Un nuovo eurogruppo dei Patrioti, la proposta di Orban
Ascolta la versione audio dell'articolo
I partiti di destra sovranista di Ungheria, Austria e Rep. Ceca formano un nuovo eurogruppo: i Patrioti. Per costituirsi cercano nuove adesioni. E aprono nuovi interessanti scenari a destra.
Nascono i “Patrioti europei”, nuovo raggruppamento e famiglia politica a Bruxelles per color che difendono identità nazionali, valori giudaico cristiani e competitività contro neo centralismo liberalsocialista di Macron-Scholz. La Von der Leyen, vacilla più di quanto appaia e sbaglia ancora la direzione politica a pochi giorni dalla riunione dei Popolari, perché Ursula cerca nei Verdi la propria illusione di salvezza. Domenica 30 giugno, poche ore prima dell’inizio formale del semestre di presidenza ungherese del Consiglio europeo, è stato presentato a Vienna il “Manifesto dei patrioti” europei, un progetto di coalizione politica e parlamentare, promosso dai leader politici di Ungheria, Austria e Repubblica Ceca.
“Make Europe Great Again" è il motto delle iniziative ungheresi di un semestre che si presenta già frizzante e ricco di sorprese, nonostante il sistematico boicottaggio che molti diplomatici e burocrati europei hanno già predisposto e confessato fieramente al The Guardian . Il viaggio “imprevisto” di Orban a Kiev di ieri, ha ulteriormente spiazzato gli opinion makers occidentali e smontato i loro pregiudizi. In questo contesto, il nuovo raggruppamento politico farà arricciare il naso a più di un mandarino centralista di Bruxelles.
Domenica, appunto, il primo ministro Viktor Orbán, presidente di Fidesz, aveva promosso il "Manifesto patriottico per il futuro dell'Europa", insieme a Herbert Kickl, presidente del Partito della libertà austriaco (FPÖ), e all'ex primo ministro ceco Andrej Babiš, presidente del partito ANO (Azione dei cittadini insoddisfatti). Secondo il manifesto, le nazioni europee hanno raggiunto un punto di svolta storico, vi si legge infatti che: «L'Unione europea, un tempo un progetto da sogno radicato nel desiderio di riconciliazione dopo la devastazione causata da due guerre mondiali e decenni di divisione, si è rivoltata contro gli europei e ora rappresenta interessi che sono in contrasto con la volontà delle nazioni, delle regioni e delle piccole comunità che compongono la nostra patria europea». Denunce anche contro «istituzioni lontane dai cittadini europei, insieme a potenti forze globaliste, burocrati non eletti, lobby e gruppi di interesse che ignorano la voce della maggioranza e della democrazia popolare più ampia, stanno progettando di sostituire le nazioni…Tuttavia, le ultime elezioni europee di giugno hanno segnato una svolta, la divisione non è tra conservatori e liberali, o tra destra e sinistra, ma tra «centralisti – araldi di un nuovo 'superstato' europeo – e patrioti o sovranisti, che lottano per preservare e rafforzare le nazioni europee che amiamo».
Il ‘Manifesto’ ritiene dunque che l'Europa debba difendere i propri confini, fermare l'immigrazione clandestina e preservare la propria identità culturale ma anche «che salvaguardi e celebri la sua identità, le sue tradizioni e i suoi costumi europei, frutto del suo patrimonio greco-romano e giudaico-cristiano…che difenda le libertà reali, i diritti fondamentali e la dignità umana, resistendo strenuamente ai tentativi di limitare o ridefinire tali libertà».
Domenica il raggruppamento dei “Patrioti per l'Europa” (PfE) era composto da solo tre partiti e un totale di 24 parlamentari (6 del FPÖ austriaco; 7 di Ano della Repubblica Ceca e 11 tra democristiani e Fidesz ungheresi). Per vedersi riconosciuti come gruppo nel nuovo Parlamento europeo, altri parlamentari di quattro diversi paesi dovranno aderire. I potenziali candidati potrebbero includere: i due deputati dell'Alleanza Democratica degli Ungheresi in Romania (RMDSZ), i 5 Socialdemocratici slovacchi (SMER) e, come è già accaduto lunedì 1 luglio, i due conservatori portoghesi di André Ventura del partito “Chega”. Altri partiti e singoli parlamentari, addirittura interi gruppi potrebbero sciogliersi e costituire nuove aggregazioni o confluire in altro gruppo, fors’anche i Conservatori, oltre ai partiti ora nel gruppo di Identità e Democrazia. Ipotesti di scuola che porterebbero alla creazione del secondo gruppo politico nel Parlamento europeo, mettendo fine ad ogni manfrina indegna tra Popolari, Socialisti e Liberali.
Certo è che entro i prossimi giorni non solo si terranno le riunioni dei gruppi politici europei, i Popolari Europei, i Conservatori e Riformisti, gli Identitari e Democratici e gli stessi neonati “Patrioti”. Tutti si devono costituire ben prima della prossima e prima riunione del Parlamento europeo (16-19 luglio) nel quale si dovranno confermare le elezioni, la composizione dei gruppi e passare alle votazioni delle cariche parlamentari.
Certamente se la neonata famiglia politica europea riuscisse a raggiungere almeno i 40 membri entro la prima seduta del Parlamento, esso supererebbe le sinistre e si affermerebbe quantomeno come il sesto gruppo politico per consistenza numerica. L’obiettivo dei promotori e dei primi aderenti però è quello di « essere una sorta di 'trampolino di lancio' per unire le forze con altri partiti per garantire ancora una volta un buon futuro all'Europa…che torni a presentarsi e a svilupparsi con orgoglio, valori, tradizioni e diversità», ha ricordato il presidente dell'FPÖ autriaca. Invece Andrej Babiš, ex premier ceco e leader di ANO ribadito l’obiettivo di un'Europa che rispetti la sovranità dei suoi Stati membri, protegga rigorosamente le sue frontiere esterne e promuova una politica ambientale sostenibile ed equa: «…un'Unione europea di Stati nazionali indipendenti, non una federazione dominata da Bruxelles».
Orban dal canto suo ha rilanciato l’impegno e valori cristiani, ricordando che «le forze nazional-conservatrici, sovraniste e cristiane sono in ascesa in tutta Europa» e ribadito che il partito più forte in Austria, il partito più forte nella Repubblica Ceca e il partito più forte in Ungheria si assumono la responsabilità di promuovere questa azione rinnovatrice, un estremo tentativo di salvare l’Europa. Che si vada verso un gruppo unico di sovranisti, conservatori e patrioti, o ci si fermi ad un coordinamento strategico e tattico tra i diversi gruppi di destra e conservatori, dobbiamo tutti confidare nel successo di Antonio Tajani per convincere il PPE a cambiare rotta e aprirsi a conservatori e destre.
L’attuale candidato alla presidenza della Commissione, Ursula Von der Leyen con la scelta di incontrare i Verdi europei lunedì 1 luglio, ha confermato di l’assoluta incoscienza o, peggio, spocchiosa incuranza, della volontà popolare espressa dai cittadini europei lo scorso 9 giugno. Ursula si prepara a schiantarsi contro un muro di voti contrari, ora i Popolari Europei riuniti in Portogallo devono far chiarezza assoluta.