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ELEZIONI USA

Un ticket di sinistra-sinistra: la Harris sceglie Walz come suo vice

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Nonostante tutti scommettessero sul moderato Shapiro, Kamala Harris, candidata democratica alle presidenziali Usa, sceglie come suo vice Tim Walz, governatore del Minnesota con idee di estrema sinistra.

Esteri 07_08_2024
Tim Walz, Kamala Harris (La Presse)

Kamala Harris, candidata democratica alla Casa Bianca, ha scelto il suo nuovo vicepresidente: Tim Walz. Un volto poco noto, al di fuori dello Stato che governa, il Minnesota. Insegnante nelle scuole superiori, con un anno iniziale di insegnamento in Cina, una lunga carriera nella Guardia Nazionale, la sua avventura politica è incominciata nel 2006, quando si è fatto eleggere alla Camera da un distretto rurale del Minnesota, solitamente dominato dai Repubblicani. Nella politica identitaria risponde a tutte le caratteristiche del maschio-bianco-etero: sposato e con figli, cacciatore, tanta esperienza militare alle spalle e vicino alla middle class. Però, dal 2018, da quando è diventato governatore del Minnesota, è stato sempre allineato su posizioni di sinistra estrema, vicino ai sindacati, ecologista e abortista convinto.

La presenza di Walz nel ticket democratico contribuisce a riequilibrarne l’identità: una donna “nera” (indiana e giamaicana di origine) e un uomo bianco e più anziano. Ma dal punto di vista politico sono entrambi di estrema sinistra. Per questo nessuno si aspettava che venisse scelto Walz. Tutti avrebbero scommesso che la scelta sarebbe ricaduta su un altro governatore, Josh Shapiro, della Pennsylvania. Tanto più che l’annuncio della scelta è stato fatto proprio a Philadelphia, in casa di Shapiro. Tuttavia pare che il governatore, moderato, di origine ebraica e appetibile anche per i repubblicani, sia caduto in disgrazia presso la Harris. Uno dei motivi del contendere è il suo sostegno ai buoni-scuola, una politica che gli ha messo contro i potenti sindacati degli insegnanti della scuola pubblica. Poi, anche in forza della sua origine ebraica, ha sempre sostenuto Israele. E il Partito Democratico, soprattutto fra i giovani, è molto più filo-palestinese ora. Il crescente movimento pro-Palestina lo odia, nonostante sia sempre stato critico nei confronti di Netanyahu.

Walz, insomma, è stato visto come una figura meno divisiva (all’interno del Partito Democratico) rispetto a Shapiro. La campagna di Trump reagisce col suo consueto messaggio di scherno “Non sorprende che la liberal di San Francisco abbia cooptato un aspirante americano della Costa Ovest” che ha cercato di “trasformare il Minnesota in un’altra California”. Come governatore dello Stato del Midwest, in effetti, Walz è celebre per: aver introdotto pasti gratis per gli studenti, aver dato diritto di voto ai carcerati, aver consentito la patente di guida agli immigrati illegali, aver iniziato la transizione verde nel suo Stato (energia rinnovabile e mobilità elettrica) e aver liberalizzato la droga leggera. Per venire incontro alle richieste dei sindacati, ha introdotto le ferie pagate per motivi famigliari e un credito fiscale sui figli. Ma non è favorevole alla natalità, anzi ha anche promosso una legge statale in cui si afferma che l’aborto è un “diritto fondamentale” della donna e vuole fare del Minnesota un “rifugio sicuro” per l’aborto (come abbiamo già scritto sulle nostre colonne). Uno dei motivi per cui la Harris lo ha scelto.

La rivolta di Black Lives Matter del 2020 è partita proprio nel suo Stato, con l’uccisione di George Floyd. La risposta di Walz è stata lenta, secondo l’opposizione repubblicana. Tre giorni per chiamare la Guardia Nazionale, quando le città erano già a ferro e fuoco e anche un commissariato di polizia era stato dato alle fiamme. Sulla mancata reazione tempestiva ai saccheggi e alle distruzioni del 2020, autorità statali e cittadine continuano a rimpallarsi la colpa, ma, in quanto governatore, Walz porta una grave responsabilità oggettiva.

Dal punto di vista puramente politico, la scelta del nuovo vicepresidente è una risposta simmetrica alla cooptazione di JD Vance come vice di Trump. Sia Walz che Vance, infatti, si rivolgono soprattutto ad un pubblico operaio, strategico per conquistare gli Stati del Midwest come il Michigan e il Wisconsin. Proprio come Vance non viene da uno Stato conteso o in bilico, ma da un Minnesota che è solidamente democratico da quasi mezzo secolo. I due vicepresidenti potrebbero scontrarsi sul diritto alla vita: tanto fortemente pro-vita è il cattolico Vance, quanto fortemente abortista è il luterano progressista Walz. Ma per il resto parlano quasi lo stesso linguaggio, rivolgendosi a una platea di lavoratori che sono rimasti svantaggiati dalla globalizzazione e dall’economia post-industriale.

La formazione dei ticket è completa ed è rivelatrice della forte polarizzazione della politica americana. Non c’è più spazio per i centristi o per i moderati, si sfidano una sinistra-sinistra (Harris-Walz) e una destra-destra (Trump-Vance), quasi per mandare un messaggio chiaro agli elettori che sarà una contrapposizione muro-contro-muro e senza compromessi.