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PAOLO IL CALDO

Tolleranza zero. Ecco dove comincia la libertà

È possibile porre rimedio alla mancanza di libertà effettiva nel nostro Paese, come spiegavo nel mio precedente articolo? Per poter dare una risposta positiva occorre verificare l’esistenza di un pre-requisito nei rappresentanti delle istituzioni. A mio parere la formula è: "tolleranza zero", la condizione perché si avveri la libertà.

Paolo il caldo 13_05_2015
Paolo Togni

In un recente articolo (clicca qui) parlavo di libertà, di come essa venga proclamata e garantita a suon di parole e di norme nel nostro Paese, nel quale però i cittadini trovano grandi ostacoli al suo esercizio effettivo, soprattutto a causa della mancata effettività del sistema repressivo-sanzionatorio e della vischiosità sociale e della rappresentanza politica. È possibile porre rimedio a questa situazione? E come?

Per poter dare una risposta positiva a questo interrogativo occorre verificare l’esistenza di un pre requisito: la presenza, nei rappresentanti delle istituzioni e cioè dei detentori del potere, della volontà di garantire ai cittadini l’effettivo esercizio di una vera libertà, che possa essere vissuta senza condizioni e senza limiti diversi da quelli imposti da leggi innanzitutto giuste, e poi chiare, conoscibili e conosciute; oltre che, possibilmente, condivise. Se il pre requisito esiste, garantire l’esercizio effettivo della libertà a tutti i cittadini sarà possibile: basterà, infatti, che venga assunto e mantenuto l’impegno ad affermare la legalità dei comportamenti di tutti senza concedere alcuna forma di tolleranza, cioè impedendo e reprimendo con fermezza ogni violazione della norma, ogni comportamento che metta a rischio l’ordinata convivenza civile. Cioè realizzando una società veramente legalitaria, nel senso che non vi trovino cittadinanza comportamenti lesivi della norma, naturale o positiva che sia.

Negli ultimi tempi gli appelli – frequenti – alla legalità hanno avuto come obiettivo la correttezza dei comportamenti dei decisori politici e della burocrazia; questo certamente va bene, ma si tratta di una richiesta mutila. In effetti, il comportamento corrotto di un assessore, la truffa fiscale di un imprenditore o di un professionista, vanno classificati nella stessa categoria di comportamenti nella quale molti debbono imparare a inserire l’organizzare o il partecipare a una manifestazione violenta, l’occupazione di un immobile o l’uso di droga; ed anche (forse soprattutto) l’ostacolare con metodi violenti o comunque non ammessi la manifestazione del pensiero o lo svolgimento dell’attività di altri soggetti. Nel caso in cui non venga sposato l’insieme dei comportamenti contrari alla norma come attività da impedire utilizzando tutti gli strumenti legittimi a disposizione dello Stato e della società, ed eventualmente da reprimere e sanzionare con estrema energia una volta che siano state messe in atto, non si contribuirà alla costruzione di una società che possa essere qualificata veramente libera.

Il completamento di questa costruzione dovrà intervenire sull’altro fronte, garantendo che ognuno veda remunerati in correttezza ed equità i meriti posseduti e l’impegno posto nel metterli a disposizione di obiettivi di interesse sociale. In unione con una ferma tutela delle pertinenze personali, il riconoscimento del merito e una mobilità sociale garantita dalla concorrenza tra individui il cui esito sia determinato dalla qualità dei concorrenti, sono le regole di convivenza dalle quali deve essere retta una società perché possa dirsi veramente libera. La risposta all’interrogativo appena posto è una sola: tolleranza zero. Reprimendo e punendo con fermezza i piccoli crimini, si pongono le basi perché non vengano commessi quelli grandi; solo dopo aver ripulito le strade, gli uffici e i palazzi dai delinquenti, dai ladri e dagli scorretti di piccolo cabotaggio, si potrà passare a più importanti soggetti, ai quali la pulizia previamente effettuata avrà tolto almeno una parte dell’acqua nella quale nuotare.

Ricorderete che l’ideatore di questa dottrina è stato l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, che l’ha sintetizzata con la frase: «Le regole ci sono, potete protestare quanto volete, fare tutto il rumore che volete, manifestare come vi pare. Ma appena tirate un sasso, sarete arrestati; appena rompete una finestra, sarete arrestati; appena rapinate un negozio, sarete arrestati». E per la verità, con queste regole, nel mentre rendeva più sicure le strade della Grande Mela, inflisse anche duri colpi alla malavita organizzata. Quindi, tolleranza zero: tutti i comportamenti illegali fanno parte della stessa categoria, e vanno sanzionati in proporzione alla loro gravità, secondo le prescrizioni di legge: ma vanno sanzionati, tutti e comunque. Questo tipo di comportamento è l’unico dal quale può nascere la vera libertà.