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GEORGIA

Una chiesa donata dalle donne pentite dell'aborto

Costruire una chiesa per chiedere perdono a Dio con un atto di riparazione pubblico per avere abortito. È quanto hanno deciso di fare in Georgia un gruppo di donne che hanno interrotto una o più gravidanze nell’arco della loro vita e di medici abortisti pentiti. La notizia è stata diffusa dal patriarcato della Georgia

Vita e bioetica 16_12_2016

Costruire una chiesa per chiedere perdono a Dio con un atto di riparazione pubblico per avere abortito. È quanto hanno deciso di fare in Georgia un gruppo di donne che hanno interrotto una o più gravidanze nell’arco della loro vita e di medici abortisti pentiti. La notizia è stata diffusa dal patriarcato della Georgia, che ha pubblicato un comunicato sul suo sito il 13 dicembre.

“Vivendo sotto un regime ateo, tante persone non si rendevano conto di quanto fosse grave il peccato dell’aborto, che veniva percepito come un fenomeno normale», si legge nel documento. «Negli ultimi anni, però, una porzione sempre più grande di popolazione ha cominciato a seguire e praticare la vita della chiesa». Come conseguenza, «alcune madri georgiane, insieme ai medici, preoccupate per il peccato dell’aborto commesso, hanno espresso il desiderio di costruire una chiesa in segno di pentimento».

La nuova chiesa della Santa Trinità sarà costruita in un territorio donato adiacente alla foresta di Khudadov nella capitale Tbilisi. Il patriarcato ha anche pubblicato una foto dell’incontro tra le donne, i medici e Sua Santità il Patriarca-Catholicos Elia II, primate della Chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana. Durante la cerimonia Elia II ha dato la sua benedizione all’iniziativa e alle persone coinvolte. Il patriarca nel 2013 chiese pubblicamente alle autorità di abolire l’interruzione di gravidanza, piaga ereditata dal dominio ateo bolscevico e proseguita dalla “moderna filosofia liberale”.

L’aborto è un problema enorme in Georgia, paese di appena 4,4 milioni di abitanti. Nel 2012 sono state registrate 40 mila interruzioni di gravidanza, scese a 33 mila nel 2014. Ogni mille bambini che nascono, 408 vengono abortiti secondo l’Oms, mentre in Unione Europea, ad esempio, il tasso in media è di 222 ogni mille. Drammatico anche il conto delle nascite: il tasso di natalità nel 2015 è calato come anche gli altri anni del 2,3%, mentre quello di mortalità è cresciuto dello 0,7%. Un’indagine del 2010 dell’ufficio statistico del paese, condotta su un campione di 6.292 donne tra i 15 e i 44 anni intervistate, ha scoperto che oltre il 37 per cento, più di un terzo, ha avuto almeno un aborto. Se in Austria ci sono 1,3 aborti ogni mille donne, in Georgia 19,1. Secondo il New York Times, nel 2005 ogni donna georgiana aveva in media nella sua vita 3,1 aborti, il tasso più alto del mondo. Nel 2010, il dato è migliorato, scendendo a 1,6.

Un problema ulteriore è dato dall’aborto selettivo. Nel 2015, infatti, in Georgia sono nati il 9 per cento dei bambini in più rispetto alle bambine. Dati che si avvicinano a quelli dei recordman Cina e India. Anche per questo il patriarca nel 2013 ha denunciato durante la Messa di Pasqua «l’omicidio di innocenti compiuti da donne e medici», chiedendo al governo di abolire almeno l’aborto selettivo. L’appello non ha portato alla cancellazione della legge, ma la nuova chiesa che sarà costruita dimostra che non è caduto nel vuoto.