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REDDITO GRILLINO

Truffe di Cittadinanza. Un insulto a chi lavora

È costato 48 miliardi in 3 anni e verrà finanziato anche l'anno prossimo, ma il Reddito di Cittadinanza continua a finire nelle tasche sbagliate. Boss della criminalità organizzata, ricchissimi evasori, famiglie inventate: sono tantissimi gli esempi di truffe, in tutto il Sud Italia, emerse in un'indagine dei carabinieri del comando Ogaden.

Politica 05_11_2021
Il Reddito di Cittadinanza e i suoi ideatori del M5S

È costato 48 miliardi in 3 anni e verrà finanziato anche l'anno prossimo. È finito nelle tasche sbagliate e, anziché sconfiggere la povertà, ha premiato l'illegalità. Il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei grillini, che senza questa misura demagogica e iniqua non avrebbero preso tutti quei voti e oggi probabilmente non sarebbero al governo, è diventato un pugno nello stomaco della povera gente che con onestà sbarca il lunario tra molti stenti, oppure percepisce pensioni di invalidità da fame. Invece, un napoletano su 3 tra i percettori del reddito di cittadinanza bara sui suoi redditi, possiede in realtà ricchezze nascoste o non dichiarate e porta a casa un sussidio che farebbe molto comodo a italiani effettivamente indigenti e bisognosi. Ma il riferimento a Napoli è casuale perché il parassitismo attorno al reddito di cittadinanza si distribuisce uniformemente su tutto il Mezzogiorno d'Italia.

Per mesi i carabinieri del Comando interregionale Ogaden, in collaborazione con i colleghi del Comando tutela del lavoro, hanno condotto un’indagine in diverse regioni del Sud su chi percepiva il reddito di cittadinanza. Sono state rilevate 4.839 irregolarità, pari al 12% dei 38.450 nuclei familiari composti da 87.198 persone, per una truffa ai danni dello Stato di quasi 20 milioni di euro. L’operazione dei carabinieri ha riguardato le cinque regioni - Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata – sui quali il comando Ogaden ha giurisdizione e si è svolta tra maggio e ottobre di quest’anno. Il reddito di cittadinanza è il sussidio che dal 2019 garantisce un reddito minimo a oltre un milione di famiglie in Italia e che, sia pure con nuovi limiti e differenti criteri di accesso per i beneficiari, è stato confermato per il 2022 dal Governo Draghi.

Anche il sistema dei controlli - assicurano da Palazzo Chigi - sarà più rigido per evitare i casi di frode e verranno impiegate più energie sull’avviamento al lavoro. Ma i controlli successivi all'erogazione si rivelano scarsi e comunque tardivi, mentre bisognerebbe prevedere verifiche preventive prima di concedere il sussidio. Altrimenti verranno ciclicamente scoperti nuovi furbetti, perché l'occasione, si sa, fa l'uomo ladro. Tra le persone coinvolte nell’indagine di chi percepiva irregolarmente il reddito di cittadinanza, ce ne era un discreto numero già noto alle forze dell’ordine, con precedenti penali e condannato per associazione alla criminalità organizzata. Delle oltre 87mila persone testate, al termine dell’operazione ne sono state denunciate 3.484: il 38,4% di queste ultime (1.338) erano già note alle forze di polizia per altri motivi e 90 di loro (il 2,6%) avevano condanne o precedenti per gravi reati di tipo associativo. I sussidi ottenuti illecitamente sono stati revocati.

I casi più eclatanti riguardano camorristi e rapinatori, oltre a truffatori e lavoratori in nero. Per esempio Fausto Frizziero, uno dei capi del clan che controlla i traffici illegali nei quartieri napoletani di Chiaia e Posillipo. Altre persone sono legate al potente clan Amato-Pagano e altri sono affiliati al clan Grimaldi-Vanella Grassi, oltre che ai clan Nuvoletta, Orlando, Polverino e De Rosa-Pianese. Sono state segnalate molte persone straniere, che sono riuscite ad aggirare la normativa secondo cui per richiedere il reddito di cittadinanza è necessario avere almeno 10 anni di permanenza in Italia, mentendo nei moduli sul tempo trascorso in Italia.

Tra gli altri illeciti maggiormente riscontrati figura l’omessa comunicazione di variazione economica, ovvero la mancata segnalazione di nuovi redditi o proprietà che avrebbero interrotto l’erogazione del sussidio. O la mancata comunicazione della presenza nel nucleo familiare di detenuti o soggetti ad altre misure cautelari, condizione che impatta sul reddito percepito. C’è anche chi si è inventato una famiglia diversa da quella di appartenenza: nel leccese, un uomo ha dichiarato la presenza nel proprio nucleo familiare di sei minori stranieri mai censiti in quel comune coi quali non aveva nessun vincolo di parentela né aveva comunicato età o nazionalità. Nello stesso comune una coppia aveva incluso nel proprio nucleo familiare parenti residenti in Germania. In provincia di Matera, i carabinieri hanno denunciato un cittadino asiatico che aveva dichiarato la presenza in Italia della moglie e delle due figlie che non lo avevano mai raggiunto dal Paese di origine. In provincia di Avellino percepiva il reddito di cittadinanza un 70enne con una Ferrari, numerosi immobili e terreni di proprietà. Sempre in provincia di Avellino, riceveva il reddito di cittadinanza un 50enne ritenuto il reggente del clan camorristico “Cavalese”, operante in zona. A Isernia una donna, titolare di un autonoleggio e proprietaria di 27 autoveicoli, con false attestazioni relative alla residenza, al reddito percepito e all’attività lavorativa, ha indebitamente ottenuto il reddito di cittadinanza. A Taranto un 71enne disoccupato era proprietario di ben 17 autovetture e di una motocicletta, tra cui una BMW, 1 Mini Cooper, 3 Jeep, 2 Smart e una Kawasaki Ninja. A Campobasso un 19enne ha presentato domanda di ammissione al beneficio del Reddito di Cittadinanza pur risultando proprietario di tre immobili.

Una carrellata di agghiaccianti e offensive irregolarità, che gettano una luce fosca su un sussidio discutibile e fine a se stesso, per nulla propedeutico al reinserimento del disoccupato nel mondo del lavoro. Molti percettori non sono anzi interessati a rientrarvi e rifiutano lavori umili poiché trovano più conveniente ricevere il reddito di cittadinanza senza fare nulla di ufficiale ma solo attività al nero. Meraviglia che anche l'attuale premier, uomo dell'efficientismo e della produttività a tutti i costi, si sia piegato alla demagogia grillina.