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Jihad

Un sacerdote e quattro fedeli rapiti in Mali

Di loro non si hanno ancora notizie. Forse rapiti come ostaggi da un gruppo armato in fuga, per la loro liberazione potrebbe essere chiesto un cospicuo riscatto

Il 21 giugno nel Mali un sacerdote e quattro fedeli sono stati rapiti dai miliziani di un gruppo armato. Si tratta di don Lèon Douyon, parroco di Nostra Signora di Lourdes, del villaggio di Ségué, Thimothé Emmanuel Somboro, capo del villaggio, Pascal Somboro, che ne è il vicesindaco, il catechista Emmanuel Somboro e Boutié Tolofoudié. Insieme si stavano recando dal loro villaggio a quello di San per partecipare al funerale di don Oscar Thera, che era stato parroco di Ségué per nove anni. I sequestro è avvenuto circa 30 chilometri a nord di Ségué. L’area che si trova sull’altopiano Dogon è abitata in gran parte da cattolici e fa parte della diocesi di Mopti. Finora non si hanno notizie della loro sorte. Si ipotizza che possano essere stati rapiti per essere usati come scudi umani da miliziani inseguiti dall’esercito maliano che stavano tentando di fuggire nel vicino Burkina Faso. Se anche fosse, c’è il rischio che i rapitori decidano di chiedere un riscatto per la loro liberazione o di cederli, come spesso succede, ad altri gruppi armati, specializzati in organizzazione e gestione dei sequestri a scopo di estorsione. In questo caso potrebbero rimanere prigionieri per mesi o per anni, trasportati da uno stato all’altro, come è successo ad esempio a padre Luigi Maccalli, della SMA, rapito da un gruppo jihadista in Niger nel settembre del 2018 e liberato in Mali l’8 ottobre 2020. Dal febbraio del 2017 è prigioniera suor Cecilia Narvaéz Argoti, una religiosa comboniana sequestrata nel sud del Mali. Vaste aree del paese sono infestate da gruppi jihadisti affiliati ad al Qaeda o all’Isis. Inoltre il 24 maggio si è verificato un colpo di stato militare, il secondo in nove mesi.