Un laico è stato ucciso in un agguato nelle Filippine
Stava tornando a casa dopo aver celebrato la liturgia della Parola domenicale in assenza di celebrante in due villaggi situati in una zona notoriamente pericolosa
Il 9 giugno un laico, Marcelino Combate, 52 anni, è stato ucciso a Leyte, nelle Filippine. Stava rientrando a casa in motocicletta dopo aver celebrato il “Kasaulugan sa Pulong”, la liturgia della Parola domenicale in assenza di celebrante, in due villaggi alla periferia della città. Si era offerto volontario per servire quei villaggi, consapevole dei rischi che correva, ha spiegato all’agenzia di stampa AsiaNews monsignor Marvyn Maceda, vescovo di San Jose de Antique. La zona infatti è molto pericolosa. “Sono allarmato – ha detto monsignor Maceda – perché questo è già il tredicesimo omicidio nel terzo distretto di Leyte dall’anno scorso. Unisco la mia voce alla condanna di questi atti scellerati e al grido di giustizia per padre Marcelino e per le innumerevoli altre persone che sono state uccise negli ultimi anni”. Le Filippine sono un paese cattolico, ma alla minaccia della delinquenza comune si aggiunge quella del terrorismo islamico. Vi operano delle cellule jihadiste affiliate all’Isis che spesso colpiscono religiosi e proprietà della Chiesa per ottenere visibilità o per vendetta, dopo aver subito attacchi da parte dell’esercito governativo. Lo scorso 19 maggio due persone a bordo di una motocicletta hanno raggiunto la cappella dedicata al Santo Nino a Cotabato, nel sud del paese, e vi hanno lanciato una granata. In quel momento la chiesa era affollata perché era domenica ed era in corso una lettura della Bibbia. Fortunatamente solo due persone sono state ferite. Più pesante era stato il bilancio delle vittime nel dicembre del 2023 quando una bomba fatta esplodere in una palestra dell’Università statale di Marawi mentre si stava celebrando la messa ha causato quattro morti e decine di feriti. Marawi è il capoluogo della provincia di Lanao del Sur, nel Bangsamoro, una regione autonoma musulmana. Quell’attentato è stato attribuito al gruppo jihadista Daulah Islamiyah-Maute che ne giorni precedenti aveva subito la perdita di 11 miliziani, uccisi in una operazione lanciata dall’esercito filippino.