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Asia

Una chiesa per i Montagnard cambogiani

Una piccola comunità di cattolici che vive nelle foreste della remota provincia di Mondulkiri ha ottenuto l’autorizzazione a costruire una chiesa in muratura

Tuttora non è facile essere cristiani in Cambogia, il paese in cui tra il 1975 e il 1979 i khmer rossi uccisero tutti i sacerdoti e i religiosi e distrussero la maggior parte delle chiese e delle cappelle. La Cambogia è ancora governata da un regime comunista che, come tutti i governi ispirati al comunismo, vede nella religione una alternativa intollerabile alla sua visione di società. I cristiani sono una piccolissima minoranza, circa lo 0,3% della popolazione, poco più di 50.000 su un totale di 17 milioni. Alcuni appartengono alle tribù note in Occidente con il nome di Montagnard. Duramente perseguitati dai Khmer rossi, i sopravvissuti vivono in foresta, in piccoli villaggi, e praticano un’economia agricola di sussistenza. Il loro nome locale è Bunong. In uno di questi villaggi, nella regione di Mondulkiri, abitano 70 cattolici, una comunità nata nel 2009 quando i componenti di due famiglie sono emigrati in Vietnam e lì, entrati in contatto con dei cattolici, sono stati colpiti dal loro modo di vivere, di prestare aiuto nel bisogno, di prendersi cura di ammalati e poveri. Al ritorno in patria si sono convertiti al cattolicesimo e hanno iniziato  un’opera missionaria. Da poco il governo provinciale ha autorizzato la comunità a costruire una piccola chiesa in muratura e il 1° febbraio in un clima di gioia e commozione è stata posata la prima pietra dell’edificio. La cerimonia è stata presieduta da monsignor Pierre Hangly Suon, prefetto apostolico di Kampong Cham, e vi hanno partecipato sacerdoti, suore e circa 150 fedeli provenienti da diverse comunità della regione. In realtà le pietre posate sono state due: una proveniente dal villaggio di Gati, luogo di inizio dell’annuncio della fede a Mondulkiri, e una dalla parrocchia di Nak Loeung di Banam, una delle più antiche del paese, fondata 160 anni fa. Durante l’omelia monsignor Suon ha spiegato che la costruzione della chiesa risponde alle richieste del numero crescente di fedeli: “sarà un centro di irradiazione del Vangelo – ha detto – un punto di luce e di evangelizzazione per annunciare l’amore di Dio a tutti coloro che si trovano nelle vicinanze. Lasciamo che questa piccola chiesa, ma soprattutto la Chiesa fatta di persone sia la luce della grazia di Dio per coloro che ci circondano affinché possano conoscere Cristo ed essere salvati a Lui”. La chiesa sarà ultimata in meno di un anno. Gli abitanti della regione si sono resi disponibili per lavorare alla sua costruzione.