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Asia

Un cristiano aggredito in Pakistan

Accusato di aver profanato dei testi sacri toccandoli, gli è stato ingiunto di convertirsi all’islam e al suo rifiuto è stato accoltellato

Waqas Masih, un giovane cristiano di 22 anni, è stato ferito gravemente in Pakistan da un collega musulmano, Zohaib. Il ragazzo lavora da sei mesi in una cartiera di Sheikhupura, la Subhan Paper Mills, ed è l’unico cristiano tra i dipendenti. Più volte, racconta suo padre, Riyasat Masih, i compagni di lavoro gli hanno chiesto di convertirsi all’islam. Il 22 marzo, stando alle testimonianze pervenute, Zohaib, che è il suo supervisore, lo ha accusato di blasfemia sostenendo che aveva maneggiato dei testi sacri islamici da lui rinvenuti tra i materiali riciclabili, rendendoli quindi impuri. Con un pretesto lo ha poi fatto entrare in una stanza, gli ha fatto delle domande sulla sua religione e infine gli ha intimato di convertirsi all’islam. Al suo rifiuto lo ha aggredito con un taglierino infliggendogli anche un taglio alla gola che ha rischiato di recidergli l’aorta. Waqas Masih è stato portato in un ospedale governativo di Lahore. Un padre francescano, Lazar Aslam, che vive in Pakistan e si prodiga in aiuto ai cristiani perseguitati, gli ha fatto visita e ha poi riportato la storia anche sul proprio profilo Facebook. Zohaib è stato denunciato e arrestato. Questo ennesimo episodio di intolleranza religiosa – commenta padre Aslam – solleva ancora una volta il problema della tutela delle minoranze religiose in Pakistan dove, benché la costituzione ne riconosca i diritti e nonostante i numerosi moniti governativi a rispettarle, sotto l’influenza dell’islam radicale molte persone continuano a infliggere ai cristiani violenze e abusi. Le accuse infondate di blasfemia sono una delle armi usate spesso contro di loro perché suscitano subito nella gente indignazione e anche reazioni violente che qualche volta degenerano in stragi.