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MANIF POUR TOUS

Un dossier racconta la repressione della polizia francese

Un dossier presentato al Consiglio d'Europa – alla presenza di Luca Volonté, delegato PPE – raccoglie testimonianze di partecipanti alla Manif pour tous sulla repressione della polizia francese. - Il video delle violenze

Esteri 27_06_2013
Manif pour tous

Risale a pochi giorni fa il dossier Testimonianze delle vittime della repressione della polizia in Francia presentato alla sezione "Diritti Umani" del Parlamento Europeo da cinque avvocati francesi, che raccoglie sessantaquattro testimonianze di partecipanti alla manifestazione parigina di Manif pour tous contro la legge Taubira, che apre alla possibilità di unioni omosessuali parificate ai matrimonio eterosessuali. La manifestazione, che ha visto scendere in piazza quasi un milione di persone, ha dato adito a una risposta «violenta e brutale della polizia, a fronte di una atmosfera pacifica e amichevole, che non ha causato la distruzione di nessuna proprietà pubblica o privata. Il governo ha comunque risposto in una maniera inaccettabile in una democrazia, reprimendo la manifestazione con un uso inappropriato di gas lacrimogeno e con la detenzione arbitraria di centinai di dimostranti».

Tra questi, la storia di Nicolas è quella che più colpisce. Nella pacifica manifestazione di Manif pour tous, Nicolas, ventitreenne fondatore dei Veulleurs, gruppo giovanile affiliato a Manif le cui azioni si limitavano a canti e lettura di opere letterarie nelle piazze della capitale francese, è stato portato in carcere e lì sconta una pena di quattro mesi. La cosa ha colpito anche buona parte della stampa francese pro-legge Taubira per il forte condizionamento della polizia – e di fatto dell'intero governo di Francois Hollande – alla libertà di parola e di opinione. Tuttavia, la vicenda di Nicolas non è l'unica del panorama attuale. La protesta anti-matrimonio-gay del 24 marzo ha infatti visto, nel mezzo di una pacifica "processione" verso gli Champs Elysees, alcuni nuclei di extraparlamentari di estrema destra in atteggiamenti ben più nocivi allo svolgimento tranquillo e piacevole della manifestazione.

Le cinquantanove testimonianze raccontano, con linguaggi e punti di vista talora molto diversi, quello che è successo ai manifestanti della Manif pour tous lo scorso 24 marzo. Il copione, tuttavia, risulta molto simile: la polizia, con brutale violenza, ha creato barriere contenitive che non lesinavano in manganellate e colpi verso i manifestanti, oltre che a stringerli in uno spazio ridicolmente piccolo. C'è anche, tra i volontari, chi fa notare come la polizia si sia disposta lungo un percorso diverso rispetto a quello della manifestazione, creando notevoli disordini e lasciando che il traffico automobilistico incrociasse la processione. L'uso smodato del gas lacrimogeno ha colpito anche tanti bambini, tanti anziani e persone diversamente abili. La qual cosa non ha potuto che incentivare la pesante reprimenda del dossier presentato in Europa. Si stima che le persone arrestate raggiungano quota 293: una cifra enorme per una manifestazione non violenta che si sarebbe potuta svolgere senza alcun problema di sorta. 

Tra le storie presentate, quella che più è la testimonianza di Constance de Magneral, che riporta le domande dei propri bambini, colpiti dai lacrimogeni della polizia: «Papà, stiamo per morire?», «Papà, perché la polizia ci lancia il gas? Non dovrebbero proteggerci?», o quella di Charles-Edouard, che dichiara di aver visto un non vedente essere "gassato" non una, ma ben tre volte. Le cariche della polizia in assetto anti-sommossa non hanno risparmiato neppure i bambini più piccoli, come dichiara la ventitreesima testimone Michelle Schleiffer. La folla, in risposta a questi attacchi, cantava La Marsigliese. In un paese dove l'idea illuministico della libertà, dell'uguaglianza e della fraternità è, in questo periodo storico, fortemente disatteso.