche secondo il Cardinal Baldisseri la posizione del papa sulla questione dei preti sposati non lascia adito a dubbi: "non ha citato questo tema; anzi mi pare che abbia risposto circa i passi da fare e sono quelli di esortare i vescovi a chiedere più vocazioni, più generosità nell'inviare sacerdoti missionari in Amazzonia, e fare una formazione sacerdotale adatta e adattata", ha detto il porporato italiano. In conferenza è stato trattato anche il tema del cosiddetto "rito amazzonico" che diversi padri sinodali avevano chiesto di elaborare durante l'Assemblea di ottobre, ma che Francesco non ha menzionato esplicitamente nella "Querida Amazonia".
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha precisato come in queste situazioni, come accaduto nel caso del rito congolese, la procedura prevede una richiesta che parte "dal basso", con "la Chiesa locale che avanza delle proposte". In ogni caso, ha chiarito Bruni, "il processo sarà gestito dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti", ovvero dal dicastero attualmente guidato dal cardinale Robert Sarah che a giugno prossimo compirà 75 anni e dovrebbe presentare le dimissioni dal proprio incarico per anzianità.