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LETTERA E TWEET

Trump e Viganò: un dialogo che legge la cronaca in chiave biblica

Con un tweet il presidente americano Trump accoglie con entusiasmo la lettera dell'arcivescovo Carlo Maria Viganò, che parla di una battaglia furiosa in corso tra i figli delle tenebre e i figli della luce. Una lettura della cronaca attuale che si pone sulla stessa linea delle profezie di san Giovanni Paolo II e dei giudizi di Benedetto XVI. Viganò prende atto che in questo frangente il presidente Trump è l'unica autorità internazionale in grado di tenere testa a un potere mondiale liberticida, che ha approfittato della crisi del Covid e sta fomentando le rivolte negli Stati Uniti. Si preparano tempi ancora più duri.
- ARGENTINA, IL VESCOVO CONTRO LA DERIVA AUTORITARIA, di Andrea Zambrano

Libertà religiosa 12_06_2020
Il tweet di Trump dopo la lettera di mons. Viganò

«Sono molto onorato dall’incredibile lettera che mi ha inviato l’arcivescovo Viganò. Spero che ognuno, religioso o meno, la legga!». Così l’altra sera ha twittato il presidente americano Donald Trump in risposta alla lettera aperta di incoraggiamento che lo scorso 6 giugno gli aveva indirizzato monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti e diventato noto per il famoso memoriale sul caso McCarrick.

Ovviamente la notizia di questa attenzione reciproca tra il presidente americano e monsignor Viganò ha fatto la gioia di coloro che si affannano a dimostrare l’esistenza di un complotto internazionale – originato dalla destra americana – contro papa Francesco. E che, paradossalmente, dileggiano come cospirazionisti quanti denunciano l’esistenza di un progetto di Nuovo Ordine Mondiale che minaccia la libertà delle persone e dei popoli. E infatti subito il sito del Corriere della Sera si è buttato a pesce per rilanciare la solita teoria del complotto – ordito da «una rete in odore di scisma».

In realtà, proprio lo scambio tra Viganò e Trump dimostra che non di trama oscura si tratta ma di una lettura originale degli eventi di questo periodo, una lettura “biblica”, come la definisce monsignor Viganò. Egli infatti usa la categoria della battaglia tra «i figli della luce e i figli delle tenebre», schieramenti che «ripropongono la separazione netta tra la stirpe della Donna e quella del serpente». E i figli delle tenebre, seppur minoranza, hanno in mano un notevole potere dato che «ricoprono spesso posti strategici nello Stato, nella politica, nell’economia e anche nei media».

Tenebre contro luce, una chiave di interpretazione della storia descritta molto chiaramente nel vangelo di Giovanni, che monsignor Viganò usa per giudicare la cronaca di questi giorni e, più in generale, cosa sta avvenendo nel mondo.  Due sono i fatti su cui l’ex nunzio negli Stati Uniti si sofferma: la gestione dell’emergenza Covid e i disordini fomentati negli Stati Uniti, parte di una «feroce campagna» contro Trump e un modo per giustificare altre eventuali azioni repressive. Per quanto riguarda il Covid, Viganò punta l’indice contro la gestione della crisi: «Scopriremo probabilmente che anche in questa colossale operazione di ingegneria sociale vi sono persone che hanno deciso le sorti dell’umanità, arrogandosi il diritto di agire contro la volontà dei cittadini e dei loro rappresentanti nei governi delle nazioni». Allo stesso modo i disordini che, con perfetta sincronia, sono stati fomentati negli Stati Uniti così come in Europa e dietro i quali «si nascondono ancora una volta coloro che, nella dissoluzione dell’ordine sociale, sperano di costruire un mondo senza libertà».

La lettera di monsignor Viganò riecheggia il documento - che infatti cita - di cui egli stesso si era fatto promotore lo scorso 8 maggio, un Appello alla Chiesa e al mondo per reagire al “Nemico invisibile” che approfitta di alcune crisi - come quella del coronavirus - per implementare la sua agenda liberticida e una sorta di governo mondiale dominato dal pensiero unico. Quell’appello fu firmato da decine di prelati e accademici: tra questi le firme dell’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard L. Müller, e il vescovo kazako Athanasius Schneider.

Nella lettera al presidente degli Stati Uniti, monsignor Viganò vede come questo nemico invisibile si stia concentrando oggi nell’obiettivo di eliminare Trump, impedirne in tutti i modi la rielezione (e si potrebbe dire, parafrasando il compianto cardinale Carlo Caffarra, che solo un cieco oggi non vedrebbe questa feroce e menzognera campagna contro il presidente americano). «Per la prima volta - scrive Viganò - gli Stati Uniti hanno in Lei un presidente che difende coraggiosamente il diritto alla vita, che non si vergogna di denunciare le persecuzioni dei Cristiani nel mondo, che parla di Gesù Cristo e del diritto dei cittadini alla libertà di culto».

Viganò prende realisticamente atto che oggi il presidente Trump è l’unica autorità mondiale che si oppone con tutte le forze a questo potere negativo, a cui purtroppo «sono asserviti» anche molti pastori, che rinnegano «i propri impegni davanti a Dio». E per lui e la nazione americana Viganò promette preghiere «in questa ora drammatica e decisiva per l’intera umanità», auspicando nel contempo che «i buoni si sveglino dal torpore e non accettino di essere ingannati da una minoranza di disonesti con fini inconfessabili».

Sono molte le ironie che si leggono per i toni e gli argomenti usati da monsignor Viganò e molto si può discutere se sia o no compito di un vescovo prendere iniziative che hanno un sapore “politico”. Ma è chiaro che egli descrive nel presente quello che san Giovanni Paolo II aveva profetizzato quando aveva affermato che nel Terzo millennio ci sarebbe stata la battaglia decisiva tra Dio e Satana intorno all’uomo, perché non potendo attaccare Dio direttamente Satana cerca di colpire il vertice della Creazione, colui che è creato a immagine e somiglianza di Dio. Perciò vita e famiglia sarebbero stati gli obiettivi principali di questa battaglia.

È esattamente ciò che sta accadendo. E la dimensione spirituale, escatologica di questo scontro era stata ripresa anche da papa Benedetto XVI nell’ultimo discorso alla Curia Romana il 21 dicembre 2012, quando ricordò che l’ideologia gender rappresenta il sovvertimento dell’ordine stabilito nella Creazione: «Dio creò l’uomo, maschio e femmina lo creò».

Anche alla luce delle parole di san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si può meglio comprendere la gravità dell’indebolimento della posizione della Chiesa proprio sui temi della vita e della famiglia. C’è dunque ben poco da fare ironia, piaccia o no c’è in corso una battaglia furiosa e la sua vera natura è spirituale, escatologica. Probabilmente le parole di Viganò daranno a Trump maggiore consapevolezza della posta in gioco - come il tweet del presidente lascerebbe far capire -, purtroppo in un momento in cui parte importante della Chiesa sembra aver smarrito la capacità di leggere la cronaca e la storia alla luce del Giudizio finale e si è invece appiattita sul pensiero unico.

Certo è che proprio per questo dovremo aspettarci mesi ancora più duri in vista delle prossime elezioni presidenziali americane. L’ordine è chiaro: il presidente che toglie i fondi alle organizzazioni pro-aborto, che difende la libertà religiosa, che si oppone alla dittatura Lgbt, che sfida l’ideologia mondialista, che si oppone al Nuovo Ordine Mondiale, non deve essere rieletto. A tutti i costi.