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Odio politico

Tusk e i liberal polacchi, quanti attacchi a Trump

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Polonia, i politici di sinistra si contraddistinguono per la grande ostilità verso Donald Trump. Dal premier Tusk al ministro Sikorski, da Klich a Szczerba, un’antologia di atti controversi e dichiarazioni offensive, che danneggiano le relazioni diplomatiche.  

Esteri 03_10_2025
Dal profilo Twitter di Donald Tusk, 5 dicembre 2019

È passata alla storia una foto del dicembre 2019 che mostra Angela Merkel e Donald Trump, durante la sua prima presidenza, con dietro Donald Tusk che punta la mano tenuta come una pistola contro le spalle del presidente americano. Questa foto – che lo stesso Tusk pubblicò sul suo profilo Twitter con un messaggio («Nonostante le turbolenze stagionali, la nostra amicizia transatlantica deve durare») – mostra meglio di ogni parola l’atteggiamento ostile verso Trump che caratterizza tutti i politici liberal di sinistra polacchi. Tusk & company criticano da sempre Trump: lo hanno fatto sia durante il suo primo mandato alla Casa Bianca sia soprattutto durante la sua campagna per le presidenziali contro Kamala Harris (vedi qui).

Tusk criticava Trump anche per colpire Diritto e Giustizia (PiS), partito conservatore polacco al potere fino all’autunno 2023, che ha tante affinità con i repubblicani americani. Nel marzo 2023, durante un comizio elettorale, ha detto: «Trump e la sua dipendenza dall'intelligence russa non sono più in discussione. Questa non è una mia supposizione; è il risultato di un'indagine dell'intelligence americana. I servizi segreti americani non escludono la possibilità che Trump sia stato effettivamente reclutato dall'intelligence russa 30 anni fa». Parole che squalificano completamente il primo ministro polacco, che adesso vorrebbe negarle contro ogni evidenza.

Uno dei più stretti collaboratori di Tusk è Radoslaw Sikorski, anche lui di Piattaforma Civica (il partito del premier) e oggi ministro degli esteri. Sua moglie è Anne Applebaum, editorialista americana legata al Partito Democratico, nota per le sue dure critiche nei confronti di Trump. Nel marzo 2024, in un messaggio su X, Sikorski parlava dei «nostri nazionalisti» che «hanno sostenuto Donald Trump, sia nella sua precedente campagna che nel suo processo di non cedere il potere», suggerendo che Trump avrebbe avviato una sorta di processo per «non cedere il potere».

All’inizio del 2024, Sikorski ha deciso di porre fine alla missione di oltre 50 ambasciatori e di rigettare diverse candidature sottoposte all'approvazione dalla precedente direzione dello stesso Ministero. Le azioni del ministro degli Esteri hanno suscitato una forte critica da parte dell’allora presidente Andrzej Duda, che ha ricordato che «nessun ambasciatore polacco può essere nominato o destituito senza la firma del presidente». Secondo Duda, il cambio forzato del personale delle rappresentanze diplomatiche «viene effettuato con metodi che richiamano i metodi dei servizi segreti comunisti». Questa mossa di Sikorski ha indebolito la posizione della Polonia sulla scena internazionale perché le persone mandate a dirigere le ambasciate polacche nel mondo non sono ambasciatori ma soltanto “incaricati d’affari” (chargé d'affaires), come succede anche in Italia. Ma, evidentemente, Sikorski e Tusk sono più interessati a piazzare i loro uomini nelle ambasciate che a badare ai veri interessi della Polonia.

Vale la pena ricordare una di queste scelte di Sikorski: la nomina di Bogdan Klich per gli Stati Uniti. Va detto che la nomina di Klich, che oggi dirige l'ambasciata polacca a Washington con il grado di incaricato d'affari, non è stata approvata da Duda. L'ex presidente polacco ha sostenuto che fosse inaccettabile che un politico sotto la cui amministrazione si è verificato il disastro di Smolensk (Klich era il ministro della Difesa quando l’aereo dell’aeronautica militare polacca si schiantò presso l’aeroporto di Smolensk, in Russia, causando la morte di 96 persone in totale, compresi il presidente della Polonia, Lech Kaczynski, e diversi altri vertici politici e militari) fosse ambasciatore negli Stati Uniti. «A mio parere personale, il signor Bogdan Klich non è idoneo a ricoprire la carica di ambasciatore della Repubblica di Polonia negli Stati Uniti, soprattutto considerando il suo comportamento nei confronti dell'attuale presidente Donald Trump», ha dichiarato Duda a febbraio di quest'anno, riferendosi al post di Klich del 2022 su X, in cui definiva Trump «un politico squilibrato che manca di rispetto alla democrazia». «Non è saggio che il signor Klich, che si è permesso di rilasciare dichiarazioni – per usare un eufemismo – del tutto irresponsabili sul futuro presidente degli Stati Uniti, attualmente presidente eletto (Donald Trump), diventi capo della missione a Washington. Credo che sia diplomaticamente imprudente», ha spiegato Duda. Anche l’attuale presidente, Karol Nawrocki, ha criticato il governo Tusk per alcune nomine di ambasciatori, tra cui appunto quella di Klich.

Klich ha mostrato tutta la sua inadeguatezza nella vicenda della lettera che il presidente Trump ha mandato a Nawrocki dopo la sua elezione a presidente della Polonia. Tale lettera doveva essere trattata come corrispondenza diplomatica e gestita attraverso i canali ufficiali per garantire la sicurezza e rispettare i protocolli formali. È probabile che la lettera di Trump sia stata inoltrata dalla Casa Bianca all'Ambasciata polacca a Washington. Come ha spiegato Marcin Przydacz, capo dell'Ufficio per la politica internazionale del presidente Nawrocki, «nella normale diplomazia professionale, dovrebbe funzionare così: una lettera dalla Casa Bianca arriva all'ambasciata polacca, viene spedita per posta diplomatica e, contemporaneamente, una scansione di questa lettera, se il capo dell'ambasciata, Klich, l'ha già letta, dovrebbe essere inviata urgentemente alla cancelleria del Presidente. E, a quanto mi risulta, il capo missione Klich ha fatto esattamente il contrario. Si è rivolto ai media…». Dunque, il presidente Nawrocki avrebbe saputo della lettera inviatagli dal presidente Trump dai media. Uno scandalo.

Questo atteggiamento anti-Trump degli uomini di Tusk si vede anche al Parlamento Europeo, dove l’eurodeputato di Piattaforma Civica, Michał Szczerba, ha l'incarico di relatore permanente per le relazioni con gli Stati Uniti presso la Commissione Affari Esteri. In passato Szczerba ha scritto dei post su Trump in questi termini: «Il posto di Trump è nella spazzatura» o «Trump è semplicemente una persona cattiva e tutti lo sanno. Usa l'odio e le bugie nella vita pubblica. Il suo comportamento è spesso immorale».

L'eurodeputato del PiS, Jacek Ozdoba, ha inviato una lettera al presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, chiedendo la rimozione di Szczerba dal suo incarico sottolineando che questo politico «usa un linguaggio che lo squalifica dal ricoprire qualsiasi posizione relativa alle relazioni transatlantiche» e danneggia «l'immagine del Parlamento Europeo negli Stati Uniti».

Tusk ha usato e sta usando sempre l’arma del discredito e dell’odio verso i suoi avversari politici interni e, purtroppo, l’ha fatto anche verso i conservatori di Paesi stranieri. In questo modo ha compromesso i rapporti con il più importante alleato della Polonia, gli Stati Uniti. Per questo motivo il presidente americano ha ora un solo interlocutore a Varsavia, il presidente Nawrocki.



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