Un nuovo Jorge sulla cattedra di Buenos Aires
Per capire l'identikit del neo-eletto arcivescovo di Buenos Aires bisogna farsi strada tra le etichette, la prima delle quali è – neanche a dirlo – "vescovo delle periferie".
Il nuovo arcivescovo di Buenos Aires è Jorge Ignacio García Cuerva, finora vescovo di Río Gallegos, chiamato ieri da Francesco a succedere al cardinale Mario Aurelio Poli.
Avvicendamento in tempi brevi, visto che il cardinal Poli ha compiuto 75 anni da pochi mesi (lo scorso 29 novembre) senza beneficiare della "proroga biennale", prassi non certo obbligata ma solitamente concessa ai porporati alla guida di sedi importanti (anche distanti dalla Weltanschauung papale come avvenne per il cardinal Caffarra). Si conclude così episcopato porteño di Poli, immediato successore di Bergoglio: un decennio trascorso un po' in sordina, se lo paragoniamo per esempio al maggior risalto che ebbe (anche sui media italiani) il card. Franciszek Macharski, immediato successore di Wojtyla a Cracovia.
Cosa sappiamo del nuovo arcivescovo di Buenos Aires? Ci si perde tra le etichette, la prima delle quali è – neanche a dirlo – "vescovo villero" o "vescovo delle periferie". Avvocato e canonista, intervistato in occasione della nomina a membro della Congregazione per i Vescovi (nel 2021) circa il profilo che dovrebbe avere un futuro vescovo, mons. Garcia Cuerva ha snocciolato l'ormai classico repertorio del "vescovo vicino alla gente", "con l'odore delle pecore", della "Chiesa in uscita" e "povera per i poveri". Perfetto successore di Francesco, a partire dal nome: l'importanza di chiamarsi Jorge.