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ELEZIONI USA

Trump frigge patatine al McDonald's, ma i media liberal non ridono

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Gli Usa sono a due settimane dal voto delle presidenziali. Una trovata elettorale di Donald Trump, per un giorno in cucina al McDonald's, sta facendo discutere i media americani da tre giorni.

Esteri 23_10_2024
Trump frigge patatine al McDonald's (La Presse)

Gli Usa sono a due settimane dal voto delle presidenziali. Una trovata elettorale di Donald Trump sta facendo discutere i media americani da tre giorni. L’ex presidente indossa il grembiule di McDonald’s, impara da un cuoco come friggere le patatine e si mette a servire i clienti. Siamo in Pennsylvania, il più strategico degli Stati in queste elezioni che si preannunciano in bilico e dove ogni voto conta. Che c’è di strano? Siamo abituati a vedere i nostri politici nei mercati, durante le campagne elettorali. E siamo abituati a vederli recitare “da uomo qualunque” quando devono essere eletti da comuni cittadini. Eppure, quando lo fa Trump, si scatenano i fact checker, i controllori della verità.

Il tycoon non rinuncia mai alle polemiche. E anche il suo show al McDonald’s è parte di una polemica con Kamala Harris. La vicepresidente (e candidata) democratica afferma di aver lavorato in un fast food della celebre catena, nella lontana estate del 1983. Non è una storia autobiografica che racconta per la prima volta: anche nelle primarie del 2019 faceva parte del suo repertorio. Ma è importante soprattutto per queste elezioni. I suoi consensi stentano a decollare nella classe operaia, che è fondamentale per vincere la Pennsylvania così come gli Stati del Midwest. La Harris ha un profilo troppo snob. Quindi la sua campagna elettorale deve colmare questa lacuna con messaggi più accattivanti, per quel tipo di pubblico, facendo capire che persino la vicepresidente, già senatrice e già procuratrice in California, è stata anche lei una umile lavoratrice al McDonald’s, da ragazza, per pagarsi gli studi. Ma la campagna repubblicana ha subito messo in dubbio che Kamala abbia mai prestato servizio in uno dei ristoranti con la M dorata. Scavando negli archivi del passato, non si è trovata traccia del lavoro estivo.

Friggendo le patatine Trump ha canzonato la Harris, dicendo che «In questi quindici minuti ho lavorato già più della Harris in questo posto». Oltre all’impatto di vedere, in televisione, un miliardario che frigge patatine e serve al McDrive, le battute su Kamala Harris hanno riscosso reazioni miste, fra l’ilarità, la rabbia e l’entusiasmo, a seconda dell’ascoltatore, ma non hanno lasciato indifferente nessuno.

E allora sono i media che corrono in soccorso della candidata Dem. Prima di tutto con l’inversione dell’onere della prova. Tutti i grandi giornali, dal New York Times alla BBC, passando per il Corriere della Sera, hanno dichiarato che l’accusa di Trump (Kamala Harris non ha mai lavorato al McDonald’s) sia “priva di fondamento”. Semmai è vero il contrario: l’affermazione di Kamala Harris, quella di aver lavorato al McDonald’s, è finora priva di fondamento, almeno finché non porterà una prova certa (un contratto, una foto, una registrazione nel suo ristorante…).

Poi hanno attaccato il McDonald’s, colpevole di aver collaborato, prestando la sua immagine, con la “minaccia principale per la democrazia”. La catena di fast food più famosa del mondo, ha dovuto discolparsi in pubblico, affermando di non aver dato alcuna autorizzazione e di non sostenere la campagna di uno dei due candidati. Sembrerebbe una giustificazione falsa, ma non è: McDonald’s è un franchising e ogni singolo ristorante è autonomo. Quindi si tratta di un’iniziativa locale, non di una scelta di tutta la catena. Prendere le distanze è questione di sopravvivenza, perché subito dopo lo show di Trump, nemmeno 24 ore dopo, è iniziata la campagna di boicottaggio dei fast food.

Poi il Washington Post ha iniziato a mettere in dubbio che Trump abbia lavorato al McDonald’s. Quello che abbiamo visto era solo uno show, con figuranti al posto dei clienti. Il ristorante in cui è comparso Trump, secondo una lettera del suo direttore pubblicata sul social network Reddit (la cui autenticità non è ancora confermata…), in quel giorno era chiuso. Tutto finto, quindi? I fact checker dicono sì, tutto finto. Ma verrebbe a questo punto da chiedersi: ci sono o ci fanno? Sarebbe semmai da sperare che un ex presidente che ha subito due tentativi di attentato in due mesi (un record nella storia degli Usa) non si sia esposto in pubblico senza protezione e senza selezione delle persone incontrate. Chiunque, altrimenti, avrebbe potuto sparargli. L’unico che ha fatto questo ragionamento, constatando l’ovvio, è stato un giornalista della Cnn, Brian Stelter. E per questo è stato massacrato, sui social, dai suoi colleghi.

Vedere Trump che frigge patatine fa ridere chiunque. Ma non i media di sinistra. Ogni volta che un giornalista vede Trump deve sfogare la sua rabbia o cercare in tutti i modi di dimostrare che l’arcinemico ha torto. Per questo i Repubblicani parlano, riferendosi ai loro avversari, di “sindrome da Trump”.