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Torna il Festival del pensiero unico

Il 7 febbraio inizierà il 73° Festival di Sanremo, ma si sa già che anche questa edizione sarà all’insegna del politicamente corretto, contro i principi della morale naturale e della fede cattolica. Anche la scelta delle co-conduttrici, da Chiara Ferragni, schierata per il cosiddetto “diritto” all’aborto, a Paola Egonu, icona dell’amore fluido, va in questo senso.

Cinema e tv 25_01_2023
Un'immagine del Festival 2022

Ogni anno inevitabilmente ci si ritrova a commentare lo spettacolo vergognoso e inverecondo che si consuma nel tempio pagano dell’Ariston in occasione del Festival della canzone italiana, ormai completamente snaturato rispetto al suo senso originario. Per questo 2023 non abbiamo nemmeno da attendere l’inizio per comprendere come ancora una volta il palcoscenico diventerà spazio per fare propaganda alle ideologie più perverse, con l'immancabile attacco alla fede cattolica. Si parte prevenuti? No, semplicemente si conoscono i “polli” e il programma che spopola sui social network da giorni non fa che darne conferma.

Si comincia con il conduttore Amadeus che con il sorriso del buon servitore fedele al suo padrone ha convocato una rosa del tutto vincente per presentare alla Nazione, ancora “retrograda”, i criteri che ci faranno cittadini del mondo, figli del pensiero unico. Così sul palco si esibiranno i big - molti dei quali famosi per le loro posizioni a favore dell'ideologia Lgbt, delle pratiche contro la vita - che canteranno al rispetto e all'uguaglianza, inneggiando all'amore libero, senza schemi e senza responsabilità, ribadendo che ognuno è padrone del proprio corpo, il tutto tra lacrime e sorrisi accompagnati dagli applausi del pubblico.

Le quattro co-conduttrici delle serate del Festival non sono da meno: si va da Chiara Ferragni, icona della donna perfetta, ricca, emancipata, sempre pronta a schierarsi dalla parte dei “diritti delle donne” e contro il tanto temuto “patriarcato”; a Paola Egonu, la pallavolista della nazionale italiana, figlia di genitori nigeriani, paladina delle lotte sulla differenza di genere e sul razzismo, nonché sostenitrice in prima persona dell’amore fluido. Poteva forse mancare l’orgoglio trans? Ovviamente no, e quindi ecco Chiara Francini, attrice e conduttrice, giudice fisso al Drag Race Italia, un reality in onda dal 2021 che conduce assieme anche a Tommaso Zorzi. E infine, per rendere omaggio all’informazione con la I maiuscola, ci sarà Francesca Fagnani, conduttrice e autrice della trasmissione Belve e compagna di Enrico Mentana. Da loro sappiamo cosa attenderci e quali monologhi incanteranno il pubblico già pronto ad applaudire.

Intanto dalla nave da crociera della Costa Crociere che nelle serate del Festival sosta al largo della costa sanremese organizzando un festival parallelo, farà eco l'immancabile re del politically correct, Fedez, assieme ad altri compagni di merenda. Insomma, un programmino niente male, che terrà banco nella seconda settimana di febbraio con immancabili provocazioni ed elogi alla cultura della morte, senza dimenticare i panegirici sull'ambiente e chissà, magari sarà anche l'occasione per presentare il nuovo menù UE tutto a base di insetti.

D'altra parte ciò non stupisce più di tanto, vista la sempre più diffusa e imposta mentalità che denuda l'uomo della sua dignità per presentare un modello sociale unico, fluido, che rigetta i valori e principi che stanno alla base dell’esistenza umana. “A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo”, scriveva nel suo romanzo Delitto e castigo lo scrittore russo Dostoevskij.

Essendo già pronti ad aspettarci il peggio da questa settantatreesima edizione del Festival di Sanremo, l’invito è quello di continuare a non seguirlo, per non aumentare lo share e non appoggiare in alcun modo tale propaganda ideologica trasmessa peraltro sulla Tv di Stato, pagata dai cittadini. C’è chi, nonostante tutto, non si abitua al male e gli oppone resistenza, molti - dalla terra ligure e da tutta Italia - ogni anno pregano in riparazione, sostenuti da pastori coraggiosi che richiamano alla verità senza paura. Testimoniare Cristo e la verità significa anche opporsi in modo deciso a tutto ciò che si pone apertamente contro di essi. Di qui al 7 febbraio l’unione nella preghiera potrà operare grandi cose, ma questo avverrà nel silenzio e non sotto i riflettori.