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Sacerdoti nel mirino

Un sacerdote cattolico è stato ucciso in Burkina Faso

Uomini armati non identificati, forse dei jihadisti o dei combattenti di una milizia di autodifesa, lo hanno aggredito e colpito a morte mentre era in viaggio.

 

Un sacerdote cattolico, don Jacques Yaro Zerbo, è stato ucciso il 2 gennaio in Burkina Faso da uomini armati non identificati mentre percorreva la strada che da Dédougou porta a Gassan. La notizia è stata data da monsignor Prosper Bonaventure Ky, vescovo di Dédougou. La regione di Boucle du Mouhoun dove don Jacques viveva si trova nel nord ovest del paese ed è una delle più colpite dal jihadismo. È quindi possibile che i responsabili dell’omicidio siano dei combattenti di un gruppo armato jihadista, forse il Jama’at Nasr-al-Islam wal Muslimin (JNIM). Tuttavia nelle aree infestate dai jihadisti sono attive anche delle milizie di autodifesa, create dagli abitanti non abbastanza protetti dalle forze militari governative, che però con il tempo sono diventate aggressive, attaccano comunità composte da etnie avversarie e ormai costituiscono anch’esse una minaccia per i civili che ne subiscono le violenze. Una di queste milizie, i Volontari per la difesa della patria (Vdp), sarebbero responsabili, secondo l’ong CISC (Collettivo contro l’impunità e la stigmatizzazione delle comunità), della strage di 28 civili uccisi nella notte tra il 30 e il 31 dicembre come rappresaglia per un atto di terrorismo verificatosi nella città di Nouna. I Vdp prendono di mira quartieri e comunità abitati in maggioranza da nomadi Fulani musulmani. Pochi giorni dopo, il 3 gennaio, degli uomini armati hanno ordinato a tutti gli abitanti di Gassan, un comune rurale, di andarsene, dando 24 ore di tempo per farlo. Don Jacques aveva 67 anni, era originario del Mali. Era stato ordinato sacerdote nel 1986. A settembre nella regione di Boucle du Mouhoun è stato rapito Goubebana Marius Taso, un seminarista, e di lui da allora non si hanno notizie.